11 ARRESTI e 41 INDAGATI, in un’indagine sul vino adulterato con lo zucchero

11 Luglio 2019 - 14:45

CASERTA – Una vasta inchiesta su un presunto giro di vino adulterato è stata portata a termine stamattina con l’arresto di 11 persone, con 41 indagati a piede libero.

Con l’impiego di oltre 200 militari del Gruppo carabinieri per la tutela della salute di Napoli, di unità dell’Arma territoriale e circa 90 appartenenti all’Unità centrale investigativa dell’Icqrf, è stata eseguita l’operazione chiamata “Ghost Wine”, che vede indagati anche due casertani.

L’indagine è stata condotta dal Nas di Lecce e dall’Icqrf e coordinata dalla Procura della Repubblica leccese. Nel blitz effettuato alle prime luci del mattino è scattato anche il sequestro per le aziende Agrisalento Srl di Copertino; Enosystem Srl di Copertino; Megale Hellas Srl di San Pietro Vernotico; Ccib Food Industry Srl di Roma.

L’indagine – in cui sono stati sequestrati prodotti vinosi e strutture per circa 70 milioni di euro – ha evidenziato un sistema di produzione e commercializzazione illecito, gestito da tre gruppi della provincia di Lecce, a volte complementari tra loro, accusati di immettere in commercio prodotti falsamente biologici o a marchi tutelati a prezzi molto bassi, mettendo fuori mercato le aziende in regola che invece lo producono lecitamente con le pratiche enologiche. Delle 11 misure cautelari, 6 persone sono state portate in carcere e uno e’ il funzionario dell’Ispettorato frodi di Lecce. Un vinicoltore e’ stato invece arrestato in flagranza, mentre era intento alla sofisticazione.

Altri 5 sono agli arresti domiciliari. Sono 41 in tutto le persone indagate e sono state compiute 62 perquisizioni, tra quelle personali nei confronti di imprenditori, operatori del settore vitivinicolo e quelle in ambienti di aziende in Puglia, Campania, Lazio e Abruzzo. Sono stati i Carabinieri dei Comandi provinciali di Lecce, Brindisi, Salerno, Napoli, Roma, Caserta e Chieti, supportati dall’alto da un velivolo del 6 Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari, a dare esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura di Lecce.

Secondo gli investigatori, aggiungendo sostanze zuccherine ottenute da canna da zucchero e barbabietola, veniva creato un prodotto vinoso a basso costo commercializzato in Italia e all’estero come vino di qualita’ o addirittura biologico e a marchio Dop (Denominazione origine protetta), Igp (Indicazione geografica protetta), Doc (Denominazione origine controllata), marchi con i quali l’Unione europea riconosce la peculiarita’ di un vino condizionandone pero’ l’uso alle specifiche tecniche di produzione di qualita’. E’ stato invece trovato anche vino di origine spagnola ‘trasformato’ in vino pugliese Doc o Igt (Indicazione geografica tipica). Adulterata anche la creazione di un prodotto commercializzato come aceto balsamico di Modena, con zucchero miscelato ad altre sostanze chimiche. Per le indagini, sono state utilizzate anche intercettazioni telefoniche e riprese video, pedinamenti, analisi di sostanze e prodotti, documentazione di trasporto.

I due casertani indagati sono Giovanni A., 34enne nato a Caserta e domiciliato a Giugliano, e Giuseppe D.A., 40enne nato ad Aversa e residente ad Orta di Atella. In carcere, sono finiti: Antonello Calò, 63enne di Copertino; Giuseppe Caragnulo, 58enne di San Donaci; Vincenzo Laera, 38enne di Mesagne; Rocco Antonio Chetta, 65enne di Taviano; Antonio Domenico Barletta, 56enne di Lecce; Luigi Ricco, 55enne di San Ferdinando di Puglia. Ai domiciliari invece Pietro Calò, 26enne di Copertino; Giovanni Luca Calò, 50enne di Copertino; Cristina Calò, 55enne di Copertino; Simone Caragnulo, 23enne di San Donaci; Antonio Ilario De Pirro, 51enne di Nardò.