25 aprile, la REGGIA AL MICROSCOPIO. Si parla di un folle contratto per la vigilanza privata quando ci sono decine di addetti stipendiati per questo

25 Aprile 2018 - 20:25

Caserta. (Pasman) Il rinnovo della RSU della Reggia di Caserta – il più che noto organismo sindacale previsto in ogni singola sede d’ufficio della pubblica amministrazione – avvenuto con le elezioni a carattere nazionale svoltesi dal 17 al 19 aprile scorsi, dovrebbe riaccendere il confronto tra le organizzazioni di rappresentanza dei dipendenti del museo ed il direttore Mauro Felicori.

Confronto entrato in una fase di stallo – si ricorderà – dopo che le sette organizzazioni sindacali del museo, unanimemente, fatta eccezione per la sola CISL, con una ferma nota dello scorso febbraio puntualmente pubblicata dal nostro giornale, avevano dichiarato la sospensione delle relazioni sindacali e indetto lo stato di agitazione, per asserite violazioni, da parte della direzione del monumento, della contrattazione collettiva e per atteggiamenti, considerati repressivi, tenuti nei confronti del personale. Non proprio cose da poco, anche se subito vennero minimizzate dal direttore chiamato in causa.

Le questioni spinose sono tante e spaziano in tutti i campi di gestione della Reggia.

L’area della vigilanza, soprattutto, attira le critiche della maggioranza delle compagini sindacali. Per la citata vigilanza, chiedono di procedere “…alla rotazione del responsabile, per una più efficace gestione delle risorse umane e per comportamenti marcatamente antisindacali…” ed alla “…rimodulazione del coordinamento della vigilanza…”, procedendo “…alla sostituzione di coloro che da anni stanno svolgendo tale ruolo…”.

Intanto, proprio a questo riguardo si registrano indiscrezioni secondo le quali, per fronteggiare il problema perdurante dei venditori abusivi che riescono ad agire all’interno dell’area monumentale, si vorrebbe ingaggiare una società di polizia privata, con un contratto che si prospetta non poco oneroso per le casse museali, quantunque in attivo.

Ma ci auguriamo vivamente che quella raccolta sia solo una voce infondata, in quanto risulta incomprensibile come non si riesca a risolvere l’ annosa questione della repressione di tale attività illecita attraverso il corpo interno appositamente istituito e remunerato per la vigilanza del sito ed in quanto, così facendo, si distrarrebbero risorse utili per altre reali necessità.

C’è, poi, ancora in ballo la questione della manutenzione del bosco e del verde monumentale, anche in vista dell’imminente caldo con la sua siccità, e non è dato per certo che siano state superate tutte le difficoltà che l’anno scorso comportarono l’impossibilità di assicurare la dovuta irrigazione.

Intanto allarma la notizia che, a quanto pare, anche domenica scorsa i bagni del parco siano stati inagibili giustappunto per mancanza d’acqua.

Altra tegola pencolante è quella relativa alla vertenza accesa dal personale che rivendica il pagamento sostitutivo di riposi e permessi non fruiti, per un valore complessivo, sembrerebbe, di oltre 200mila euro. Situazione che parrebbe essersi determinata anche per il ritardo nell’adozione del sistema informatico denominato Europaweb, che trasferisce dal piano locale a quello nazionale la gestione amministrativa del personale.

Eppure il direttore Mauro Felicori, nel suo biennio e oltre ormai di direzione dell’ufficio, non ha ritenuto di porre una mano tempestiva al settore, peraltro gestito dall’esponente sindacale della CISL, la sola delle organizzazioni sindacali della Reggia che gli è favorevole. La quale, a proposito di questa tornata elettorale della RSU di cui dicevamo, ha raccolto il 25% delle adesioni a fronte del 75 % conseguito dalle altre sigle sindacali.

La conduzione del Palazzo, infine, continua ad essere raffazzonata. Adottate finalmente le passatoie negli appartamenti storici per ridurre i danni da calpestio già gravi ai pavimenti, per le quali abbiamo dovuto penare non poco nonostante la loro banalità e la loro evidente necessita, già presentano i primi inconvenienti. Difatti i margini corti, non aderendo bene a terra, si sollevano facendo inciampare. Il rimedio pure adottato è stato forse peggiore del male, perché li si è assicurati alla superfice con nastro adesivo, che chissà quanto reggerà.

All’ingresso, come già tante volte è accaduto, il cartellone affisso al cancello, sull’installazione artistica che si tiene al momento dal titolo Pars pro Toto, staccatosi da tempo da un lato, come vi mostriamo nella foto che pubblichiamo, resta negligentemente così, senza che nessuno se ne preoccupi minimamente. Sul proliferare delle piante parassitarie che iniziano a diffondersi sulla facciata principale, il cui restauro non è costato proprio una lira, abbiamo già ampiamente detto e documentato, come sa chi ci segue.

Sugli escrementi equini in primissimo piano, delizia per mosche e moscerini, invece preferiamo non approfondirci.