41 BIS NELLA BUFERA. Uno per uno ecco chi sono i 25 del clan dei Casalesi che vi sono sottoposti

3 Febbraio 2023 - 21:29

Da Michele Zagaria a Francesco Schiavone Sandokan, da Giuseppe Setola a Francesco Bidognetti. Felicia Ligato, figlia del superboss di Pignataro Maggiore, unica donna casertana attualmente detenuta al carcere duro.

CASAL DI PRINCIPE (Tina Palomba) Sono 25 i boss del clan dei Casalesi detenuti al 41-bis. Tra essi c’è l’unica donna casertana, Felicia Ligato di Pignataro Maggiore, detenuta al regime di massima sicurezza a L’Aquila, dove si trova da qualche settimana l’ultimo dei padrini di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Ligato è una delle 13 donne italiane reclusa a questo tipo di regime ed è la figlia del boss Raffaele Ligato

Su 728 boss carcerati al 41 bis, 242 sono appartenenti alla camorra, 232 alla mafia, 195 alla ‘ndrangheta, 45 ad altre associazioni mafiose, 4 terroristi. Tra questi Alfredo Cospito, l’anarchico condannato a 10 anni e 8 mesi nel 2014 per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente della Ansaldo Nucleare e primo anarchico a finire nel 41-bis, attualmente in sciopero della fame da più di 100 giorni. Questo regime carcerario è stato introdotto come risposta alle stragi mafiose che hanno causato la morte dei giudici Falcone e Borsellino e degli agenti delle loro scorte. Tra i condannati non ci sono solo mafiosi, ma anche, appunto, anarchici e terroristi.

Tra le donne finite al 41-bis, ce ne sono alcune molto famose. La prima fu Nella

Serpa. La chiamavano la “bionda” per via dei capelli e della carnagione chiari. Diventò l’unico capo cosca della ‘ndrangheta di Paola, in provincia di Cosenza. È stata arrestata il 30 marzo del 2012 e sta scontando l’ergastolo nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila. La prima donna della camorra a trovare una cella al 41-bis è stata, invece, Teresa De Luca Bossa, “Donna Teresa” per i suoi fedelissimi e la vera  ‘Scianel ‘ di Gomorra. Finisce in carcere nel giugno del 2000 insieme con altri 79 camorristi, accusati di aver partecipato all’omicidio del pregiudicato Luigi Amitrano, ucciso con un’autobomba due anni prima e nipote di un altro boss, Vincenzo Sarno.

Nadia Desdemona Lioce è, invece, una delle terroriste detenute al 41-bis. Lei non è mafiosa, ma una brigatista condannata all’ergastolo per gli omicidi dell’allora consulente del Ministero del Lavoro Massimo D’Antona (1999) e del giuslavorista Marco Biagi (2002). Ma anche per la sparatoria sul treno Roma-Firenze del 2 marzo 2003 in cui rimase ucciso l’agente di polizia ferroviaria Emanuele Petri. La brigatista si trova nel carcere de L’Aquila. Un’altra napoletana legata al clan di camorra, condannata al carcere duro è Maria Licciardi, detta “A Peccerella” per la sua minuta statura, “mamma camorra” per gli investigatori napoletani. Fu arrestata dai carabinieri del Ros all’alba del 7 agosto 2021 nell’aeroporto di Ciampino mentre stava per imbarcarsi su un volo diretto a Malaga (Spagna) dove vive la figlia. Lady Camorra fu poi trasferita dal carcere di Lecce a quello di Rebibbia, dove è sottoposta al regime detentivo del 41 bis. E tra i boss irriducibili, in carcere ci sono Leoluca Bagarella, Giovanni Riina, Benedetto Santapaola, Antonino e Rocco Pesce, Giuseppe Pelle, Giovanni Strangio e Sebastiano Nirta.

Per il clan dei Casalesi ricordiamo i nomi di tutti i reclusi al regime di 41-bis: Francesco Schiavone, Giuseppe Setola, Francesco Di Maio, Francesco Bidognetti, Enrico Martinelli, Corrado De Luca, Giovanni Letizia, Giuseppe Fragnoli, Giovanni e Nicola Mazzara, Sebastiano Panaro, Salvatore Cantiello, Bianco Augusto, Francesco Russo, Massimo Russo, Corrado Russo, Michele Fontana, Giovanni Garofalo, Salvatore Nobis, Salvatore e Domenico Belforte, Achille Piccolo.  E l’unico a lamentarsi delle condizioni di vita in cella al 41 bis è stato Michele Zagaria, capo clan dei Casalesi , recluso a Sassari che, lo scorso anno, aveva parlato di una “situazione disumana” nel corso di una videoconferenza, prima che venisse condannato ad un altro ergastolo.