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L’INTERCETTAZIONE. Nicola Capaldo “vuota il sacco” con la fidanzata: “Mio fratello Filippo è come zio Pasquale.” E sulla Tav…

23 Gennaio 2021 - 15:35

CASAPESENNA –  Il ruolo di nuovo capo del gruppo camorristico dei “Zagaria”, con il capoclan Michele (detto “capa storta) e il fratello Pasquale (detto “Bin Laden”, mente finanziaria della cosca, secondo i carabinieri del ROS e la DDA di Napoli era passato a Filippo Capaldo, figlio di Beatrice, sorella maggiore dei Zagaria.

Capaldo e’ stato arrestato stamattina insieme ad altre sette persone, tra i quali i fratelli Nicola e Mario Francesco, l’imprenditore dei supermercati Paolo Siciliano, le “contabili” di Capaldo, Michela Di Nuzzo e la madre di quest’ultima, Viola Ianniello (CLIKKA QUI PER NOMI E FOTO). Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri nell’operazione chiamata “Scettro”, per indicare lo scettro di capoclan che Capaldo ha ereditato dallo zio Michele Zagaria.

Il suo ruolo di vertice viene sottolineato dal fratello, Nicola Capaldo, intercettato mentre parla con la fidanzata: “Mio fratello Filippo e’ come lo zio Pasquale! – dice Nicola – Filippo mantiene, cioe’, tiene un sangue freddo (…) e tanto si ferma quando glielo fa capire a quello che sta sbagliando…“.

Quando Filippo viene arrestato, tutti gli affiliati designano al vertice del clan Nicola, ma lui non si ritiene all’altezza: “adesso vanno trovando che io devo prendere in mano la famiglia come ha fatto Filippo! Io non ho il polso di Filippo…perche’ sono stanco, io voglio stare piu’ tranquillo! Invece Filippo no, Filippo doveva stare sempre a graffiare a terra… per portarci qualcosa a casa“.

Lo stesso Nicola, sempre intercettato con la fidanzata, parla del cambio di strategia deciso dallo zio Michele circa le modalita’ di infiltrazione nel tessuto economico: dai grandi appalti, come la Tav, che portavano problemi di incertezza sui tempi e sui ricavi ed erano costati l’arresto del fratello Pasquale, si passa all’investimento dei guadagni illeciti in settori piu’ “tranquilli” e redditizi, come la grande distribuzione alimentare. “La Tav – dice Nicola Capaldo – e’ stata una delle opere piu’ grandi d’Italia, Pasquale Zagaria che la faceva, alla fine andarono all’appuntamento e lo arrestarono. Dato che nella societa’ stava pure mio zio Antonio a fare il lavoro, e ci stava pure un altro amico loro di Casapesenna, lo incatastarono e li si fece i primi tre anni di carcere. Per mezzo di questo – ricorda Nicola – lo zio Michele disse allo zio Pasquale (prima dell’arresto per la Tav: ‘Guaglio’, questi lavori grandi lascia stare, non e’ cosa, questi ci fanno andare sotto al treno’, e impreco’. Le vedeva dieci anni prima le cose. Lo zio Pasquale scappo’ da Spartacus e lo arrestarono per la Tav. E allora si scasso’ tutto quanto“.