ELEZIONI…POST-ASCELLARI. Zinzi che suda è un fattore elettorale? L’estate travolgente di Sonia Palmeri che precetta il Dg Asl Russo che scrive una delibera SUPERCAZZOLA

19 Agosto 2020 - 21:08

PRIMA PUNTATA. Domani la seconda. Vi leggiamo solamente le prime tre parole dell’oggeto relative al futuro dell’ospedale di Piedimonte: “Presa d’atto dell’idea progettuale regionale”. E cos’è? Un simposio di filosofia teoretica?

L’AUDIO WHATSAPP DELL’ASSESSORE SONIA PALMERI

PIEDIMONTE MATESE (gianluigi guarino) – Le estati, da quando l’homo sapiens (?) calca le terre emerse e i mari del pianeta, causano il disagio del caldo. Poi, la struttura biologica di ognuno di noi unita al dazio che si paga per gli abusi gastronomico-alimentari, diversifica le reazioni, soprattutto quelle epidermiche legate alla calura. Sono caldamente sconsigliate alcune pratiche per evitare di beccarsi una risposta come quella che l’avvenente attrice dai marcati tratti mediterranea, Luisa Ranieri, rifilò al suo partner che, davanti a tutto quell’evidente ben di Dio, si avvicinava: “Antò fa caldo“. (CLICCA QUI PER GUARDARE IL CELEBRE SPOT DELLA NESTEA)

Andava anche evitato di svolgere una campagna elettorale in pieno agosto, ma con la scusa del covid i governatori uscenti, a partire dal nostro, ci hanno regalato anche questo unicum storico che una ricerca di CasertaCe ha dimostrato, per l’appunto, non avere alcun precedente finanche quando non esisteva ancora il Regno d’Italia ma c’era quello di Sardegna e del Piemonte.

La concitazione e l’adrenalina giocano brutti scherzi soprattutto ai maschietti che non stanno lì ogni 5 minuti ad auscultare le proprie ascelle. E allora la domanda nasce spontanea: l’ascella pezzata è un problema soprattutto maschile, può essere considerato come nuovo fattore elettorale nel momento in cui questa folle Italia ha scelto di votare il 20 settembre, affermando che lo si faceva per svolgere una campagna elettorale tranquilla sul fronte covid (e infatti stiamo vedendo i dati tranquillissimi di questi giorni), rispetto cui lo sceriffo salernitano ha improvvisamente sotterrato lanciafiamme, cavalli di frisia e tutte le altre puttanate con cui ha ingolfato il web in quei giorni terribili quando il covid seminava morte, valorizzando la maturità, la preparazione civica e civile di un popolo che applaude un politico, attribuendogli un consenso che non è frutto di una reale capacità di tradurre le parole in fatti, ma dell’indubbia abilità a propinare battute e roboanti dichiarazioni che strapperebbero applausi a scena aperta al pubblico di Zelig nel teatro degli Arcimboldi di Milano.

Chi scrive ha raggiunto un’età sufficiente per citare i magnifici, deliziosi, quand’anche licenziosi Squallor, complesso napoletano fondato, tra gli altri, da Totò Savio, uno dei più grandi parolieri della storia della musica leggera italiana, e che ha continuato a produrre anche dopo la morte prematura di questi. In una delle pietre miliari di questa attività, cioè nell’incipit del film Arrapao, il grande Alfredo Cerruti, che poi sarebbe diventato ancor più noto grazie a Renzo Arbore e alla mitica gag della Volante 1 e della Volante 2, dentro al programma di culto presentando “Indietro tutta”,  i personaggi principali della tribù degli Arrapao, assegnò un posto di rilievo a Scella Pezzata, figlia del capo tribù. Fu una sorta di perfida vendetta maschile, dato che ad una leggiadra ragazza veniva affibbiata la definizione che si dà abitualmente a quei maschi trapelati o disattenti che costellano i propri indumenti estivi di significative tracce della propria sofferenza sudoripara (L’INIZIO).

Possiamo dire che con questo audio, Sonia Palmeri, che speriamo di poter conoscere in futuro come professionista piena di contenuti culturali, ha ristabilito l’ordine naturale delle cose, da donna leggiadra ha individuato in un maschio accaldato e provatissimo per una campagna elettorale vissuta a 40° all’ombra il soggetto a cui restituire la caratteristica dell’ineleganza estiva, vendicando così l’affronto che quegli impenitenti degli Squallor fecero alla figlia del capotribù degli Arrapao. Da oggi, alla luce di ciò che l’assessora regionale dice nel citato audio che, peraltro, potrete ascoltare all’inizio dell’articolo, la nuova Scella Pezzata assume l’identità di Gianpiero Zinzi. Quanto sia stata utile questo marchio si vedrà, visto e considerato che la maggior parte dei comuni mortali incontra lo stesso problema del trafelatissimo Zinzi che poi, a pensarci bene, avendo aderito alla Lega, partito che conserva e difende un’anima ruspante che parte dalle valli bergamasche, ha probabilmente progettato il suo approdo al rango di Scella Pezzata, da riscattare a sua volta, magari nell’ultimo giorno di questa campagna elettorale, la mitica canottiera bianca di Umberto Bossi.

Avete letto? In questo articolo nessuna asprezza, nessuna polemica,  nessun eccesso valutativo su una cosa tutto sommato irrilevante che attira, come attirano tutti quei contenuti video o audio strappati da qualche parte e che raffigurano al naturale personaggi che magari nelle occasioni ufficiali si mostrano più composti.

Ma questa polemica tra Zinzi e la Palmeri riguarda purtroppo una cosa molto più seria rispetto ad una scella pezzata: il futuro dell’ospedale di Piedimonte Matese, che non dovrebbe essere strumentalizzato a fini elettorali. Attenzione, non siamo nati ieri, non caschiamo dal pero e neppure vogliamo inscenare la rappresentazione verbosa, parruccona, conformista, ma soprattutto ipocrita di chi, con grande facilità, addita queste cose come malcostume rispetto ad una campagna elettorale di pii e giusti, pescata direttamente dall’Iperuranio di Platone. Le promesse si sono sempre fatte, ci sono sempre state e sempre ci saranno. Senza esagerare con il transfert storico rispetto ad un passato più ricco di contenuti, in cui pure si coglionava la gente ma lo si faceva nel rispetto dell’analisi grammaticale e dell’analisi logica, va detto che uno come Dante Cappello, giusto per citare il politico più importante della storia dell’area Matesina, non avrebbe mai fatto affiggere un manifesto come quello con cui la Palmeri da la notizia importantissima della promozione dell’ospedale di Piedimonte al rango di Dea di primo livello. E allora citiamolo velocemente questo manifesto, che poi vedrete in calce nella sua versione digitale. “L’ospedale di Piedimonte Matese diventa Dea di I° livello“. Ora, si può anche comprendere la ragion d’essere di questo contenuto di comunicazione. Lo si comprende perché siamo in campagna elettorale e la promessa rappresenta tutto sommato un elemento cultural-tradizionale della specie italica e soprattutto di quello sudista, una sorta di attrazione enogastronomica. Una campagna elettorale senza promesse, probabilmente, non ci piacerebbe.

Però, una cosa è la promessa, altra cosa è l’asserzione, l’affermazione. Proprio per evitare che la signora Palmeri ricominci a dire che CasertaCe è contro di lei evitiamo di giocare sul “Tempo verbale”. “L’ospedale diventa…” Diamo, dunque, per buona l’idea che l’uso del tempo al presente costituisca l’informazione data ai cittadini su un fatto che non si è ancora verificato. E’ un presupposto di cui diamo atto, che concediamo alla Palmeri. Ma se ci trasferiamo dal tempo al “Modo verbale”, il discorso si fa un po’ più complicato: perché  la dottoressa Palmeri, che dovrebbe avere solidissime basi cognitive, sa bene che il modo indicativo è quello della certezza, della fattualità, del discorso assertivo, per l’appunto. Quindi, se l’ospedale di Piedimonte non è ancora Dea di I° livello, sicuramente lo diventerà. Perché l’uso dell’indicativo, questo e solo questo comunica. Ma su cosa si basa l’affermazione formulata dall’assessore regionale Palmeri? Su una delibera firmata il 4 agosto scorso dal direttore generale dell’Asl Ferdinando Russo che in qualche circostanza, compresa questa, ci fa veramente un po’ di tenerezza per l’affanno e la disponibilità sofferta a tradurre in azione i desideri del palazzo napoletano.

Questo l’oggetto. Per il momento lo riportiamo nell’articolo che state leggendo, in attesa di offrirvi, in un secondo articolo che abbiamo deciso di pubblicare, la consultazione integrale del documento di 9 pagine, vero e proprio casus della Guerra Ascellare tra Gianpiero Zinzi e Sonia Palmeri, sul cui manifesto, il leghista, ha detto pesantemente la sua.

Presa d’atto dell’idea progettuale regionale: Riorganizzazione assetto aziendale della rete ospedaliera P.O. di Piedimonte Matese – Dea di I° Livello“.

Presa d’atto dell’idea progettuale regionale. Sarà sicuramente colpa e limite del sottoscritto, ma io una delibera che “prende atto dell’idea” non l’avevo mai incrociata. Semmai, in un convegno sulla filosofia teoretica, ci sta pure che uno, tra una supercazzola e l’altra, prenda anche atto dell’idea. Avete per caso letto nell’oggetto il sostantivo “Piano” e l’aggettivo “Aziendale”? No. E neppure noi l’avevamo letto. Ma siccome noi siamo matti, ma matti sul serio, come quelli cantati in una canzone di Renato Zero resa famosa dalla scelta di Paolo Bonolis di farla divenire sigla del suo programma stellato, Ciao Darwin (CLICCA QUI PER ASCOLTARLA), che ci siamo messi a fare, in un pomeriggio d’agosto, a 34 gradi, in un’area Saint Gobain dove oltre a noi c’è solo un simpatico signore che improvvisa una specie di jam session al trombone? Ci siamo letti tutte e 9 le pagine firmate da Ferdinando Russo, che sicuramente è una stravaganza superiore e più inquietante di quella del trombonista.

Ecco perché il D.G. ci fa tenerezza e lo diciamo senza nessuna forma di astio. E menomale che per fare il direttore generale a Caserta, il Russo intaschi uno stipendio di molte (ma proprio molte) migliaia di euro al mese. Perché, altrimenti, chi l’avrebbe mai risarcito di tanta abnegazione ma soprattutto di tanta creatività rispetto ad uno status quo normativo che oggi può essere modificato in un solo modo, che non è il modo con cui era modificabile fino a qualche mese fa: il piano aziendale di un Asl può essere cambiato, al di là di tutte le fasi istruttorie, amministrative delle tecnostrutture di Ferdinando russo, da un atto di potestà istituzionale. Fino a qualche mese fa, da un decreto del commissario di governo per il rientro dal debito nella sanità campana, da qualche mese a questa parte, invece, dal consiglio regionale. Badate bene, non dalla giunta ma dal consiglio. Dove, si sa, una situazione come questa, ammesso e non concesso che De Luca faccia in modo che ci arrivi, verrebbe letteralmente tritata da chi, anche nella maggioranza, ben ricorderà questi giorni, i giorni della scella pezzata, e il modo con cui Sonia Palmeri ha costruito la narrazione del modo indicativo del suo manifesto.

Ricapitoliamo: per il momento dobbiamo declinato solo l’oggetto della delibera. Domani vi illustreremo, utilizzando i nostri strumenti cognitivi, il contenuto della delibera che elaboreremo attraverso il sistema serio, scientifico, dell’analisi del testo.

Amici della scella pezzata, domani le previsioni ci appioppano 35 gradi, ma noi saremo qui a commentare sapete cosa? Frasi di questo genere, testualmente riportata dalla delibera di Russo: “fornendo al vertice strategico un supporto esterno al flusso di lavoro“.

Peccato che il grande Ugo Tognazzi è morto. ‘Sta roba qui, altro che supercazzola, sarebbe stata lo strumento d’onore della migliore zingarata nella grande trilogia firmata da Mario Monicelli.

Ci rileggiamo domani, massimo dopodomani.

IL MANIFESTO DI SONIA PALMERI PER L’OSPEDALE DI PIEDIMONTE