MARCIANISE. Fatto e dimostrato: la determina per gli affidamenti d’oro agli ingegneri della “scuola Rossano” è illegale. “Flower” De Cicco, attento che cadi

11 Gennaio 2021 - 19:04

MARCIANISE – Avevamo promesso una seconda incursione sulla prima operazione clientelare sviluppata dalla nuova amministrazione comunale capitanata dal sindaco Antonello Velardi.

Come sempre, manteniamo la promessa e torniamo ad occuparci dell’affidamento a cinque professionisti dell’ingegneria delle

In un parte dell’articolo pubblicato sabato, avevamo caldamente invitato il dirigente dell’Ufficio Tecnico Fiorenzo De Cicco a stare attento.

Una esortazione che è esattamente il contrario di una minaccia. Perché noi veramente riteniamo De Cicco una sorta di vittima ammaliata dal miraggio di avere un super contratto da dirigente che lo faccia stare in pace per qualche anno.

Altro che pace, oggi De Cicco già si trova a intersecare la linea del fuoco.

Siccome il Comune di Marcianise è un luogo ormai considerato pericoloso per tutto quello che è successo nella precedente consiliatura, Velardi è costretto a utilizzare lo stesso metodo messo in opera dall’esercito americano nel 1944 e raccontato nel film “Quella sporca dozzina”.

Raccattare un po’ di gente non di grande lignaggio tecnico amministrativo, in modo da far andare avanti gli uffici comunali.

Ma in quel film c’era l’eroismo e la nobiltà di 12 galeotti trasformatisi in eroi. Qui manca l’ingrediente principale per accedere all’eroismo, cioè il coraggio, soprattutto quello di “parlare davanti”, come si suol dire, e anche quello di mettersi al servizio di una causa veramente nobile, mettendo da parte quella cultura dell’Io su cui ieri sera, nella lunga intervista rilasciata al Tg 5, si è soffermato Papa Francesco.

Ma cosa c’entra De Cicco con tutto ciò? Niente e allo stesso tempo molto. Niente perché tutto sommato si tratta di un buon uomo, molto perché il sistema a cui Velardi è costretto, isolato com’è da ogni struttura istituzionale, lo vuol far diventare proprio quello che De Cicco, buon uomo, in realtà non è.

Perché lui è veramente una brava persona.

Torniamo un attimo alla determina con la quale ha posto le condizioni per autonominarsi presidente della commissione giudicatrice da cui è uscito il verdetto per i lucrosi affidamenti di cui sopra.

Cavolo, se ne abbiamo lette di narrative di atti amministrativi. Quelli ben fatti dai furboni veri sono pieni di riferimenti normativi.

Magari partono dall’articolo 1 della Costituzione, ma non fanno certo mancare citazioni delle norme di dettaglio e più recenti.

Il Buon uomo, invece, sapete cosa ha fatto? Per essere contemporaneamente presidente della commissione e dirigente a cui poi è toccato l’onere di produrre gli atti amministrativi con i quali i cinque professionisti hanno ipotecato somme prossime ai 100mila euro, ha riportato solamente l’articolo 107 del TUEL, cioè una legge di venti anni fa (1 agosto 2000) che soprattutto nella parte riguardante la disciplina delle gare è stata totalmente superata, nell’ordine: dal primo Codice degli Appalti, dal secondo Codice degli Appalti risalente al 2015, e da altre leggi di modifica, l’ultima delle quali individuabili del decreto legislativo 56/2017.

Per cui, quell’articolo 107 è superato, letteralmente demolito dalla legislazione successiva. Non solo, ma anche dai colpi inferti da un’autorità amministrativa di indiscutibile autorevolezza, com’è senza dubbio l’Anac. Proprio da questa dobbiamo partire: “I commissari non devono aver svolto né possono svolgere alcun’altra funzione o incarico tecnico o amministrativo relativamente al contratto del cui affidamento si tratta”.

Raffaele Cantone, tornato a fare il magistrato dopo gli anni della Dda, a capo della Procura della Repubblica di Perugia, aveva lasciato l’incarico di presidente dell’Anac da poco meno di due mesi.

Ma questo parere era farina del suo sacco. Per cui, che dite, conta più quello che dice Cantone o, con rispetto parlando, quello che scrive Fiorenzo De Cicco, che ha fatto sia il presidente della commissione che l’estensore degli atti finali di tipo esecutivo?

Per cui, quando abbiamo titolato che a Marcianise si era iniziato male, forse abbiamo sbagliato, ma per difetto.

L’Anac non si è fatta ispirare da Nostradamus nel formulare questa forma netta di incompatibilità, l’ha pescata, infatti, pari pari dall’articolo 77 del Nuovo Codice dei Contratti.

L’affermazione dell’Authority riproduce il comma 4 del citato articolo.

Ultimo passaggio sul Rup. Sempre nel medesimo articolo 77, comma 4, viene detto: La nomina del RUP a membro delle commissioni di gara è valutata con riferimento alla singola procedura”.

In poche parole, il De Cicco ha applicato il principio dell’incompatibilità tra la carica di Rup e quella di componente della commissione che non esiste più, dell’articolo 107 del Tuel, divenuto ormai materia per gli storici del diritto e nulla più.

Un Rup può far parte di una commissione: Franca Nubifero lo sapeva bene, ma si è ben guardata dal significarlo, perché tirandosi indietro aveva un argomento utile per tagliare i ponti con una modalità di relazione con tecnici, professionisti, che questo bando avevano focalizzato nel 2018, cioè al tempo in cui la Nubifero ne era il Rup.

Ultima legge inesistente nella determina di De Cicco, che a questo punto possiamo definire, assumendocene tutte le responsabilità, totalmente illegale.

DECRETO LEGISLATIVO 19 aprile 2017, n. 56

Art. 46. Modifiche all’articolo 77 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50

1. All’articolo 77 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, sono apportate le seguenti modificazioni:

d) al comma 4, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “La nomina del RUP a membro delle commissioni di gara è valutata con riferimento alla singola procedura.”;

Dalla sporca dozzina al grande duo Jo Squillo e Sabrina Salenro: “Flower” De Cicco, attento che cadi. E ti fai pure male.

Domani l’ultimo approfondimento sul caso, ragionando sui nomi dei prescelti.