AVERSA. Grave crisi nervosa per Patrizia Rampone. Ricoverata e liberata dal gip dagli arresti domiciliari

27 Febbraio 2021 - 16:50

AVERSA (g.g.) – Sarà interessante stabilire se la pesante crisi nervosa che ha colpito la 59enne di Aversa Patrizia Rampone, arrestata nell’ambito dell’ennesima inchiesta sulle ancora più “ennesime” mazzette girate in ambito Asl, abbia reso o meno necessario un t.s.o. che sta per trattamento sanitario obbligatorio e avviene, con la firma del sindaco del luogo in cui si trova il paziente una volta constatato che questi abbia perso, almeno temporaneamente, la capacità di intendere e di volere e conseguentemente può determinare danni ad altri o a se stesso, nel caso specifico, a se stessa.

La specificazione da parte nostra, la declinazione del fatto di salute non è un atto gratuito perché la specificità del problema accusato da Patrizia Rampone potrebbe essere stato il discrimine determinante per la decisione, assunta oggi dal gip del tribunale di Aversa-Napoli Nord, di liberarla dagli arresti domiciliari. Ecco perché ci siamo permessi, dovendolo fare per una causa superiore, cioè la corretta informazione dei nostri lettori su un fatto di enorme allarme sociale, com’è senza dubbio quello emerso dalle 1024 pagine dell’ordinanza firmata dallo stesso gip del tribunale di Aversa Napoli Nord che oggi si è pronunciato a favore della liberazione della Rampone, considerata un punto di riferimento operativo e anche affettivo, di Luigi

Carizzone, capo del dipartimento di salute mentale e personaggio centrale dell’inchiesta della Procura normanna.

Ieri sera, questa crisi nervosa è stata fronteggiata dal personale del 118 che ha accompagnato la donna, affiancata a quanto pare dal marito, all’ospedale di Sessa Aurunca, dove, com’è noto c’è un reparto attrezzato di psichiatria.

Se il giudice ha deciso così, è evidente che abbia considerato autentico il problema della Rampone. Una determinazione delicata visto e considerato che la storia giudiziaria è piena di casi (ricordate Cutolo come riuscì a farsi ricoverare al manicomio di Aversa da dove fuggì?) in cui, come si suol dire, “facendo il pazzo o facendo la pazza” si sono ottenuti dei benefici sia nella fase cautelare, sia nella fase dell’emissione della pena, che in quella dell’esecuzione della stessa.

Ma la decisione del gip di Aversa taglia, come si suol dire, la testa al toro. Per il giudice, la Rampone ha avuto un malore vero e serio e dunque merita di essere liberata dal fardello cautelare degli arresti domiciliari.