LE FOTO. Giusto così. Carlo Marino dà il cinque e stringe la mano del figlio del boss Giovanni Capone. Con lui festeggia il narcotrafficante Francesco Amato. Questo è il sindaco del PD

19 Ottobre 2021 - 12:46

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Ha fatto bene, Carlo Marino, a festeggiare e ha fatto bene a non avere alcun timore a farsi fotografare e filmare mentre abbracciava i suoi sostenitori.

Il sindaco di Caserta non è uno stupido, lo abbiamo sempre detto.

Se oggi ritiene che non sia pericoloso dare il cinque e stringere fraternamente la man a Raffaele Capone, figlio di Giovanni Capone, per anni capozona del clan Belforte a Caserta e da anni ridotto in carcere con condanne pesantissime; se Marino ha ritenuto che ciò non fosse rischioso, se ha alzato quel suo braccio in segno di riconoscenza nei confronti di una persona che evidentemente gli è stata vicino in campagna elettorale, perché quello è un gesto non convenzionale ma implica una conoscenza diretta e reciproca da parte di chi si scambia quel segno di fraternità; allora come si suol dire, “sa a lui”.

Sa che lo Stato, in una delle sue tre funzioni fondamentali, in uno dei tre poteri che rappresentano l’architrave di quella parte della Costituzione dedicata agli organi della nazione, non si porrà nessun interrogativo su quelle che sono state le elezioni comunali di Caserta e su quel che è stato l’ultimo anno prima della loro celebrazione.

È tranquillo, Carlo Marino.

Non avverte come pericolo il fatto che vicino al buon Massimino Vecchione, scatenatissimo fan e frontman dei festeggiamenti, ci sia un altro top player della buona società casertana, quel Francesco Amato che insieme al fratello Mario vanta un pedigree, un curriculum coi fiocchi, che spazia dalle violenze assortite contro le persone e le cose al grande spaccio di stupefacenti.
Vedete, qualcuno, anzi più di qualcuno nelle ultime ore, ci ha sfotticchiato un po’ ritenendoci gli sconfitti di questa elezione comunale.

Ci sta. Fa parte del gioco, ma ancora una volta dobbiamo precisare che noi ritenevamo votabili tutti i candidati fuorché due. Andava bene, cioè, che il sindaco lo facesse Zinzi, oppure Romolo Vignola, oppure Raffaele Giovine, oppure Ronzo e anche Ciro Guerriero.

Sapete perché? Perché a ognuno di questi il massimo che si può fare è il processo all’intenzione.

Quei due là, invece, Carlo Marino e Pio Del Gaudio, hanno segnato la storia di questa città, negli ultimi 23-24 anni. Per cui il processo gli si può fare su elementi concreti, fattuali.

Se noi abbiamo scelto la linea del “votate tutti fuorché Marino e Del Gaudio” è perché sapevamo bene che nel momento del pericolo, nel momento in cui una risposta democratica avesse abbattuto il sistema che si incarna in quelle augustissime facce di coloro che hanno partecipato ai festeggiamenti di Marino e che da Marino sono stati, a loro volta, festeggiati e legittimati, quest’ultimo ha trovato un terreno di confronto con Del Gaudio e non a caso si sono messi insieme.

Tutto torna, naturalmente per noi che viviamo ogni singola giornata nello sbigottimento di leggere, negli atti amministrativi, cose che è difficile raccontare agli altri perché si rischia di incrociare la loro incredulità.

Della serie: dai, non esagerare. Non è possibile che succeda davvero.

Un’esperienza che condividiamo con una persona che può essere simpatica o antipatica ma sulla cui integrità non si può discutere.
Parliamo di Sergio Tanzarella, il quale in più di un convegno a cui ha partecipato ha riscontrato la stessa reazione in un uditorio fondamentalmente costituito da persone di sinistra.

Non credono, chi ci legge e chi ascolta Tanzarella, che un sindaco del Pd, appoggiato dalla sinistra ipocrita e questo punto sedicente dei Vignola, dei Giovine, degli Apperti, dei Fiano, dei don Nicola Lombardi, appoggiato da neofascisti qual è senz’altro Mimmo Guida, che non se ne vergogna, padre di Francesco Guida (tra i più votati a queste elezioni),  possa avere tale familiarità con esponenti della criminalità organizzata.

Amato e Capone sono solo due esempi tra tanti, assoluti protagonisti di un voto che a nostro avviso, ma non ad avviso di tanti casertani, il che non ci stupisce, è stato totalmente inquinato.