In carcere per 14 giorni, ma è innocente. Risarcimento da 10 mila euro per l’ex consigliere comunale

31 Ottobre 2021 - 14:38

CASTEL VOLTURNO – Prima arrestato perché colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere. Dopo 14 giorni lo stesso Giudice per le Indagini Preliminari Pietro Carola del tribunale di Napoli lo scarcerò per insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, a seguito dell’interrogatorio di garanzia. Successivamente il Giudice dell’Udienza Preliminare di Napoli si convinse della sua innocenza, sancendola con l’assoluzione.

Questo accadde nella primavera 2012 a Giuseppe Gravante, 61 anni, ex consigliere comunale di Castel Volturno. Ora la Corte di Appello di Napoli, ottava Sezione Penale, presieduta dalla giudice Rosa Maria Caturano, ha riconosciuto l’ingiusta detenzione all’ex politico castellano e gli ha concesso un risarcimento di dieci mila euro per il periodo di carcere ingiustamente subito dal 22 febbraio al 6 marzo 2012. Accolte in pieno, dopo ben 9 anni dai fatti, le richieste dei suoi difensori, gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo.

Per la cronaca Giuseppe Gravante rimase coinvolto nell’operazione denominata “Green Domitia Village “ quando vennero arrestate numerose persone dell’agro aversano e vennero anche sequestrati, al Lago Patria ben 181 appartamenti, ritenuta dagli inquirenti una colata di cemento fuorilegge in riva al mare. Un sequestro di beni che ammontava a quasi 300 milioni delle vecchie lire. Nell’inchiesta dell’Antimafia di Napoli furono colpiti funzionari della prefettura, uomini dello Stato, ritenute presumibili gole profonde di notizie coperte dal segreto. Il messaggero di quelle notizie, consegnate a un presunto sindaco colluso dell’agro aversano, secondo l’ipotesi degli inquirenti, era un insospettabile alto ufficiale. Nell’operazione vennero coinvolte anche anche vari amministratori comunali. Nell’elenco dei quattordici arrestati, su ordinanza di custodia emessa dal gip Pietro Carola, con un totale degli indagati raggiungeva quota 43, comparivano diversi ex sindaci sempre dell’hinterland aversano e due ex consiglieri comunali di Castel Volturno, tra cui Gravante.

I due ex politici castellani venivano accusati di aver contribuito a far rilasciare concessioni e autorizzazioni amministrative falsate per favorire gli interessi degli imprenditori edili vicini ai clan dei Casalesi. Gli veniva contestato il concorso esterno nell’associazione camorristica facente capo al clan dei casalesi fazione Bidognetti nonché il reato di falso, aggravato dall’art. 7, l”aggravante agevolatrice dell’attività mafiosa, sempre per aver favorito il clan. Vennero, in quell’occasione, arrestati anche i costruttori che avevano edificato il Domitia Village : un complesso immobiliare con centro benessere, piscine, centri commerciali, strutture sportive, creato – secondo l’ipotesi della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli – per consentire il riciclaggio di denaro.

L’ordinanza portava la firma del gip partenopeo Pietro Carola che sequestrò anche altri 329 appartamenti, terreni per 400 mila metri quadrati, un capannone con maneggio, cento box per cavalli, quattro lidi balneari oltre a 213 conti bancari e quindici tra società e quote. Il mega blitz venne effettuato dalle Fiamme gialle. Ora a distanza di 9 anni dai fatti viene resa giustizia a Giuseppe Gravante con il riconoscimento di un indennizzo di diecimila euro, come risarcimento del carcere ingiustamente patito per 14 giorni.