CAPUA. Il cantiere delle Torri di Federico è un disastroso mistero. Di Monaco, assessore da anni, ci spiega che cosa vuole fare? E poi, quelle strisce blu…

30 Novembre 2022 - 19:31

Sabato scorso abbiamo dato la notizia prettamente connessa alla cronaca di una giornata in cui ai capuani è stato in pratica proibito di nuovo, di raggiungere l’area sud e l’area nord della città. Oggi è opportuno cominciare a produrre qualche riflessione su questi primi 5 mesi di impalpabile amministrazione targata Adolfo Villani

CAPUA(g.g.) Noi vorremmo anche parlare bene di Adolfo Villani e della sua amministrazione. Per questo motivo, stiamo letteralmente setacciando gruppi e profili personali di Capua, soprattutto quelli degli assessori, dei consiglieri comunali di maggioranza, in modo da trovare uno spunto, anche uno solo basterebbe, per dire, ok, la macchina amministrativa è partita, magari è attiva solamente nella cosiddetta ordinaria amministrazione, ma di questi tempi, meglio l’ordinaria amministrazione che niente.

Francamente non abbiamo trovato nessuno spunto se non delle improbabili e anche discutibilissime chiamate a raccolta di volontari per svolgere qualche azione di ripulitura di qualche spazio della città.

Ci siamo concentrati soprattutto sulle possibili esternazioni dell’assessore ai lavori pubblici Luigi Di Monaco. Ciò, per un motivo molto semplice: Di Monaco, delegato indicato in quel caso dal Pd e dallo stesso Adolfo Villani, che, almeno all’inizio ha dato ad intendere che lui simpatizzasse per l’amministrazione di Luca Branco ha già ricoperto la carica di assessore ai lavori pubblici. Dunque, se si eccettua il periodo del commissariamento, aveva già il lavoro iniziato almeno sulla carta. Tra l’altro, si tratta di un politico di lungo corso, per cui era normale pensare che nella fase iniziale dell’amministrazione di Adolfo Villani, qualche segnale di vita arrivasse proprio da Di Monaco e dal suo assessorato.

Anche in questo caso, purtroppo, abbiamo dovuto ripiegare con le proverbiali pive nel sacco. Ciò perché la città di Capua è riuscita nell’impresa di vedere peggiorata la sua condizione di agibilità infrastrutturale, alzando bandiera bianca anche per quel che riguarda quel minimo sindacale che dovrebbe garantire qualche pezza di asfalto buttata qua e là nelle autentiche voragini creatasi in tutto il perimetro della città. Ci si poteva attendere una accelerazione di quei cantieri più problematici, più critici, più delicati che condizionano pesantemente la fluidità del traffico cittadino veicolare e pedonale. E invece, sabato scorso (clicca e leggi) abbiamo dovuto registrare un nuovo cortocircuito nei collegamenti tra le varie aree di Capua. Il ponte Romano che sovrasta il Volturno è una bellissima testimonianza storico-architettonica, ammenochè l’incuria dell’uomo, in questo caso di chi ha la podestà amministrativa della città, non riesce a tenerlo protetto dagli agenti atmosferici, che saranno anche più estremi rispetto al passato a causa delle mutazioni del clima, ma che a novembre hanno sempre prodotto precipitazioni spesso temporalesche che nel 2022 non dovrebbero mai bloccare una città, trasformando il ponte Romano in una sorta di muro di Berlino che impedisce a chi ha un parente dall’altra parte, cioè a Capua sud o a Capua Nord, di raggiungerlo con tranquillità e in tempi normali e che vanifica anche l’ordinario sforzo di chi, per trasferirsi da Capua Nord a Capua Sud e viceversa, impiega comunque un’ora negli orari di punta del traffico.

Avrà anche piovuto a dirotto, il vento sarà stato anche impetuoso, però, è mai possibile che questo benedetto, maledetto cantiere non si sa di cosa, che insiste attorno alle Torri di Federico, debba offrirsi come una facile preda al cospetto di una normale intemperia autunnal-invernale? Riteniamo che si tratti di lavori svolti sotto l’egida della sovrintendenza e, pensate un po’, a Caserta, è stata decapitata dall’arresto ai domiciliari del dirigente dell’ufficio Mario Pagano accusato dai pubblici ministeri della Procura di Santa Maria Capua Vetere e dai carabinieri che hanno condotto l’indagine di essere un trafficante di reperti archeologici, in pratica un tombarolo.

A questo punto cercheremo di capire chi stia effettuando questi lavori e soprattutto cercheremo di capire quali siano i tempi degli stessi stabiliti nel contratto. Certo è che un’ amministrazione comunale e un assessore di lungo corso come Luigi Di Monaco il quale da anni siede su questa poltrona, non piò pensare seriamente di giustificare il proprio stipendio e i privilegi della sua carica non comprendendo che quel ponte rappresenta un’area nodale della città di Capua e che dunque quel cantiere debba essere controllato a vista in modo da riuscire a resistere alle avversità atmosferiche.

Ecco cosa significa quando affermiamo che questi primi mesi dell’amministrazione di Adolfo Villani sono deludenti non tanto perché il sindaco, i suoi assessori, i consiglieri della sua maggioranza abbiano compiuto qualche nefandezza ma perché non hanno fatto nulla, inerzia assoluta, sconcertante immobilità in assenza totale di una benché minima attività di elaborazione di fatti e di atti conseguenti.

Saremo lieti, già a partire dai prossimi giorni, di segnalare qualche situazione positiva. Ma perché questo accada, Villani e i suoi ci devono almeno tentare di amministrare questa città, evitando derive un po’ macchiettistiche , come quelle delle strisce blu dei parcheggi a pagamento, disegnate all’altezza dei passaggi pedonali.

Speriamo bene