I migranti del Sai tornano a Caserta. Tensione alle stelle con le forze dell’ordine: un arresto

4 Maggio 2023 - 17:12

Un ragazzo ivoriano fermato per resistenza a pubblico ufficiale.


CASERTA “Ancora pagine amare nella storia del Progetto di Accoglienza Sai di Caserta, un fallimento che condiziona la vita di 75 ex ospiti, e una sconfitta che cancella anni di impegno civico ed istituzionale volto alla costruzione di una comunità accogliente. Finanche questi trasferimenti stanno avvenendo senza tutela per le persone accolte”. Sono parole cariche di rabbia e delusione quelle pronunciate da Mimma D’Amico, del Centro sociale Ex Canapificio, associazione che da decenni assiste gli immigrati a Caserta e in provincia.
“Gli accolti nel Sai di Caserta, sospeso a febbraio – aggiunge la D’Amico – sono stati trasferiti senza cura per i progetti individuali di ciascuno, senza tenere presenti i contatti di lavoro, inclusione, istruzione degli accolti. Persone con un percorso di inserimento lavorativo in corso, trasferite a centinaia di km di distanza. Persone con un importante percorso civico e di inclusione, che li vedeva custodi di beni comuni e volontari di attività di solidarietà, spostati come pacchi. In ultimo, notizia di questa mattina, persone trasferite a Mesagne in un luogo definito dagli accolti ‘Campo’, forse un Cas (Centro di accoglienza straordinario), ma comunque un ghetto dove i migranti vengono riposti. Queste
persone hanno deciso di fare ritorno a Caserta,

di fuoriuscire dal percorso di accoglienza. Stamattina hanno chiamato un nostro mediatore bengalese perché erano alla stazione senza un luogo dove andare. Anche altri richiedenti ora stanno cercando sistemazioni presso amici e connazionali. Ieri inoltre un altro episodio molto grave, che ha visto l’ennesima incapacità di comunicazione tra un cittadino accolto a Caserta e gli operatori dell’ente gestore, finito con l’intervento delle forze dell’ordine in una situazione nella quale le vittime sono certamente gli accolti, abbandonati a se stessi. Pensiamo poi che in tanti ex accolti nel Sai attendono di ricevere i mesi arretrati dei poket Money. Un fallimento” conclude con amarezza.

Ieri, dunque, ci sono stati momenti di tensione. Un ragazzo ivoriano che ancora vive in una delle case delle coop, in corso Trieste pieno centro del capoluogo, è stato arrestato dopo una lite avuta con due operatori di una cooperativa; è intervenuta la polizia, che ha portato il giovane in Questura per poi arrestarlo per resistenza a pubblico ufficiale. Per tutti i migranti che non hanno accettato il trasferimento o sono tornati a Caserta, uscendo così dal Sai, si apre ora un futuro molto incerto: tutti hanno permessi di soggiorno in quanto rifugiati, in attesa di risposta sulla loro richiesta di asilo o ricorrenti in seguito al “no”, o perché soggetti a protezione speciale; ma uscendo dal Sai, qualora il loro permesso dovesse scadere, dovranno provvedere in autonomia, e se in teoria non dovessero avere una conferma del titolo, diverrebbero irregolari, nonostante siano da anni in Italia.