“Gianluca Bidognetti non si fidava dello zio acquisito”. Il giostraio di Aversa “messaggero” e rivelazioni del neo pentito Lanza

5 Maggio 2023 - 15:43

E’ su di lui che ora la Dda di Napoli sta concentrando le indagini

CASAL DI PRINCIPE – A pochi mesi dal blitz dei carabinieri che ha visto Antonio Lanza trascinato in cella insieme ad altri 36 indagati questi ha deciso di collaborare con la giustizia dando informazioni sulla struttura avuta dalla cosca Bidognetti fino alla data della retata.

Il gruppo, guidato dal carcere da Gianluca Bidognetti, figlio di “Cicciotto e’ mezzanotte“, avrebbe taglieggiato commercianti e imprenditori dell’agro Aversano e si sarebbe dedicato al traffico di droga sul Litorale. Secondo i racconti del neo pentito all’interno del gruppo Bidognetti vi erano numerosi screzi “Gianluca mi chiese di sorvegliare Giosuè Fioretto (zio acquisito di Bidognetti) perché temeva che stesse organizzando da solo gli affari senza rendere conto a lui spendendo il nome di Francesco Bidognetti”. Questo, secondo il racconto di Lanza, fu uno dei primi ordini che ricevette dal figlio del boss dalla sua cella del carcere di Terni. Il pentito ha poi spiegato ai magistrati come avrebbe fatto il giovane Bidognetti a mettersi in contatto con lui. “Nel

2020, ero stato scarcerato da poco, mentre mi trovavo presso il salone di autonoleggio gestito da mio fratello, a Lusciano, quest’ultimo mi disse che una persona era venuta da lui perché voleva parlarmi. Lo attesi e venne. Lo conoscevo come un giostraio di Aversa e mi disse che Nanà voleva parlarmi e che avrei potuto contattarlo telefonicamente recandomi a casa di Federico Barrino. Andai quindi con lui a casa di Barrino. Con il suo telefono fu fatta una videochiamata a Bidognetti”. Lanza ha indicato, al Pm, nome e cognome del giostraio ed è su di lui che ora la Dda di Napoli sta concentrando le indagini.