CAPUA. Ma questa famiglia della vice sindaca Giacobone è proprio da cinema: attacco frontale ai vigili urbani dal profilo Fb del prodigioso figlio 17enne più anziano di 7 anni della madre

4 Gennaio 2024 - 20:09

E lo dovete leggere bene l’articolo per cui non vi diciamo tutto in questo sommario. Fissate solo questa data: 1 aprile 1968. Poi concentratevi sulle gite in moto in costiera

CAPUA(Gianluigi Guarino) I social media più importanti, a partire da quello che ancora oggi è, soprattutto nella fascia d’età dai 40 in su, il più noto, ossia Facebook, posseggono delle regole. Se avete notato, al fianco del sostantivo utilizzato, “cioè regole“, non abbiamo associato alcun aggettivo. Se avessimo deciso di farlo avremmo dovuto utilizzare attributi molto soft, dai quali sarebbe derivato un evidente annacquamento del sostantivo.

E allora, scriviamo che Facebook ha delle regole con le quali si mette al sicuro, con le quali si copre le spalle, con le quali si para il culo al cospetto delle authority nazionali e internazionali, ma sotto sotto non è che sta li a controllare più di tanto visto che il buon Mark Zuckerberg è impegnato a fare la guardia allo spam cioè a quelle forme variegate di promozione di un contenuto che rendono Facebook una cosa che non vuole più assolutamente essere una piattaforma gratuita.

E allora, per tutto il resto, per tutto quello che non sia spam, chi se ne frega. Chi si iscrive dichiara una data di nascita e se questa valica la linea di demarcazione dei 18 anni, benvenuti e buone chiacchiere social. E se poi il nuovo profilo utilizza una data di nascita falsa, lì rimane impunita. Ammenoché non ci sia una sequela di segnalazioni che potrebbero indurre Facebook a chiedere un documento d’identità, corredato da una foto affiancata da un nome, un cognome e per l’appunto una data di nascita. Questo non succede pressoché mai o quasi

La famiglia Giacobone-Zenga, nulla contro di loro, ma siccome ne combinano una al giorno …

Premettiamo subito che noi – e lo diciamo per la centesima volta – non abbiamo nulla contro la famiglia Zenga-Giacobone- Buglione e compagnia. Se ci occupiamo di loro – sturatevi le orecchie tutti e tre – partendo da donna Marisa e proseguendo con i due variopinti fratelli, Carmine, consorte della vice sindaca, e quel simpaticone di Francesco che viaggia in Ferrari per le strade di Capua (CLIKKA E LEGGI ) e sciorina insulti irripetibili nei nostri confronti sempre dal social di cui sopra- sturatevi le orecchie una volta e per tutte – è per motivi molto seri, attinenti direttamente alla funzione che ogni giornale dovrebbe avere, di controllo sulle modalità con cui rappresentanti del popolo e /o nominati nelle istituzioni esercitano il proprio ruolo in nome e per conto delle città. Noi, fino a qualche mese fa non sapevamo neppure quale faccia avessero gli Zenga le cui prime foto sono venute fuori circa un anno fa, a qualche mese di distanza dall’insediamento di Adolfo Villani. Noi non li conosciamo personalmente, non abbiamo parlato mai con loro, nè direttamente, nè indirettamente. Non abbiamo nessun motivo per privarli del rispetto umano che si deve ad una qualsiasi persona.

Detto questo – e ragionateci un secondo se ne siete capaci – se la signora Marisa Giacobone è la vice sindaca di Capua, può un giornale appena normale ignorare la sua esistenza quando i diretti congiunti, i diretti affini o come in questo caso anche i diretti parenti-consanguinei ne combinano una più di Gianburrasca? Non lo possiamo fare perché un qualsiasi atteggiamento assunto da un vice sindaco o da un suo familiare diretto possiede un connotato pubblico, finanche istituzionale, perchè, riguardando direttamente o indirettamente la signora Marisa Giacobone riguarda direttamente o indirettamente l’istituzione che essa incarna, cioè il vice sindaco di Capua, di rimbalzo il sindaco Adolfo Villani e l’intera cittadinanza capuana.

Se la famiglia Giacobone-Zenga non ha ancora capito, vada alle scuole serali o magari veniamo noi li a Capua a spiegarvelo di persona.

Il mistero di Facebook, di un figlio (Mario Zenga) di 7 anni più anziano della madre

Torniamo alla faccenda Facebook: se Mario Zenga ha potuto aprire un profilo Facebook su cui campeggia il suo nome, il suo cognome e la sua foto, e non le consonanti iniziali e una foto con bendina che copre gli occhi, è perchè il 17enne Mario Zenga ha dichiarato a Facebook di avere 55 anni, cioè 38 in più di quelli che ha effettivamente

Questo costituisce un peccato veniale che diventa però meno veniale per il ragionamento appena sviluppato, essendo Mario Zenga il figlio di Marisa Giacobone, ma soprattutto il figlio del vice sindaco della città di Capua.

Ma diciamo che facciamo passare pure questa.

Giorno 18 dicembre 2023: quello che ufficialmente per Facebook è il profilo del 55enne Mario Zenga, partecipando ad una discussione, relativa al comportamento di una pattuglia dei vigili urbani che, secondo un altro profilo capuano avrebbe inseguito la moglie e il figlio piccolo dell’autore di questo post, manco si trattasse, sempre secondo la denuncia di chi erogava queste righe di racconto, di rapinatori seriali solo perchè, secondo i vigili avrebbero violato la Ztl quando in realtà moglie, figlio e autore del post sarebbero residenti in centro storico e quindi in diritto di circolarvi con le proprie auto, e qui piombava sul social il commento tranciante del 55enne Mario Zenga: “Andrea si devono denunciare. Mo bastaaaaaaaa”. Fino alla parola denunciare uno può anche pensare, così, con una tesi molto giustificativa che il 55enne Mario Zenga, nato evidentemente in forza di un miracolo dato che sua madre ha poco più di 7 anni in meno del figlio, abbia potuto laicamente, compostamente e con atteggiamento neutrale, rispondere a questo Andrea, “vabbè se ritieni di aver subito un sopruso, un abuso di potere allora denunciali” ovvero, aggiungiamo noi, hai tutto il diritto di denunciarli. Ma quando uno scrive “Mo bastaaaaaaaa”, per di più con una formula onomatopeica con ben 8 “a” finali da cui traspare tutta la rabbia nei confronti dei caschi bianchi di Capua, espone uno slogan prerivoluzionario che incorpora in se un giudizio pesantemente negativo nei confronti del destinatario di questa esclamazione. Per cui, il figlio di Marisa Giacobone che, secondo Facebook, ha 7 anni più della madre attacca i vigili urbani.

Oddio, può anche succedere che un figlio soprattutto quando è prodigiosamente più grande della madre e dunque quando rappresenta un miracolo che solo la nuova intelligenza artificiale è in grado di fare, e che nemmeno Gesù Cristo Nostro Signore ha voluto realizzare rispetto a Maria, possa avere idee difformi da quelle di sua madre Marisa Giacobone e conseguentemente a quelle del vice sndaco di Capua.

Le Istituzioni non sono i gelati del bar Giacobone e la vice sindaca sarebbe dovuta intervenire. Ecco come

Perciò la Giacobone come sempre capita in politica quando, seppur molto raramente, si verificano casi del genere avrebbe dovuto uscire allo scoperto affermando che la tesi di suo figlio più grande in età per il Vangelo secondo Zuckerberg, non è la sua tesi, non è il suo punto di vista su come operano gli uomini e le donne del Comandante Carlo Ventriglia nel perimetro della città di Capua.

Non intervenendo, dunque tacendo, ha, invece, come dice il proverbio, acconsentito di fatto. Di conseguenza, non compiamo esercizio di immaginazione quando scriviamo che esiste all’interno dell’amministrazione comunale di Capua una corrente di pensiero, anzi una fronda contro i vigili urbani. Delle due l’una: o al Comandante Carlo Ventriglia viene dato il benservito oppure, qualora lo stesso fosse difeso dal sindaco Adolfo Villani, tutti quelli che la pensano come il prodigioso figlio 55enne di Marisa Giacobone dovrebbero rassegnare, a partire da sua madre, che tace e acconsente, le dimissioni.

Il 1 aprile, il profilo di Mario Zenga, ma non c’è alcun “pesce”. Indovinate chi è nato in questa data?

Ora torniamo seri. Seri nonostante il nostro ragionamento riparta da una data che, nella conoscenza collettiva, tanto seria non è. Domanda: il 1 aprile 1968, giorno e mese utilizzati da Zenga junior come data formalmente comunicata a Facebook, rappresenta solo una burla, del figlio 17enne della vice sindaca che ha citato il giorno del pesce di aprile oppure ha una connessione anagrafica con la famiglia Zenga? La connessione c’è. Magari sarà solo una coincidenza, ma c’è. Nell’anno del Signore 1968, quando l’Università La Sapienza veniva sfasciata in nome e per conto della pace universale da quelli che furono definiti non a caso i sessantottini, un altro evento di portata internazionale avveniva a Capua: nasceva infatti Carmine Zenga, un infante dal futuro luminoso. Impresa, affari, tante commesse pubbliche, coniugate ad una certa spavalderia, la quale giusto per farvi un esempio può essere considerata la versione comico-satirica della celeberrima frase che Scarface – Al Pacino- pronunciava al cospetto del poliziotto che lo tallonava, “sei solo chiacchiere e distintivo”. In poche parole, Mario Zenga ha comunicato a Facebook la data di nascita di suo padre Carmine.

Una prova di amor filiale? Fino a un certo punto. Perchè a guardar bene, come ci hanno segnalato in molti, si ha la sensazione, avvalorata da molti elementi oggettivi, che questo profilo Facebook lo usi più papà Carmine che il figliolo minorenne Mario il quale, essendo tale non lo dovrebbe usare perchè questo sanciscono le regole, ripetiamo tutt’altro che ferree, del signor Zuckerberg

La prova provata che Mario ci mette la faccia e Carmine le parole

La signora Laura Piccirillo, tagga spensieratamente il profilo di Mario Zenga associandovi il seguente contenuto: “…. quando ancora eravate giovani e ci portavate in costiera in moto la domenica”. L’onda del “come eravamo” taggata ad un 17enne lambisce il confine della camicia di forza, ammenoché il simpatico ragazzo Mario Zenga non sia una reincarnazione di qualcuno, stia percorrendo una seconda vita e la signora di cui sopra se lo ricorda come una sorta di incrocio tra latin lover e gioventù bruciata, corretta da una camicia aperta e tanto pelo del pettorale al vento, durante la sua prima vita. Ma siccome questo articolo, di miracoli e di prodigi ne ha già raccontati troppi, è molto più probabile che la signora Piccirillo non si rivolga a Mario Zenga, ma sa che taggando questo profilo possa associare il suo contenuto scherzoso a Carmine Zenga. Sulla gragnuola di tag, lanciati in ogni dove dalla scherzosa lady capuana, interviene un altro personaggio interessante ossia il signor Francesco Gaetano Passaro, valente meccanico sicuramente tra i più bravi di Capua anche nella capacità di realizzare una sorta di multi servizi all’interno della sua azienda, nonchè suocero del signor Andrea D’Aniello sposo di sua figlia professoressa con salde origini a Cancello ed Arnone e che ha da poco brillantemente superato una vicenda giudiziaria (The Queen filone aversano) con l’assoluzione che ha neutralizzato l’idea del pubblico ministero che ne aveva chiesto la condanna a tre anni.

Conosci il problema di Carmine, purtroppo un portatore di catetere non può più andare in moto” ed ecco dunque il riscontro oggettivo che questa conversazione, evidentemente come tante altre, coinvolgeva Carmine Zenga e non certo il figlio Mario che nominalmente si intesta il profilo usando però la data di nascita del suo papà.

La Giacobone vice sindaca contraddice la postura da puro di cuore del sindaco Adolfo Villani

Qualcuno dirà che ci stiamo soffermando su cose banali ma non è così perchè la famiglia Zenga Giacobone come già è successo diverse volte e come dimostreremo ancora nei prossimi giorni, non ha un atteggiamento lineare che dovrebbe rappresentare il minimo sindacale per la famiglia del vice sindaco di Capua a prescindere dal cognome che porta e queste cose non possono essere indifferenti nella struttura di attenzione e di corretto esercizio della sua funzione istituzionale, del sindaco Adolfo Villani il quale confeziona interviste da puro di cuore, da trasparente per definizione, mentre allo stesso momento in cui è affiancato da un numero due che condensa in se una mentalità che non promette nulla di buono

Ma la valutazione sui vigili urbani di Capua, ad opera della famiglia della “seconda cittadina” è solo un commento buttato li superficialmente, istintivamente, o questo commento possiede una ratio, una ragion d’essere più ampia e delicata?

La presunta lite tra Carmine Zenga e un vigile urbano per certe multe in zona Bar Giacobone

Si narra a riguardo di qualche discussione molto, ma proprio molto vivace tra un vigile urbano, per altro entrato in servizio a Capua non da molto tempo e lo stesso Carmine Zenga. Argomento del “vivace dibattito” a decibel crescenti, l’attività del vigile che avrebbe sanzionato, per sosta vietata diverse auto parcheggiate nella zona prospiciente al grande bar di famiglia, al grande bar di proprietà della vice sindaca e della sua sorella gemella Candida.

Le ragioni dell’una e dell’altra tesi non le possiamo certo stabilire con certezza, almeno per ora. Per cui, a priori, non si può nemmeno escludere che sia arrivato un pazzo da Tso e che il Comandante Ventriglia con le cinghie di contenzione lo ha costretto ad indossare la divisa dei vigili urbani, per poi liberarlo per le strade della città per divertirsi un po’ e per vedere l’effetto che avrebbe fatto. Tutto è possibile. Dunque anche che questo vigile si sia, al contrario, dimostrato molto ligio e abbia deciso di elevare contravvenzione nei confronti di chi aveva violato il codice della strada stazionando in sosta vietata,. Questa è una storia di cui si parla molto a Capua e di cui noi sappiamo di più di quanto abbiamo scritto. Ma siccome questo giornale scrive solo le notizie che ha controllato e verificato 10 volte, ci fermiamo, per il momento, nel racconto di questa telenovela che, parafrasandone una celeberrima degli anni 80 potremmo intitolare “Anche i (ricchi) Zenga rompono”.

Rompono comicamente ma anche fastidiosamente convinti di essersi comprati la città di Capua nella quale molto spesso si comportano come padroni.