La mamma condannata per tentato omicidio e il papà con una doppia vita. Il destino della figlia in tribunale

5 Febbraio 2024 - 15:23

La zia, sorella della donna ritenuta responsabile dell’aggressione con coltello all’ex compagno e alla nuova fidanzata di questi, non avrebbe provveduto al trasferimento della minore dal padre, perché ritenuto assente e disinteressato alla figlia

CASERTA – Si è tenuta oggi l’udienza predibattimentale nei confronti di una donna ucraina, accusata di aver ritardato l’affido della nipote che il tribunale dei minori di Napoli aveva deciso di trasferire presso l’abitazione del padre.

La storia, già delicata di per sé, ha però un pregresso che ha visto concludersi con una condanna in primo grado.

La mamma della piccola, la signora Anastasia H., è stata infatti condannata a 12 anni e cinque mesi di reclusione per il tentato omicidio del compagno e della seconda donna che questi, Massimo S., farmacista di Casagiove, frequentava e dal quale aveva avuto un figlio.

In pratica, l’uomo avrebbe abbandonato e non provveduto ad aiutare Anastasia e la figlia avuta dalla precedente relazione, secondo quanto denunciato dalla donna e dalla sorella oggi imputata, difese dall’avvocato Eva Scialdone, motivo per cui la zia non riteneva di dover lasciare la piccola al padre.

Un giudizio che, però, contrasta con quanto deciso dal tribunale dei minori e quindi la donna è incappata nel reato previsto dall’articolo 388 del codice penale,

ovvero la mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice.

Olena H., sorella di Anastasia, andrà quindi a processo, con il rischio della pena massima di tre anni. Il signor Massimo, invece, si è costituito parte civile in questo procedimento.

Nel frattempo, in questi giorni sono state pubblicate 67 pagine delle motivazioni sulla condanna ad Anastasia, con l’avvocato Scialdone che è già in azione per presentare ricorso.

Secondo la difesa della donna, fu lei ad essere aggredita e poi, per difendersi, avrebbe colpito con un coltello Massimo S., attaccando poi anche la compagna del padre di sua figlia. I fatti si verificarono in un’abitazione di Caserta, in viale Lincoln.