La CASERTA di talento “catturata” dall’Inghilterra: l’esperienza e il caso di Clemente Iodice pupillo del chirurgo Keith Barton e del candidato al Nobel David Garway Heath

28 Luglio 2018 - 19:25

CASERTA – C’è anche un’altra Caserta. Che studia e che soprattutto crede che attraverso la cultura acquisita si possano raggiungere mete importanti durante la propria esistenza.  E’ una Caserta provvisoria, avventizia, precaria. Destinata, irrimediabilmente a spendere i valori in cui crede e su cui ha investito il proprio tempo e le migliori energie fuori da questa città, fuori da questa provincia, fuori da questo Meridione e anche fuori da questa Italia in cui ormai da più di mezzo secolo il merito e la preparazione, non solo hanno scarsa o nessuna rilevanza come vettori della promozione professionale, dell’ascesa ai punti nevralgici del Paese, ma rappresentano addirittura un freno, perché se un giovane neolaureato in medicina, reduce da un paio di master all’estero mette piede  in un reparto ospedaliero nostrano, incontrerà un primario, laureato negli anni 60, allevato nel periodo di mamma Dc che un posto di lavoro non lo negava a nessuno a prescindere,  con una carriera costruita a base di spintarelle e di favori elargiti dal politico di turno, ripagato con l’agognata moneta dei voti elettorali, che ne sa molto meno di lui e dunque non lo terrà mai tra i piedi.

E allora non resta che uscire fuori dall’Italia. Là dove osano i competenti, i preparati, gli studiosi, dato che qui, per dirla alla Checco Zalone, essere un brillante laureato “non conta un cazzo”.

Clemente Maria Iodice, Mino per gli amici, l’antifona l’ha capita per tempo e anche di più. Da semplice studente, quando era solo al primo anno di medicina e chirurgia a La Sapienza di Roma è stato, infatti, coraggioso e sfrontato il giusto, evidentemente consapevole di quello che sa, per avvicinare durante un convegno scientifico il chirurgo Keith Barton riuscendo a comunicare con lui perché negli anni del liceo e dell’università si è posto seriamente il problema di una conoscenza solida della lingua inglese. Alla fine di quella chiacchierata, Barton gli ha chiesto se era disponibile a seguirlo come assistente al Moorfields Eye Hospital di Londra, dove il luminare anglosassone, considerato tra i chirurghi più importanti del mondo, cura i disturbi e le malattie degli occhi, utilizzando le sue meravigliose mani in sala operatoria, luogo in cui, da qualche tempo, Clemente Iodice, figlio del noto avvocato Rosellina Casertano e di Sergio Iodice famoso oculista, lo accompagna molto spesso come può testimoniare una delle foto che pubblichiamo e che ritrae Keith Barton e il giovane quasi medico di Caserta con l’abbigliamento tipico delle sale operatorie. Un’esperienza fondamentale che probabilmente creerà le condizioni per un suo ritorno in Inghilterra quando avrà terminato il suo corso di studi a La Sapienza, dove, quattro anni su quattro ha percepito la borsa di studio per gli studenti più meritevoli. Trattandosi di un’università statale, si comprende che almeno questo sia avvenuto e sia stato riconosciuto in base ai numeri del libretto. L’oculistica è la passione del giovane Iodice che da tempo frequenta l’Istituto di Clinica Oculistica all’università romana sotto la guida della professoressa Aloisa Librando.

Nell’esperienza londinese, un importante punto di riferimento è stato  Vincenzo Maurino, grande oculista originario di Aversa dove ancora viene per visitare i pazienti, ma che si è conquistato una significativa fama nella capitale inglese. Ormai la giovane promessa della medicina e dell’oculistica si muove a Londra nella sua area professionale, con molta disinvoltura, al punto che quest’anno tra le sue guide c’è il professor David Garway Heath, candidato Premio Nobel, riconosciuto tra i 100 oculisti più influenti nello scenario mondiale ed attuale presidente della EGS (European Glaucoma Society).