CASERTA. Mentre alla Reggia si “trastullano”, in piazza Carlo di Borbone le solite scene…
2 Marzo 2025 - 18:21
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Caserta (pm) – Neanche il tempo di segnalare, venerdì, come la Reggia abbia ancora il problema dei venditori abusivi – in forma grave, giacché capaci di agire persino nell’androne della biglietteria – e quello di una bigliettazione che prescinde dalle esigenze reali dell’utenza (qui la nota), che ieri ci imbattiamo in un altro caso strano a dir poco.
Dal suo sito istituzionale apprendiamo che la direzione museale, per “arricchire le suggestioni del suo pubblico, propone la co-creazione di una playlist mensile che possa amplificare la meraviglia della conoscenza del Complesso vanvitelliano. Dal 1° marzo arriva Percorsi Sonori: 12 brani per immergersi nel Museo verde, lasciarsi trasportare dalla musica e vivere il patrimonio culturale in un modo sempre diverso. Ogni mese, dagli account social della Reggia di Caserta sarà possibile selezionare i brani della playlist attraverso i sondaggi proposti agli utenti della rete. Un’iniziativa di cocreazione che darà voce ai suggerimenti dei visitatori e renderà ogni ascolto ancora più speciale”.
Francamente l’iniziativa ci sembra non poco puerile ed oziosa. A parte il fatto che chi dovesse avvertire un’esigenza del genere già può ascoltare la musica che vuole attraverso le sterminate app telefoniche esistenti, ci troviamo in un pieno caso di non sequitur. Perché dalla premessa di voler “amplificare la meraviglia della conoscenza del Complesso vanvitelliano” non consegue, se non con evidente forzatura, che si debba mettersi ad ascoltare e distrarsi con delle canzoni. Il capolavoro architettonico della Reggia ha uno splendore di luoghi e di contesto che basta a se stesso.
Leggendo la notizia, ci siamo fatti l’idea che il promotore di questa pensata da bietoloni, da adolescente brufoloso, debba essere uno che quando studiava da ragazzo era abituato a tenere la radio o la televisione accesa. Onde gli sarà sembrata la cosa più naturale del mondo che ci si muova nel museo con un cantante nelle orecchie.
Poi, a scorrere la lista dei primi brani proposti – da Maledetta Primavera della Loretta Goggi nazionale, a Lucio Battisti d’antan, e Jimmy Fontana con la canzone Il Mondo – si capisce che si è puntato ad una sorta di ecumenismo canoro nella presunzione di non dispiacere nessuno, ma si è approdati al ridicolo.
Ora non la vogliamo fare lunga più di tanto, perché chi non vede la evidente pochezza della cosa se la deve prendere con se stesso. Ma è molto semplice: questo nazional-populismo che ricerca forsennatamente ed insensatamente di lusingare il turista in queste forme scialbe non appartiene ad una istituzione di alta cultura.
Ma una cosa esigiamo di sapere. Se, cioè, tutto questo ambaradan di Percorsi Sonori comporti spese per l’amministrazione museale per incarichi o retribuzioni di addetti o anche solo per diritti di autore musicali. Viene pagato qualcuno e chi o se ne occupa un impiegato nella sua normale attività d’istituto?
Se alla base dovesse esserci un appalto di servizio aspettiamoci la prossima pensata degli occhiali ad effetti speciali 3D anaglifi. Ne vediamo già il lancio: “Per una immersione totale e coinvolgente nella stupenda location vanvitelliana ! ”.
Molto più seriamente, rileviamo che, nonostante le forze di sicurezza perlustrino piazza Carlo di Borbone avanti ed indietro, ma quasi come se non vedessero, gli ambulanti abusivi continuano ad agire indisturbati. Proponiamo ai lettori alcune foto di stamattina di due venditori illegali di opuscoli turistici. In uno scatto si vede anche un corpacciuto che si denuda il dorso, forse perché accaldato. Sempre meglio che non invocasse Allāh akbar…
Infine, nella città a chiara vocazione turistica, che vi dedica assessorati con competenze incrociate, che ha commissioni e tavoli appositi, così propagandata negli infiniti incontri pubblici ed istituzionali dove esponenti politici e rappresentanti vari possono inventarsele tutte senza tema di alcuna obiezione in un contesto di compiacenze assortite, il palo della tabella toponomastica della ribattezzata piazza Carlo di Borbone si avvia al terzo anno terzo che è ben storto. A furia di parlare non c’è tempo, evidentemente, per raddrizzarlo.