IL VIDEO E LE FOTO. S. MARIA C.V. La pista ciclabile da 2milioni di euro. Ecco chi li ha intascati. I pericoli e le strisce pedonali illegali
12 Marzo 2025 - 14:40

Abbiamo sviluppato un primo focus su un intervento di cui molto si discute ultimamente nella città del Foro. Ma non finisce qui, perché domani torneremo sull’argomento e vi daremo un dettaglio completo del quadro delle norme violate.
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SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) Qualche anno fa l’Italia, soprattutto quella del sud, si riempì di rotonde. Tante di queste non servivano assolutamente a nulla. Anzi, diventarono nocive e rallentarono ulteriormente il traffico lambendo il più delle volte muri e muretti di proprietà che le amministrazioni comunali e provinciali non fecero oggetto di esproprio per pubblica utilità, a dimostrazione di quelli che erano i veri obiettivi dell’impianto di centinaia e centinaia di rotonde: non garantire un flusso del traffico veicolare più celere, più scorrevole, non ridurre la cifra di probabilità di incidenti grandi e piccoli, che anzi, nelle rotonde alla francese, aumentarono esponenzialmente a causa della generalizzata ignoranza degli automobilisti sulle norme relative alle precedenze, ma semplicemente di spendere i soldi che l’Unione Europea aveva messo a disposizione di quella particolare struttura stradale
E quando arrivano soldi, moneta sonante, gli occhi dei nostri politici diventano come quelli di paperon dei paperoni. Solo che il simpatico personaggio taccagno di Walt Disney trasformava le sue pupille con il simbolo del dollaro, qui sindaci, assessori, consiglieri comunali ma soprattutto dirigenti e funzionari degli uffici tecnici vi iniettarono il marchio dell’euro. Appalti a go-go a ditte degli amici, degli amici degli amici e si sa come funziona da noi quando ci sono da aprire delle buste. O meglio, lo sappiamo noi in quanto la corruzione della pubblica amministrazione, pur conclamata, pur avvertita, conosciuta da tutti, è stata una delle grandi assenti nelle inchieste della magistratura inquirente, almeno per quel che riguarda la nostra provincia, negli ultimi 10 anni.
Ora, la stessa cosa, poco meno o poco più sta succedendo con le piste ciclabili. E anche in questo caso si fa fatica, il più delle volte, a cogliere nelle stesse quegli elementi di comodità di invito a rinunciare ai motori a scoppio, all’iniezione elettronica a vantaggio dei pedali salutari per il corpo e per l’ambiente. Ne sono nate alcune in posti assolutamente inquietanti al margine di strade larghe due metri e con marciapiedi che superano a malapena gli 80-90 cm. Però bisogna spendere perché le piste ciclabili fanno parte di una delle sezioni di quel mare di finanziamenti, erogati dall’Europa, nell’ambito dei cosiddetti piani nazionali che in Italia è stato definito di ripresa e resilienza, ai tanti conosciuto come PNRR
L’EREDITA’ DI NICOLA DI MURO
A Santa Maria Capua Vetere, la pista ciclabile, guardandola superficialmente, da l’idea di una cosa tutto sommato accettabile. Pensi, però, che il merito uno lo debba dare, volente o nolente, per l’ennesima volta così com’è successo per l’Università, per il casello autostradale e per tante altre cose, a Nicola Di Muro il cui giudizio storico, non quello politico, che risente ovviamente del fattore della partigianeria, non può ignorare che le ultime cose realmente compiute a Santa Maria Capua Vetere, compresa l’area C1 nord, ossia la strada di 10 metri larga, o forse ancor di più, che collega l’ultimo lembo di San Prisco all’incrocio di via Galatina e dunque da un lato al casello autostradale, dall’altro lato all’arteria che conduce a Capua, e che oggi ospita la pista ciclabile, sono suo esclusivo merito
Per cui, se quella doppia corsia per biciclette, almeno visivamente parlando, sembra essere armonica al percorso di via Giovanni Paolo I, di via Consiglio d’Europa etc, ciò va ascritto al merito di un uomo che pensava molto alla città, era un tifoso di Santa Maria Capua Vetere prima di essere un tifoso di se stesso. Piaccia o no, questi sono fatti e non parole e se qualcuno, innamorato della narrazione dell’uomo che ha pensato solo ai fatti suoi o ad arricchirsi, non è d’accordo con questa nostra tesi si faccia avanti, porti delle contro argomentazioni solite e così ne discutiamo democraticamente.
Ma la pista ciclabile di Santa Maria Capua Vetere sfoggia il vestito buono, ma presenta molte magagne sotto al medesimo.
Magari ce ne occuperemo in maniera molto più dettagliata in seguito ma così, come si suol dire, a volo d’uccello, ve ne decliniamo qualcuna: a pochi giorni dalla conclusione dei lavori ricadenti nel tratto di via dei Romani, lato via del Lavoro, come dimostra la foto che alleghiamo in calce a questo articolo, alla caduta della prima pioggia la pista si è allagata. Non di poco conto, inoltre, sono i disagi alla circolazione che stanno interessando il medesimo tratto. Infatti, con l’avvento della pista, è stato istituito il senso unico di marcia permettendo agli automobilisti di immettersi su via del Lavoro ma non di entrarvi. Ciò nonostante numerosi sono gli imprudenti che violano il divieto immettendosi nell’arteria anche a forte velocità a rischio di provocare un frontale. Per non parlare della auto che invadono la pista ciclabile addirittura per sorpassare le auto e i veicoli che li precedono. Non va meglio nel tratto di via Consiglio d’Europa dove la pista si fa strada tra gli stalli blu e il marciapiede seguendo un andamento spigoloso, non in curva, a ridosso dei marciapiedi, altamente pericolosa per i pedoni e per i veicoli che la percorrono in quanto, malauguratamente, in caso di caduta, il povero ciclista non sa se augurarsi di finire su una macchina o se cadere sul cordolo del marciapiede reso, come detto, spigoloso e con qualche complicata chicane, ne abbiamo vista una propria davanti alla gelateria Paletta d’Oro. Per quanto concerne, invece, il collegamento e la percorribilità di questo tratto della pista ciclabile va evidenziata la sua discontinuità con interruzioni e continui cambi di carreggiata della stessa. In particolare, un ciclista che proviene da via Giovanni Paolo che voglia immettersi sulla pista di via dei Romani è costretto a imboccare la rotonda nel senso di marcia contrario se non vuole essere investito dalle auto provenienti dal senso opposto. Lo stesso dicasi per il tratto all’altezza dell’incrocio del ponte dell’alifana dove il ciclista é costretto ad attraversare -trasversalmente e pericolosamente- l’incrocio per raggiungere la pista ciclabile posizionata di nuovo sul lato opposto.
Inoltre da quello che ci hanno raccontato i residenti, fornitori di un immagine fotografica specifica che pubblichiamo, tra le altre, in calce all’articolo, si è registrato uno spreco nell’uso delle risorse umane. Prima si è creato, infatti, un punto di immissione in via Consiglio d’Europa e solo successivamente ci si è resi conto dei disagi legati all’inefficienza di questo varco a carico delle auto in entrata nell’importante arteria cittadina
I COLORI DELLE STRISCE PEDONALI, QUESTIONE SERIA E SOPRATTUTTO ILLEGALE
Come si può vedere dal video che pubblichiamo all’inizio dell’articolo e dalle foto che posizioniamo in calce ad esso e sotto alle due determine, i progettisti e tutti gli altri professionisti che hanno lavorato alla pista ciclabile si sono divertiti nel gioco dei colori. Nel senso che hanno alternato, nei passaggi pedonali, le classiche strisce bianche con colorazione blu. Insomma il fondo nero o grigio dell’asfalto è scomparso. Questo giornale si è occupato in passato di operazioni simili che, per esempio, al Comune di Caserta, sono considerate, ormai acclaratamente, fuorilegge. Dopo che i fatti sono stati segnalati e denunciati da consigliere comunali di opposizione, che oltre a dimostrare, norme alla mano, che le strisce bianche non possono essere alternate a colorazioni di ogni genere, hanno pure evidenziato che i costi, sicuramente più alti, delle installazioni color delle strisce pedonali, rischiano di essere sanzionate, per danno erariale, dalla Corte dei Conti. Proviamo ad andare maggiormente nel dettaglio tecnico degli interventi, realizzati a Santa Maria Capua Vetere a tutela dei diritti dei pedoni, in connessione alla pista ciclabile. In alcuni punti i dossi, come si vede chiaramente dal video che semplifica il caso di un punto di via Giuseppe Castaldo, (con la promessa che nei prossimi giorni dopo aver scritto questo articolo vi pubblicheremo altre mini clip girate in zone diverse), sono stati completamente ricoperti di vernice bianca e blu ridisegnando, quindi, il classico e legale passaggio pedonale già esistente trasformandolo cromaticamente. Negli altri video che pubblicheremo tra domani e dopo domani si vedrà, invece, la nascita di nuove strisce pedonali anche in questo caso con fondo blu. Mentre gli attraversamenti già esistenti sulla carreggiata sono bianchi e neri contestualizzati alla scelta di colorare in blu il loro proseguimento ricadente nel perimetro della pista ciclabile.
L’articolo 40 del codice della strada prevede l’esistenza delle strisce pedonali e su questo ci siamo da una ottantina di anni visto che le strisce di attraversamento esistevano già prima della messa in opera del citato codice gemmato dal decreto legislativo 285 del 30 aprile del 1992 il cui comma 7 rafferma che per quanto riguarda la colorazione della segnaletica orizzontale e anche delle strisce pedonali rimanda al regolamento di esecuzione del codice della strada, il quale non fa altro che assorbire la normativa europea che vieta espressamente questa utilizzazione dei colori. Ed è su questo quadro di regole normative he la corte dei conti del Veneto, analizzando un caso simile a quello di S. Maria C.V., con sentenza numero 38 del 14 marzo 217 ha sanzionato il responsabile dell’area tecnica di un comune per danno erariale. Come avete letto, sia in un passaggio precedente sia nell’ultimo periodo di questo articolo, abbiamo dato per certa l’attestazione di illegalità delle strisce bianche alternate con strisce colorate. Siccome CasertaCe non è abituata a comunicare con i suoi lettori sulla base “perchè lo scriviamo noi, è buono, giusto e soprattutto vero, vi diamo appuntamento alla giornata di domani per la definizione della filiera normativa completa che ci porta ad asserire, in scienza e coscienza, e ben consapevoli che si tratta di una tesi molto seria e delicata, che le strisce pedonali connesse alla pista ciclabile di Santa Maria Capua Vetere sono illegali senza se e senza ma.
I COSTI: PROGETTISTI, LE IMPRESE, ECCO CHI HA INCASSATO I SOLDI
Per questa opera il Comune di Santa Maria Capua Vetere ha ricevuto un finanziamento di 1.897. 208, 37euro. Qualche altra cosa, quattro spiccioli, li ha messi il comune visto che la somma totale è stata di 1.982.598, 61euro. Insomma quasi due milioni di euro. Una cifra importante rispetto alla quale è buono e giusto attendersi lavori e una struttura dal funzionamento ineccepibile. La gara d’appalto come è capitato sempre nel caso di finanziamenti di fondi del PNRR è stata gestita non solo dal Comune di Santa Maria Capua Vetere che evidentemente non aveva al tempo i requisiti previsti dalle norme per realizzarla da sola, ma da un mini raggruppamento – aggiungiamo noi quasi pro forma – con il Comune vicino e fondamentalmente satellite di San Tammaro. La gara è stata aggiudicata dal raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) formato dalla mandataria Edilsaf s.r.l. e dalla mandante la Società Cooperativa Segnalarsi, che per il momento non andiamo a specificare ulteriormente indicano i nomi e i cognomi degli imprenditori interessati, ma non è detto che non lo faremo in qualche ulteriore articolo se emergerà qualche carta d’identità a nostro avviso stuzzicante. Il primo nome che, invece, formuliamo è quello dell’ingegnere Gennaro D’Addio da Macerata Campania. E’ stato lui a firmare il progetto esecutivo della pista che si dipana da Via Giuseppe Castaldo traversa di via Galatina fino a via dei Romani, con un secondo lotto in programma che dovrebbe arrivare, in pratica, fino al carcere militare a confine con il Comune di Capua. Direzione dei lavori al sammaritano Giuseppe Aulicino, coordinatore per la sicurezza una vecchia conoscenza, un altro prezzemolino degli incarichi ossia Nicola Vitelli, già o ancora all’ufficio tecnico dell’ASI di Caserta e fratello di Luigi Vitelli, dirigente negli uffici del Comune capoluogo, braccio destro dell’uomo, parliamo di Franco Biondi, che ha votato, come dimostrano anche le ultime indagini e gli ultimi arresti che ha subito nella combinazione funzionale tra pubblici ministeri della Procura e gip del tribunale sammaritano, la sua vita all’integrità personale e professionale. Un approdo quello di Luigi Vitelli, non casuale, visto che l’ingegnere ha voluto essere all’altezza sfoggiando il requisito di un processo per il reato di concussione che, secondo la Procura della Repubblica di Santa Maria C.V., tesi confermata da un gup, avrebbe compiuto a danno degli operatori del mercato ortofrutticolo, insieme all’allora comandante dei vigili urbani, al tempo in cui era responsabile dell’ufficio tecnico proprio al comune di San Tammaro.
La galleria degli incaricati prosegue con il collaudatore dell’opera Gaetano Capitelli, un nome una garanzia, come protesi dell’altro console del comune di Santa Maria Capua Vetere, quel Nicola Leone che tutto comanda insieme al sindaco Antonio Mirra
La liquidazione dei pagamenti è già iniziata visto che, con determina numero 39 del 24/02/2025 si è provveduto alla liquidazione a favore dell’architetto Giuseppe Aulicino, della cifra di 15mila 392euro a titolo di “1° ACCONTO” così è scritto testualmente in determina per la sua attività di direttore dei lavori
Buone notizie anche per il portafoglio del progettista esecutivo, l’ingegnere Gennaro D’Addio che, con determina n 40 del 25/02/2025, che pubblichiamo in calce all’articolo insieme a quella di Aulicino, si è visto liquidare la somma, sempre a titolo di 1° acconto di 18mila 907 euro.


