Altri guai per il sindaco Santarpia. Questa volta inseguito dall’Agenzia delle Entrate. Irreperibile l’atto pubblicato nell’albo pretorio del Comune dove ha un casolare
13 Marzo 2025 - 10:18

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Sindaco fuggitivo 2.0. Ci risiamo dopo quello che è successo con il provvedimento del Tribunale di Aversa – Napoli Nord che ha sancito la sua incompatibilità
FRIGNANO (Federica Borrelli) – La famiglia Santarpia è un’istituzione nel mondo dei tributi. Generazioni di esperti, da sempre dediti all’attività dell’esazione fiscale. Se c’è qualcuno, dunque, che sa come funzionano le leggi in materia, sono proprio loro.
I Santarpia hanno vissuto da protagonisti il processo Spartacus, una vicenda che li ha resi noti e li ha fatti conoscere anche per il loro “rapporto” con la legge. Processo, va precisato, da cui sono usciti assolti e indenni.
E proprio per questo, quando si apprende che Lucio Santarpia, attuale sindaco di Frignano, due volte dichiarato incompatibile dal Tribunale di Aversa – Napoli Nord, sfugge anche agli avvisi dell’Agenzia delle Entrate, l’impressione che se ne ricava è tra l’esilarante e il paradossale.
Se si fosse trattato di un qualsiasi cittadino, di un semplice residente di Frignano, non avremmo scritto alcunché. Per questioni di privacy, infatti, non sarebbe stato appropriato. Ma Lucio Santarpia non è un cittadino qualunque: è il sindaco di Frignano, il primo cittadino, una figura pubblica che rappresenta la comunità frignanese e che ricopre un ruolo di grande responsabilità. E un pubblico ufficiale, che riveste una carica così importante, dovrebbe essere il primo a dare l’esempio.
Il suo comportamento, in quanto rappresentante del popolo nelle istituzioni, non può passare inosservato o essere banalizzato. È proprio per questo che avvertiamo come un nostro dovere professionale quello del racconto, perché riteniamo che chi guida una comunità debba comportarsi con la stessa trasparenza e con il rispetto che chiede ai propri cittadini.
La storia che oggi narriamo ha, invece, un connotato non certo edificante. Ha, per protagonisti, ancora una volta, il sindaco e il sistema legale che sembra avere più difficoltà nel raggiungerlo di quanto non accada per un cittadino comune. In particolare, agli sforzi leonini messi in atto dai vari ufficiali giudiziari, il più delle volte impossibilitati a svolgere il proprio dovere di notificare correttamente alla fascia tricolore gli atti a lui indirizzati, relativi alla sua incompatibilità, si aggiunge un altro episodio, il quale ha a che vedere con la ricezione – anche in questo caso quasi impossibile – di atti di natura fiscale.
Succede che anche l’Agenzia delle Entrate di Isernia cerchi di notificare degli atti al sindaco di Frignano. Santarpia ha una residenza – ben nota alle cronache di questo giornale – nel Comune molisano di Venafro, dove possiede un casolare che, per dirla con parole giuste, non è proprio il massimo dell’abitabilità e del comfort. Insomma una casa o qualcosa del genere che sembra destinata ad altro rispetto ad una vera residenzialità, magari ad essere, invece, utile strumento per rendere ardue le notifiche degli avvisi ufficiali, delle chiamate della Repubblica italiana. Insomma, i dribbling di Santarpia di fronte agli ufficiali giudiziari o ai messi notificatori sono stati più vertiginosi e ubriacati di quelli della buonanima di Maradona. Prima le chiamate del tribunale di Aversa-Napoli Nord per la questione dell’incompatibilità, poi, ora, i documenti fiscali.
E se questo espediente, da manuale delle manovre astute, lo ha aiutato, così come abbiamo raccontato in più di un articolo, a ritardare il riconoscimento della sua incompatibilità con la carica di sindaco di Frignano, la cosa potrebbe ripetersi con i documenti dell’Agenzia delle Entrate, non sappiamo se della sua sezione ordinaria o di quella che si chiama Agenzia delle Entrate-Riscossione, un tempo Equitalia.
La questione del “casolare fantasma” di Venafro ritorna, insomma, come leitmotiv, anche nel caso degli atti tributari. Il portalettere, il messo notificatore o addirittura l’ufficiale giudiziario si sono recati sul posto, ma non trovando nessuno, hanno dovuto seguire la procedura prevista dall’art.140 del Codice di Procedura Civile. L’atto è stato quindi depositato al Comune di Venafro, che l’ha affisso sull’albo pretorio per 8 giorni. Nel frattempo, l’ufficiale ha anche inviato una raccomandata al sindaco Santarpia. E qui, purtroppo per la Repubblica italiana, il postino non ha potuto far altro che dichiarare il destinatario “irreperibile” anziché “assente”, visto che il casolare era, appunto, un po’ troppo abbandonato. Pertanto, la notifica non si è perfezionata.
Insomma, la seconda puntata di quella che, purtroppo, non è una fiction. In occasione della emissione della nuova ordinanza da parte del Tribunale di Aversa – Napoli Nord che lo ha dichiarato ancora una volta incompatibile con la carica di sindaco che ricopre, la ricerca disperata e disperante per l’immagine del Comune di Frignano si è chiusa bene dopo che sia l’ufficiale giudiziario che il segretario comunale Francesco Rubinetti, hanno costretto a far mettere a verbale nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale la difficoltà di rintracciare, incredibile ma vero, il primo cittadino, “acchiappato” infine dall’ufficiale giudiziario dopo un’inusuale e lunga ricerca tra alcuni bar della zona, alternata a quella compiuta nelle stanze della casa comunale di Frignano, dove, finalmente, l’atto giudiziario che sancisce la sua incompatibilità gli è stato recapitato pro manibus, con conseguente avvio formale della procedura.
Una cosa è certa: non c’è molta voglia, da parte di Lucio Santarpia, di ricevere questi avvisi. Nel caso ci fosse stata una sua tranquilla collaborazione con lo Stato, non si sarebbe mai arrivati, tornando all’ultimo caso molisano e alla necessità dell’Agenzia delle Entrate di Isernia di inviargli una comunicazione, di affiggere l’atto sull’albo pretorio del Comune di Venafro, anche se va ribadito che non possiamo sapere cosa si celi dietro questa busta sigillata. Ciò che è indubbio, però, è che la procedura prevista dall’articolo 140 del Codice di Procedura Civile è stata vanificata, e questo non è un piccolo dettaglio. La pervicace volontà di evitare di ricevere documenti contrassegnati dal simbolo della Repubblica Italiana, da parte di un sindaco che sfugge sia al ministero della Giustizia che a quello dell’Economia e delle Finanze, è la dimostrazione lampante di come, a Frignano, non si stia rispettando un principio fondamentale: il dovere alla trasparenza clamorosamente e reiteratamente eluso da chi Frignano e i frignanesi rappresenta indossando una fascia tricolore.
