TUTTI I NOMI di giudici, avvocati, medici e faccendieri: i coinvolti nella maxi truffa dei falsi incidenti. Il denaro riciclato grazie a un vicedirettore delle Poste

23 Maggio 2025 - 10:07

102 gli indagati raggiunti da altrettanti decreti di perquisizione emessi dai sostituti procuratori Gerardina Cozzolino, Oriana Zona e Gionata Fiore della Procura di Santa Maria Capua Vetere

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CASERTA – La maxi operazione condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza che ha portato alla luce una vasta rete criminale dedita alla truffa ai danni delle compagnie assicurative vede indagati 102 soggetti raggiunti da altrettanti decreti di perquisizione emessi dai sostituti procuratori Gerardina Cozzolino, Oriana Zona e Gionata Fiore della Procura di Santa Maria Capua Vetere.

Il cuore dell’organizzazione è stato individuato a Casal di Principe, dove sarebbe stato orchestrato un articolato sistema di frodi attraverso la simulazione di falsi incidenti stradali. Le indagini hanno rivelato un intreccio di complicità che coinvolgeva avvocati, medici, giudici di pace e impiegati postali, in un vero e proprio sistema parallelo finalizzato alla produzione e gestione di sinistri inventati.

class="wp-block-heading has-text-align-center">Avvocati e medici coinvolti

Figura chiave dell’organizzazione sarebbe Giuseppe Luongo, avvocato 38enne di San Cipriano d’Aversa, che avrebbe coordinato le attività di altri professionisti del foro: la moglie Luigia Daniela Conte, Gabriele Calderone, Giancarlo Salzillo, Salvatore Santagata, Pasquale De Rosa, Michele Zagaria e Bruno Aurora. Gli avvocati avrebbero corrotto il consulente tecnico d’ufficio Luigi D’Amico con mazzette tra gli 800 e i 2000 euro per ottenere false perizie mediche a favore dei finti danneggiati.

Coinvolti anche altri medici nominati CTU dal giudice di pace: Danilo Lisi, di Caserta, Gianluigi Di Stasio di Santa Maria Capue Vetere e lo stesso D’Amico di Macerata Campania, che redigevano verbali di visite mediche mai avvenute, certificando danni fisici inesistenti. Il tutto avveniva in assenza dei medici delle assicurazioni.

La macchina della frode

L’organizzazione si avvaleva sistematicamente di veicoli non marcianti, spesso senza assicurazione, intestati a prestanome. Le pratiche di fittizi passaggi di proprietà venivano curate presso l’agenzia Rafer srls, gestita da Raffaele Guarino, e dall’autodemolitore di Antonio Prova di Calvizzno

I “danneggiati” e i “testimoni oculari” venivano reclutati dietro compenso da Vito Bianco, 33enne di Casal di Principe; dalla moglie Ester Coppola, 29enne di Casal di Principe, e dai suoi stretti collaboratori Clemente Bianco, 28enne di Casal di Principe; Jhonathan Borriello, 21enne di Casal di Principe oltre che dagli altri sodali Rosario Antonio Coppola, 39enne di Casal di Principe; Francesco Piazza, 32enne di Casal di Principe e Pasquale Martino,44enne di Casal di Principe e Antonio Piazza, specializzato nella falsificazione di documenti d’identità.

Tre giudici di pace – Bruno Dursio (Napoli), Rodosindo Martone (Caserta) e Maria Gaetana Fulgeri (Maddaloni) – sono accusati di aver emesso sentenze compiacenti nei confronti dei truffatori. I risarcimenti erogati dalle compagnie assicurative, come Uci Scarl e Alliance, venivano incassati principalmente dagli avvocati, per poi essere prelevati in contanti presso le Poste di Lusciano con l’aiuto del vicedirettore Orazio Maccarone, di Gricignano d’Aversa, in modo da eludere la normativa antiriciclaggio.

Il flusso del denaro

Le somme venivano quindi consegnate a Giuseppe Luongo, che le redistribuiva, anche attraverso Alfonso Conte, fratello della moglie, per poi farle confluire sui conti correnti familiari con causali fittizie.

L’indagine, ancora in corso, ha messo a nudo una struttura complessa e capillare, che operava con metodi consolidati e una rete estesa di complici.

Nel collegio difensivo gli avvocati Domenico Della Gatta, Mirella Baldascino, Giuseppe Buonanno