Nel segno dell’Hopplà a Marcianise: Lorello brucia Bessega e Rossi nella volata finale

8 Giugno 2025 - 08:22

Una tappa dura e selettiva chiude il Giro della Campania – Coppa Zinzi Under 23. Dopo il GPM di Liberi e il circuito tra Dragoni e Caiazzo, volata a tre vinta da Riccardo Lorello. Il piemontese della Padovani Bozzola gestisce e conquista la generale.

CASERTA (Pietro De Biasio) – La Campania non è terra da ciclismo, dicono. Dicono male. È terra dove il ciclismo, se ci prova davvero, riesce a farsi amare. Succede quando ci sono gambe buone, cuori larghi e organizzatori con la testa sulle spalle. Succede, per esempio, con il «Giro della Campania – Coppa Zinzi», tre giorni di corsa per under 23 che ha il gusto delle corse vere, quelle che sanno di fatica, di sole in faccia, di borracce passate al volo, di giovani che ci provano perché ancora tutto è possibile.

Una giornata caldissima ha accompagnato la terza ed ultima. Si partiva da Caserta, con il Vesuvio in lontananza che pareva osservare in silenzio. Il traguardo era fissato sul vialone antistante lo storico Velodromo «Vincenzo Capone» di Marcianise, che in tempi andati ha visto crescere promesse diventate campioni.

Ma il percorso, attenzione, era tutto fuorché piatto e accomodante. Dopo la partenza si attraversavano Santa Maria Capua Vetere e Capua, strade antiche e trafficate, prima di affrontare la doppia scalata al GPM di Liberi, inserito dentro un circuito tra Dragoni, Alvignano e Caiazzo, borghi belli e dimenticati. Poi la virata decisa verso la pianura, tredici chilometri finali che sono sembrati una cronometro a squadre, tanto erano tirati e combattuti.

E lì, a Marcianise, è spuntato Riccardo Lorello, uno che conosce queste strade e che non ha sbagliato nulla: né ruota, né tempo, né fiato. Ha vinto con classe, precedendo due rivali di spessore come Tommaso Bessega (Biesse Carrera Premac) e Leonardo Rossi (Beltrami TSA Tre Colli). Ma il Giro, l’ha vinto Mirko

Bozzola, piemontese della Padovani Polo Cherry Bank.  

Le classifiche raccontano altro, ma sempre qualcosa: Bessega si consola con la maglia a punti, Toselli con quella degli scalatori (e un quarto posto generale che vale quasi più), Vesco il miglior giovane, Gialli il più attivo nei traguardi volanti, Shitin, il primo tra gli stranieri. Dietro a tutto questo, c’è una macchina organizzativa che ha funzionato. Silvia Gazzola e Stefania Libietti si sono prese responsabilità e complimenti, gestendo percorsi, sicurezza, logistica. Il Velodromo di Marcianise è tornato vivo grazie anche al sindaco Antonio Trombetta, all’assessore Tartaglione, a Raffaele Salzillo, che ha curato l’accoglienza. C’erano anche volti noti: Gianni Bugno, Mara Mosole, l’onorevole Giampiero Zinzi. Lo speaker era Mino Monelli, le immagini firmate Silver Mele per Canale 8. Tutti insieme, come a dire: il ciclismo non è solo sport, è cultura popolare.

E allora sì, è vero, la Coppa porta il nome Zinzi ma è di tutti: di chi ha pedalato e di chi ha applaudito. Una corsa non si misura solo in chilometri. Si misura anche in emozioni. E da queste parti, per fortuna, ce n’è ancora in abbondanza. Ci si rivede nel 2026. Intanto, complimenti ai ragazzi. Soprattutto a quelli che non hanno vinto niente, ma hanno fatto tutto per provarci. Quelli, restano i più forti.