LA FOTO CASERTA. La storia di San Leucio sfregiata: cavaliere Boccardi, ma lei è sicuro di poter costruire balconi e scoperchiare tetti in un opificio borbonico del ‘700 per costruire case a 600mila euro l’una?

14 Giugno 2025 - 19:18

Molte lamentele ci sono arrivate dai residenti delle strade circostanti a via delle Ferriere. Si tratta di un’area con strettissimo vincolo paesaggistico. Però siccome qui a Caserta tutto è possibile, invitiamo Boccardi ad esprimere il suo punto di vista sulla vicenda che siamo pronti a ospitare volentieri e con trascrizione letterale

CASERTA – Non sappiamo se questo antico opificio di San Leucio – che fu, in un certo senso, la “Silicon Valley” del Regno di Napoli – sia effettivamente vincolato dalla Soprintendenza ai Beni Artistici, Archeologici e Ambientali. E, francamente, non ci stupiremmo se così non fosse, considerando il modo in cui questo ente ha operato negli ultimi anni. Come spesso abbiamo raccontato, non sono mancate storie di beni culturali completamente stravolti, con la complicità di dirigenti e funzionari che hanno rappresentato il Ministero della Cultura nelle province di Caserta e Benevento, con sede nei prestigiosi uffici della Reggia.

L’opificio in questione rappresenta un frammento prezioso del sogno industriale dei Borbone, e non è affatto un elemento marginale nella storia del territorio. San Leucio, non a caso, è riconosciuto come patrimonio UNESCO.

Fatta questa premessa, non possiamo non condividere le preoccupazioni di molti residenti della zona, che stanno assistendo con crescente inquietudine al progressivo stravolgimento dell’identità di questo edificio. Da quanto si vocifera in loco, l’ex opificio sta per essere trasformato in un complesso residenziale composto da quattro appartamenti di pregio. Il primo sarebbe destinato al proprietario, mentre gli altri tre sarebbero in vendita, con un prezzo di partenza stimato intorno ai 600mila euro ciascuno.

Non è noto quanto abbia investito l’imprenditore Francesco Boccardi – già proprietario del Vanvitelli, del Novotel e dell’ex Hotel Jolly – per acquisire questo immobile. Tuttavia, appare evidente che si tratti di un’operazione immobiliare ad alto valore aggiunto, una manovra speculativa nel senso tecnico del termine, che non va necessariamente letta in chiave negativa.

Considerando l’esperienza imprenditoriale di Boccardi, ci sembra improbabile che stia agendo senza l’assenso o la copertura della Soprintendenza. Purtroppo, come hanno rivelato anche alcune inchieste giudiziarie, l’ente preposto alla tutela del patrimonio storico-artistico casertano ha più volte disatteso il proprio ruolo istituzionale.

In questo caso, per di più, ci troviamo nel cuore pulsante della storia di Caserta, in quel punto ideale che congiunge la magnificenza della Reggia con la straordinaria avventura produttiva degli opifici di San Leucio.

L’intervento edilizio si sta sviluppando in via delle Ferriere – nome già di per sé eloquente – dove sorgerà il complesso residenziale “Corte dei Gelsi”, costituito da quattro appartamenti a schiera ricavati nell’area interna dell’antico opificio.

Fino a questo punto abbiamo parlato dei possibili vincoli sull’immobile in sé, lasciando il beneficio del dubbio all’ennesimo possibile scivolone della Soprintendenza. Ma esiste un’altra questione, ben più certa: il vincolo paesaggistico che riguarda l’intero borgo di San Leucio. In virtù di questo vincolo, l’aspetto esterno dell’edificio – muri, prospetti, affacci – dovrebbe restare assolutamente intatto.

Ed è qui che emergono le criticità: ci sono pervenute fotografie che documentano interventi molto invasivi. In particolare, si nota la trasformazione di alcuni finestroni originari in balconi, ottenuta attraverso l’abbattimento della porzione inferiore delle pareti; inoltre, sarebbero state rimosse una o due file di mattoni in tufo nella parte superiore della facciata, e il tetto sarebbe stato completamente demolito.

Si tratta, in tutta evidenza, di modifiche strutturali rilevanti, che alterano pesantemente l’aspetto esteriore dell’edificio. Restiamo disponibili a ospitare un intervento di Francesco Boccardi, qualora volesse fornire la propria versione dei fatti, partendo però da un dato oggettivo: le immagini parlano chiaro, e il vincolo paesaggistico e architettonico è indiscutibile.

Gli edifici del Settecento – anche se oggi segnati dal tempo – possono essere ristrutturati solo in collaborazione con la Soprintendenza, nel pieno rispetto del loro valore storico e della loro identità originale.