La Scalata al Castello: 8,7 km tra salite, discese e gradoni suggestivi nel cuore di Riardo
16 Giugno 2025 - 18:27

Giunta alla quindicesima edizione, la StraRiardo onora la memoria di Giuseppe Abbatiello con un tracciato muscolare e tecnico: partenza alle 18.30, salite dure e chiusura in bellezza con la festa di paese. Spazio anche a bimbi e camminatori.
RIARDO (Pietro De Biasio) – A Riardo, nel cuore dell’Alto Casertano che conserva ancora l’odore delle estati di una volta, c’è un castello che domina il borgo e i suoi silenzi. Lo si vede da lontano, accovacciato sul cucuzzolo come un vecchio leone in attesa. Ma il 13 luglio prossimo, a partire dalle 18.30, quel silenzio sarà rotto dal ritmo sordo delle scarpe sull’asfalto e dal fiato caldo di centinaia di podisti. Perché la «StraRiardo – Scalata al Castello», non è una corsa qualsiasi: è memoria viva, sfida atletica e rito collettivo.
La gara assoluta, organizzata con meticolosità dall’Asd Atletica Riardo guidata da Antonio Martino sotto egida Opes, è un richiamo per specialisti della corsa su strada, ma anche per appassionati alla ricerca di un contesto scenografico unico. Insieme al presidente tanti volontari. Uno su tutti Gennaro Betti, talento locale, atleta di punta, oggi fermo ai box per un infortunio che lo tiene lontano dalle griglie. Non ha ancora deciso se correrà. Ma una cosa è certa: che indossi il pettorale o meno, sarà in prima linea a coordinare, controllare, spronare. Quando la corsa è anche casa tua, non puoi rimanere a guardare. Poi, non è un caso che dietro a ogni pettorale ci sarà sempre Giuseppe Abbatiello per il suo memorial accorato numero quindici, memoria viva e memoria che corre.
E non è un caso nemmeno che si corra su 8,7 km duri con dislivello di 160 metri, veri, disegnati tra le viscere di un borgo medievale che si difende ancora con pietra e salita. Perché Riardo non fa sconti: ti accoglie con il fascino della provincia che non si piega, poi ti mette alla prova con quel tratto finale che tira su verso il castello, come a dire: «Ora vediamo chi ha davvero le gambe». Quest’anno, ad esempio, c’è il traguardo volante, novità che farà gola agli atleti dal passo veloce e dalla testa calda: dopo 4,5 km, al termine del primo giro, in corso San Leonardo, verrà premiato il primo uomo e la prima donna a transitare, prima ancora che la gara si concluda. Ma la vera essenza resta il percorso: difficile, disegnato col righello sulla mappa e col cuore sulle salite.
Si parte da corso San Leonardo, ma già dopo cinquecento metri si entra nella parte viva e nervosa della gara. Via 20 Settembre, poi su per i gradoni del castello. Chi li ha già fatti, sa: è lì che si comincia davvero a sentire il fiato. Lì che si capisce chi ha la gamba. Si passa tra le viuzze del borgo medievale, incastonati fra archi e muri antichi, prima di gettarsi giù verso località Olive Rosse, e poi ancora in via Fontana di Monte, dove il respiro torna a distendersi. Dopo 4,5 chilometri, si chiude il primo anello: si torna in corso San Leonardo e si ricomincia, ma senza più la scala al castello, quella resta privilegio del primo giro. Saggezza tattica e resistenza muscolare saranno fondamentali. I pettorali si potranno ritirare presso la Villetta Comunale in corso San Leonardo, dove è prevista la partenza e l’arrivo. Ci sarà tutto, come sempre: il percorso interamente chiuso al traffico, il cronometraggio gestito al millimetro da Pasquale Pizzano, il pacco gara curato nei dettagli, gli speaker Anna Nargiso e Gennaro Varrella a scaldare il pubblico come si fa solo qui e a raccontare ogni metro e ogni respiro. Ma la differenza non la farà il contorno. La farà l’anima.
E Riardo, di anima, ne ha da vendere. Lo sanno bene i tanti atleti che ogni anno tornano da queste parti non solo per portare a casa un risultato, ma per essere parte di qualcosa. Lo sanno anche i bambini, protagonisti alle 17.30 con la loro corsetta spensierata e la passeggiata aperta a tutti che partirà appena dopo la gara assoluta. Nel castello, raccontano i vecchi, tre uomini sfidarono un esercito intero. Era il 1463, c’era un re Ferrante d’Aragona, c’era un assedio, e c’era un pugno di riardesi che preferì la ribellione all’obbedienza. Scagliavano massi, resistevano, poi sparirono nel nulla, con l’oro del nemico e un sorriso beffardo.
Da allora, a Riardo, chi osa è di casa. Dopo la fatica, per chi resterà, ci sarà anche la sagra del paese, tra piatti tipici, vino fresco e musica popolare. Un modo per chiudere la giornata con un sorriso, con la maglietta sudata addosso e il pacco gara nello zaino. E se il re Ferrante d’Aragona, fu beffato da tre riardesi asserragliati nel castello, oggi tocca ai podisti scendere a patti con la salita, con il caldo e con il respiro che brucia. Ma chi riesce ad arrivare in cima, sa già che ne è valsa la pena. Iscrizioni aperte garepodistiche.it fino al 10 luglio alle ore 20. Ma il numero vero, quello che conta, sarà uno solo: quello del pettorale che si porterà fino al traguardo. E quel numero, una volta a casa, non si dimenticherà più.