LA NOTA. Ecco come funzionava (forse) il sistema dei soldi per le multe tra Graziano Di Gianni e il Comune. Ma il problema non è questo, il problema è l’amministrazione del malaffare targata Villani

25 Giugno 2025 - 11:54

Noi l’abbiamo capito sin dai primi giorni, sin dalla nomina Marisa Giacobone – Buglione – Zenga alla carica di vice sindaco. Poi ci siamo messi in poltrona e ne abbiamo viste e raccontate di tutti i colori

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CAPUA (g.g.) Che l’amministrazione di Adolfo Villani fosse una bancarella del torrone e soprattutto tradisse tutto ciò che Villani proclamò in campagna elettorale noi di CasertaCe – e di questo i capuani onesti intellettualmente ce ne dovrebbero dare atto – sin dai primi mesi successivi alle elezioni del 2022. La nomina a vice sindaco di Marisa Giacobone in Buglione e Zenga rappresentò ai nostri occhi un fatto rivelatore su quelli che erano la vera natura il cinismo connesso di Adolfo Villani che della questione morale, della questione della legalità, da lui sbandierate durante i comizi, non gli fregava un fico secco.

Ci dissero che noi avevamo un pregiudizio nei confronti della Giacobone alla quale non potevano essere associate necessariamente certe modalità di azione e vita della sua famiglia di sangue e di elezione. Okay, rispondemmo noi. Avete ragione, la vice sindaca Giacobone ha il diritto di essere valutata per quello che farà, per quello che sarà nell’esercizio della sua funzione.

Ci siamo messi in poltrona e abbiamo assistito a una sorta di film horror: un bar di sua proprietà e di proprietà di sua madre Maddalena Buglione che ha fatto letteralmente il bello e il cattivo tempo, violando leggi in vigore e siccome ci siamo anche stufati di ritornare per la millesima sullo stesso argomento, vi mettiamo a disposizione il link CLICCANDO QUI dell’articolo 20 comma 3 numero 3 del codice della strada. Voi ve lo leggete e sappiate che il bar Giacobone lo viola da anni e anni con la complicità degli uffici del Comune, di quello stesso Comune in cui lei agisce da vice sindaca nonché da assessore ai servizi sociali.

Il bar Giacobone emblema del malaffare che percorre l’amministrazione comunale di Villani; il bar Giacobone ombelico della città. La signora vuole far arrivare la corrente nel suo locale? E che ci vuole. Se CasertaCe non fosse esistita quel filo pericolosissimo appeso in aria da anni CLICCA E LEGGI sarebbe ancora li.

Per caso a signora vice sindaca ha bisogno di un po’ di tempo per fare uno strano interramento, su cui stiamo ragionando un po’, di un altro filo elettrico definito in un atto del Comune a bassa tensione? Tranquilla. Tempi comodi, la strada pubblica viene chiusa per tre giorni. Manco dovessero riparare la torre Eiffel. Noi ci rivolgiamo a un qualsiasi altro titolare di bar capuano e lo invitiamo a chiedersi se lo stesso trattamento, se addirittura il presidio del varco da parte di un’auto dei vigili urbani gli fosse stato messo a disposizione dal Comune se avesse dovuto realizzare la stessa opera.

Fanno quello che vogliono. E se qualche vigile urbano si permette di fare il suo dovere, gli mettono anche le mani addosso com’è successo e come questo giornale ha dimostrato.

Se un vigilie urbano è antipatico al signor Zenga sposato Giacobone, lui inscena un inseguimento in scooter con una sola mano sul volante e nessuno gli dice niente, nessun altro tutore dell’ordine ha il coraggio di dirgli quello che per legge bisognerebbe dirgli e fargli, cioè ritiragli la patente. C’è poi una famiglia di poveri cristi che occupa un appartamento di proprietà della società di cui fa parte anche la Giacobone e che chiede la stipula di un contratto fondamentale per ottenere un sussidio? Sacrilegio, lesa maestà. Come ti sei permesso. Tutto okay, dopo pochi giorni viene fuori un video in cui si vede un familiare affine, dipendente della ditta Zenga, e imparentato con la vice sindaca che conta misteriosamente mazzette di danaro contante al cospetto del povero Cristo di cui prima (CLICCA E LEGGI)

Ora, perché vi stupite delle dimissioni del consigliere comunale Graziano Angelo Di Gianni arrivate a conclusione di un’indagine che gli ha rivelato di essere indagato per i gravi reati di truffa reiterata e di peculato, quest’ultimo contestato direttamente e non in concorso con altri solo a chi esercita una funzione pubblica? Il problema non è stabilire ora quale sia il contenuto preciso dell’accusa formulata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, il problema non è quello di stabilire se i soldi delle multe pagate nel suo Sali e Tabacchi se li sia trattenuti o meno, se li abbia trattenuti rilasciando una ricevuta farlocca oppure – questo sarebbe ancor più grave- se la ricevuta rilasciata era giusta, legale e magari nell’ufficio ragioneria del Comune nessuno è intervenuto, chiudendo non uno, ma due occhi, nel momento in cui le rimesse di quelle multe non venivano accreditate alla tesoreria nei tempi previsti dalla legge.

Questo lo vedremo. Per il momento non è importantissimo neppure stabilire quale sia il contenuto della contestazione dell’altro reato quello di truffa reiterata. Graziano di Gianni è un indagato per cui è un innocente, meglio dire un non colpevole, fino a una sentenza definitiva.

Quello che invece vale come Tribunale, Corte d’Appello e Cassazione è la scelta gravissima che pesa soggettivamente e oggettivamente sulla testa di Adolfo Villani in quanto sindaco di Capua e capo dell’amministrazione comunale, di attribuire ad un consigliere la possibilità di svolgere l’attività di esattore per il comune, per l’amministrazione di cui lui, Di Gianni, è quota parte in quanto consigliere di maggioranza. Parlare di un conflitto di interesse è pochissimo.

Di Gianni questo lavoro di esazione lo faceva da prima dell’insediamento dell’amministrazione Villani e del suo insediamento da consigliere comunale. Avrebbe dovuto occupare il primo secondo della sua ascesa al Comune di Capua, con la rinuncia immediata di questa sua funzione di esattore. Lo avrebbe dovuto fare prima della convalida della sua elezione. Non lo ha fatto e questo è un fatto di inaudita gravità. E Villani non può dire di essersi distratto perché la distrazione, che, peraltro, secondo noi non c’è stata, non costituisce una giustificazione. Questa è un’amministrazione del malaffare che sta nuocendo gravemente all’immagine della città. Parafrasando Gaetano Salvemini, questa è un’amministrazione del malaffare.

Inutile dire a Villani che dovrebbe trarne le conseguenze perché una persona così cinica e legata alla poltrona così come ha dimostrato di essere in questi 3 anni, da li non lo scolli neanche con le bombe di profondità sganciate dai B-2 di Donald Trump