“L’imprenditore ha aiutato i boss ad organizzare l’omicidio. E’ il mandante”
19 Gennaio 2019 - 11:07
MARCIANISE – E’ diventata definitiva la condanna per Angelo Grillo a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Angelo Cortese, detto Marlon Brando, ucciso a Montedecoro nel 2006.
Per quel fatto sono stati condannati in via definitiva anche Felice Napolitano a 20 anni e il pentito Bruno Buttone a 16 anni, quest’ultimo aveva presentato ricorso con Grillo in Corte di Cassazione. Il pentito Domenico Cuccaro invece non ha presentato ricorso.
Grillo, in Corte di Appello, era stato citato da Buttone, Cuccaro e Salvatore Belforte, oltre a Farina, Aveta, Froncillo e Martino. In primo grado, l’imprenditore di Marcianise era stato condannato all’ergastolo.
“I rilievi cui si riferisce la difesa – si legge nelle motivazioni della Cassazione – attengono alla fondamentale tesi ricostruttiva proposta nell’atto di appello, secondo la quale al momento di quell’incontro la decisione di uccidere Angelo Cortese era già stata autonomamente presa da Bruno Buttone e nel corso di quell’incontro alcuna sollecitazione all’omicidio sarebbe venuta da Angelo Grillo, il quale, anzi, in quella occasione aveva dovuto cedere alla richiesta, avente modalità di “pressione”, di Salvatore Belforte di consentire gli appostamenti all’interno della ditta Cesap.”
“La sentenza di appello ha direttamente esaminato i rilievi difensivi, ritenendo che la richiesta, fatta da Grillo in quell’incontro, di “risolvere il problema”, costituito dalle richieste estorsive che aveva subito, avesse rafforzato la volontà omicidiaria dei suoi interlocutori Buttone e Belforte, mentre la messa a disposizione dell’azienda per gli appostamenti aveva dato contributo al progetto omicidiario a livello organizzativo. Dunque, contrariamente a quanto sostenuto in ricorso, la sentenza di appello ha preso in considerazione i rilievi critici formulati con l’atto di appello, giungendo a ritenere accertato un contributo di Angelo Grillo all’omicidio sia nel momento deliberativo che in quello organizzativo”.