NICOLA SCHIAVONE parla dei sindaci e delle amministrazioni comunali corrotte da Pasquale Mastrominico. Sul cugino di questi, Gennaro, poi…

4 Marzo 2019 - 15:50

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) L’epilogo della vicenda dei lavori del parco residenziale di Casaluce porta con se conseguenze leggermente diverse rispetto a quelle che il super pentito Nicola Schiavone aveva enunciato nell’interrogatorio del 10 dicembre scorso.

Due settimane dopo, precisamente il 27 dicembre scorso, cioè quello del 2018, Nicola Schiavone dice che poi realmente furono 5 mila gli euro al mese che la famiglia imprenditoriale di Marano, collegata ai clan Polverino e Nuvoletta che per Schiavone sono diventati in pratica la stessa cosa, cioè un unico gruppo, verò al clan dei casalesi rispetto alla cifra di 10 mila indicata nel già citato interrogatorio del 10 dicembre (CLICCA QUI PER LEGGERLO).

Sempre in questo incontro post natalizio con i magistrati della dda, Schiavone illustra qualche particolare sul modello organizzativo delle imprese dei Mastrominico. Chiarendo che Antonio Iovine è l’unico a poter dare dettagli precisissimi su questa famiglia di San Cipriano, a lui strettissimamente connessa, afferma però di conoscere, in linea di massima, come operavano i Mastrominico.

Fa emergere il nome e il ruolo di un cugino, di nome Gennaro Mastrominico, vero tutor dei due motori aziendali Pasquale e Giuseppe Mastrominico, in quanto incaricato del delicatissimo compito di parlare e trattare direttamente coni boss e i camorristi in carne ed ossa.

Il ruolo di Pasquale Mastrominico, invece, atteneva all’attività di corruzione dei politici e dei dirigenti burocrati dei vari comuni della provincia di Caserta: “Posso dirvi con certezza – dichiara il figlio di Francesco Schiavone Sandokan nello stralcio che pubblichiamo in calce a questo articolo – che Pasquale Mastrominico si interfacciava con le amministrazioni e paga, corrompendolo, l’amministrazione locale…“.

Amen.

 

QUI SOTTO GLI STRALCI DELL’INTERROGATORIO