5 agenti penitenziari musicisti al matrimonio della vedova del boss. Sospesi dal servizio
3 Aprile 2019 - 18:00
NAPOLI – Cinque ispettori della Polizia Penitenziaria, che suonano la tromba nella banda musicale del Corpo, di stanza a Portici, in provincia di Napoli, sono stati sospesi dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per avere preso parte in qualita’ di musicisti al controverso matrimonio napoletano del cantante neomelodico Tony Colombo e di Tina Rispoli, vedova del boss degli scissionisti Gaetano Marino, assassinato nell’agosto di sei anni fa in un agguato scattato sul lungomare di Terracina.
Le nozze che hanno sollevato un vespaio di polemiche e sulle quali sono in corso indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura partenopea. Il matrimonio e’ stato celebrato in maniera a dir poco pomposa nel Maschio Angioino di Napoli, dopo un festoso corteo nuziale con tanto di carrozza bianca trainata da cavalli, che ha letteralmente bloccato il traffico lungo corso Secondigliano.
I cinque ispettori sono stati riconosciuti nelle immagini e nei numerosi video girati anche da semplici cittadini, finiti sul web dove, in pochissimo tempo sono diventati virali. TonyColombo, infatti, e’ un cantante molto apprezzato in alcuni quartieri della citta’. La risposta da parte del Dap non si e’ fatta attendere: dopo gli accertamenti di rito e’ stato emesso un provvedimento di sospensione cautelativo nei confronti dei cinque trombettisti che ha lasciato la banda musicale temporaneamente priva dell’apporto di questo strumento.
“Ancora fango sulla Polizia Penitenziaria“, commentano all’ANSA il presidente dell’Unione dei Sindacati della Polizia Penitenziaria Giuseppe Moretti e il segretario regionale Ciro Auricchio, secondo i quali “l’onore e il prestigio del Corpo non possono essere intaccati da simili condotte. Stigmatizziamo questo comportamento – aggiungono Moretti e Auricchio – che, vorremmo sottolineare, costituisce un’eccezione e, pertanto, non puo’ vanificare l’abnegazione profusa quotidianamente dagli agenti i quali, con enorme sacrificio garantiscono l’ordine e la sicurezza nelle carceri”. Moretti e Auricchio auspicano ora che “cosi’ come le altre bande delle forze di polizia anche quella del Corpo della Polizia Penitenziaria venga trasferita a Roma, come prevede un progetto gia’ avviato dal Dipartimento e caldeggiato dalla nostra organizzazione sindacale“.