Insospettabile di S.CIPRIANO nasconde pistole nell’autoclave: ecco cosa ha deciso la Cassazione sulla sua richiesta di scarcerazione
7 Maggio 2019 - 11:31
SAN CIPRIANO D’AVERSA (red.cro) – L’idraulico 47enne Davide Diana è stato arrestato lo scorso 27 ottobre 2018 perché accusato di detenzione illecita di armi: cioè due pistole una a tamburo marca Franchi cal. 38 special, l’altra automatica marca Beretta cal. 6,35 e due caricatori per pistola Beretta cal. 9 parabellum, nascosto in un serbatoio dell’autoclave.
Diana, incensurato, è finito in carcere, decisione confermata il 13 novembre 2018 dal Tribunale del riesame di Napoli perché, secondo la tesi inquirente, è stato scelto, proprio perché privo di precedenti penali e, pertanto, meno pressato dai controlli delle forze dell’ordine, quale custode di un piccolo arsenale da uomini della criminalità organizzata.
La difesa di Davide Diana ha deciso, però di portare avanti la battaglia in Cassazione per richiedere la scarcerazione o almeno la misura meno afflittiva dei domiciliari, con una tesi che è molto distante da quella che il Riesame ha ritenuto corretta. Diana ha detto di avere casualmente trovato armi e munizioni presso l’abitazione del fratello, deceduto circa un anno prima, e di averle prelevate, portandole via dalla casa del congiunto, dove vivono la vedova ed i figli di quest’ultimo, in attesa di verificare chi ne fosse titolare. Inoltre, l’avvocato Caterino, difensore di Diana, ha spiegato che il suo assistito all’avvio della perquisizione, ha spontaneamente indicato il luogo di custodia delle armi e soprattutto mancherebbe quella pericolosità sociale, desunta anche dall’assenza di precedenti penali e di prova alcuna in ordine a contatti con il locale crimine organizzato.
L’aver nascosto le armi e i caricatori e la denuncia non presentata dopo averle ritrovate, però, rendono poco credibili le tesi di Diana, infatti, per i giudici della Cassazione il Riesame ha preso la decisione corretta, con discorso giustificativo congruo e non illogico, ritenuto, così avallando e mutuando la soluzione adottata dal Giudice per le indagini preliminari, e il ricorso è stato rigettato. Per Diana, quindi, resta confermata misura carceraria.