ROMANZO CRIMINALE parte seconda. L’inutile summit tra i due boss, il secondo attentato all’uomo di Raffaele Cutolo a MARCIANISE. Così iniziava la guerra dei morti e del coprifuoco

7 Maggio 2019 - 21:16

MARCIANISE (g.g.) – Il tentativo, diventò missione impossibile. Il racconto di Salvatore Belforte stabilisce le coordinate temporali dell’inizio di una delle stagioni di sangue più cruente della storia della criminalità mondiale. Unico caso in cui il Governo attraverso la Prefettura di Caserta, stabilì un vero e proprio coprifuoco.

I gruppi storici, capitanati da Paolo Cutillo e da Antonio Delli Paoli non sono mai andati d’accordo. In una delle ultime puntate di questo lungo focus riguardante la recente ordinanza che ha colpito il gruppo Piccolo-Letizia, abbiamo già scritto degli screzi gravi, di quelle coltellate ricevute in carcere da Paolo Cutillo da De Cicco di Lusciano, senza che il concittadino Delli Paoli, pure lui recluso nello stesso penitenziario, muovesse un dito per difenderlo. La vicenda che provocò subito lo strascico di un primo attentato in cui Antonio Delli Paoli rimase ferito, organizzato proprio da Paolo Cutillo, mentre Delli Paoli a bordo di una 127 datagli da Domenico Belforte si recava a cena da un amico.

I due gruppi, dunque, tentavano di trovare un assetto, un equilibrio. Da un lato i cutoliani, guidati per l’appunto dal citato Paolo Cutillo, con all’interno giovani criminali rampanti come Salvatore e Domenico Belforte. Dall’altro Antonio Delli Paoli, erede dell’area bardelliniana, della cosiddetta vecchia camorra, in cui vennero a inserirsi i Piccolo-Quaqquaroni, Antimino Perreca ed altri.

Salvatore Belforte, nello stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo, narra i vari momenti di una riunione che è un vero e proprio summit di camorra. I fratelli Mazzacane non erano presenti perché entrambi in soggiorno obbligato fuori dalla Campania. Ma c’erano gli altri. A partire dal capo Paolo Cutillo scortato da Tonino cap e bomb e Giuseppe Russo detto o metronotte. Dall’altro lato del tavolo Antonio Delli Paoli insieme ad Antimino Perreca, Vittorio Musone e Domenico Petruolo. Fu raggiunta un’intesa, che non riguardava Antimo Perreca dal lato di Delli Paoli e Riccardo Russo, i quali essendo il primo di Recale e il secondo di Santa Maria a Vico, avrebbero dovuto organizzarsi sui loro territori, ovviamente con la copertura dei clan marcianisani. Dopo appena 4 mesi, quelli del gruppo Delli Paoli, a cui si era aggregato Antimo Piccolo, organizzarono un agguato ai danni di Paolo Cutillo.

Le due “delegazioni” si erano recate insieme ad Frattamaggiore, a discutere con un imprenditore del posto, le quote estorsive. In un’auto, sempre nel racconto di Salvatore Belforte, si trovavano Cutillo, Tonino cap e bomb e Giuseppe Russo, nell’altra auto si trovavano Antimino Piccolo, Raffaele Viciglione e Michele Martellone. Successivamente Cutillo dette un appuntamento ad Antimino Piccolo, il quale non si presentò. Ci andarono quelli che avrebbero dovuto sparare a Cutillo che rimase ferito ad una gamba a differenza di Giuseppe Russo che morì, mentre Tonino cap e bomb fu colpito alla schiena e rimase paralizzato.

Si trattava del secondo agguato nei confronti di Paolo Cutillo. Tutto sommato niente rispetto a quello che sarebbe successo nei mesi e negli anni successivi.