L’obesità peggiora la disabilità nella sclerosi multipla
7 Giugno 2019 - 11:40
L’obesità è un fattore aggravante per la sclerosi multipla recidivante-intermittente, la forma più diffusa della malattia. A confermare l’ipotesi che la situazione metabolica del paziente possa avere un ruolo nel determinare la gravità della patologia è ora uno studio dell’Unità di Neurologia dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS).
Pubblicata sul giornale scientifico Multiple Sclerosis Journal, la ricerca, che ha coinvolto 140 pazienti con sclerosi multipla ricoverati nell’IRCCS Neuromed, ha evidenziato come i pazienti obesi abbiano un maggiore rischio di presentare già al momento della diagnosi una maggiore disabilità alla scala EDSS (Expanded Disability Status Scale), lo strumento comunemente usato per valutare la gravità della sclerosi multipla. I ricercatori Neuromed hanno inoltre approfondito a livello biochimico la relazione tra sclerosi multipla e peso corporeo eccessivo, analizzando i livelli di infiammazione del sistema nervoso centrale e la concentrazione dei lipidi nel sangue (colesterolo e trigliceridi).
La sclerosi multipla è un processo infiammatorio, ed è proprio su alcune molecole coinvolte nell’infiammazione che si è concentrata l’attenzione degli autori dello studio. Nei pazienti obesi, infatti, l’analisi del liquor cerebrospinale (che viene raccolto con la puntura lombare) ha mostrato un livello più elevato di interleuchina-6 (IL-6) e leptina, due molecole ben note per essere promotrici del processo infiammatorio. Al contrario l’interleuchina-13 (IL-13), che ha azione antinfiammatoria, è risultata ridotta. Per quanto riguarda il profilo lipidico nel sangue, livelli più elevati di trigliceridi e un più elevato rapporto tra colesterolo totale e colesterolo HDL, sono stati correlati a livelli di IL-6 più alti.
“Questo studio – dice Mario Stampanoni Bassi, Neurologo del Neuromed – conferma che l’obesità è associata a una maggiore gravità sintomatologica della sclerosi multipla recidivante-intermittente. In particolare, l’analisi del liquor cerebrospinale ha evidenziato il ruolo della leptina prodotta dalle cellule adipose. Studi precedenti hanno dimostrato che questa molecola è direttamente coinvolta nel complesso rapporto fra metabolismo ed infiammazione. I nostri risultati suggeriscono quindi che l’eccessivo peso corporeo, o un profilo lipidico alterato, provochi una maggiore espressività clinica della malattia”.
“È importante – commenta Diego Centonze, Professore Ordinario di Neurologia presso l’Università Tor Vergata e Responsabile dell’Unità di Neurologia dell’IRCCS Neuromed – definire con esattezza la relazione tra obesità, lipidi del sangue e sclerosi multipla. Ricordiamo che il peso corporeo eccessivo e le dislipidemie sono implicati in diverse condizioni infiammatorie croniche, ma sono anche fattori che dipendono strettamente dallo stile di vita. L’adozione di strategie specifiche, come la dieta o una maggiore attività fisica, potrà quindi aprire la strada alla possibilità di migliorare la condizione dei pazienti con sclerosi multipla, contrastando l’aumento di disabilità nel tempo”.