Reddito di cittadinanza, inizia la fase 2. Al via i lavori di pubblica utilità obbligatori
10 Gennaio 2020 - 11:38
Inizia la fase 2 del reddito di cittadinanza ovvero quella in cui i percettori sono obbligati a svolgere lavori di pubblica utilità presso il comune di residenza. Lo prevede il decreto che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 8 gennaio. Il decreto era stato firmato lo scorso 22 ottobre 2019 dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo e adesso c’è la pubblicazione.
I beneficiari del reddito di cittadinanza, tranne gli esonerati, dovranno essere convocati da parte dei centri per l’impiego con la firma del Patto per il lavoro.
Si tratta di prestazioni non retribuite perché ovviamente si percepisce il reddito di cittadinanza e la mancata accettazione della condizione stabilita dal decreto da parte di uno dei componenti del nucleo familiare determina la decadenza del sussidio.
I progetti utili per la collettività, che non devono superare le 8 ore settimanali, vengono svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. Le 8 ore settimanali si possono svolgere in un solo giorno o in più giorni della settimana e si possono svolgere anche in un solo periodo del mese.
Il beneficiario ha l’obbligo di completare le ore previste nel mese, la flessibilità determina un recupero successivo delle ore perse, le 8 ore settimanali possono elevarsi a 16 sulla base di un accordo preventivo tra le parti, nel caso di ampliamento delle ore previa accordo tra le parti, la flessibilità prevista per le 8 ore non è contemplata e i beneficiari devono svolgere settimanalmente le ore concordate.
Inoltre il decreto stabilisce anche chi è escluso ovvero chi ha compiuto i 65 anni di età, persone occupate con reddito da lavoro dipendente o autonomo corrispondente a un’imposta lorda superiore alle detrazioni spettanti vale a dire 8.145 euro per lavoro dipendente e 4.800 euro per lavoro autonomo, che frequentano un corso di studi, sono in una condizione di disabilità, si prendono cura di un disabile grave o non autosufficiente, si prendono cura di un minore di età inferiore ai tre anni (non compiuti), sono in una condizione di salute che impedisce per il momento lo svolgimento di un’attività lavorativa (ad esempio, chi è in gravidanza); i lavoratori che conservano lo stato di disoccupazione vale a dire coloro che hanno un reddito da lavoro dipendente o autonomo corrispondente a un’imposta lorda superiore alle detrazioni spettanti vale a dire 8.145 euro per lavoro dipendente e 4.800 euro per lavoro autonomo, sono impegnati attivamente in un corso di formazione per il raggiungimento della qualifica o del diploma professionale)