LA SVOLTA. Clan dei Casalesi a CASERTA. Chiuse le indagini: Franco Biondi, Nocera, Sagliocchi, Bilotta & co. verso il rinvio a giudizio

16 Gennaio 2020 - 21:49

CASERTA (g.g.) – Pur riconoscendo che ci possono essere molti nuovi lettori di Casertace rispetto ad un anno e mezzo o due anni fa, non possiamo ora seriamente ribadire, reiterare tutto il racconto della vicenda del parcheggio interrato di via San Carlo.

Ci soccorre il documento che pubblichiamo in calce all’articolo che poi, di per se, rappresenta la vera notizia: il pubblico ministero e la Dda di Napoli, di Fabrizio Vanorio e Alessandro D’Alessio hanno chiuso ufficialmente le indagini ed hanno inviato il decreto a tutti gli indagati.

Tra questi non c’è più il sindaco di Caserta Carlo Marino, visto che com’è noto dai racconti che l’imprenditore Vincenzo Patrizio Sagliocchi ha fatto durante le conversazioni intercettate anche con i suoi congiunti, sono stati considerati frutto di una volontà di vendetta che Sagliocchi avrebbe nutrito nei confronti di Carlo Marino e del suocero di questo Delio Iorio, quest’ultimo considerato da Sagliocchi l’artefice della denuncia presentata dal titolare del distributore di carburanti della Nola-Villa Literno, Luigi Gallo.

Ci sarebbero tanti elementi laterali da considerare, a partire proprio dall’esito definitivo sancito dalla Cassazione, di quest’ultima ordinanza divenuta poi processo che ha coinvolto anche i fratelli Nicola e Giovanni Cosentino. Ma l’estensione dell’articolo si allungheremo troppo. Per stasera, vi diremo solo che vanno verso la richiesta di rinvio a giudizio e dunque, verso la trasformazione del proprio status giudiziario da quello di indagato a quello di imputato, l’attuale ingegnere capo, dirigente in pratica di tutti i settori del Comune di Caserta, fatto più unico che raro a livello mondiale, Franco Biondi, l’architetto di Casapesenna, ma trapiantato a Caserta, Carmine Nocera, in carcere da molto tempo per la sua connessione con il boss Michele Zagaria e diversi altri, tra cui lo stesso Vincenzo Patrizio Magliocchi, che oltre ad essere imputato per concorso esterno in associazione camorristica, di corruzione in concorso come i citati Franco Biondi e Nocera, deve rispondere anche di minacce e dell’appena menzionata vicenda della presunta vendetta nei confronti di Marino e del suocero Delio Iorio.

In estrema sintesi, i pubblici ministeri confermano l’impianto della contestazione; credono al fatto che Franco Biondi, Carmine Nocera, ma anche Peppe Greco, per il quale si procede separatamente, si siano divisi una tangente di 200mila euro, allo scopo di spianare la strada alla impresa di Vincenzo Sagliocchi affinché questi potesse realizzare il parcheggio, con l’ausilio di ditte strettamente connesse a Zagaria, e cioè la Fontana Truck e l’Alba Beton e anche per consentire sempre a Sagliocchi, di gestire un numero di stalli-parcheggio ben superiore a quello previsto dalle norme.

Per realizzare tutto ciò, Franco Biondi, aveva cominciato ad incidere già dal 2008, dalla commissione edilizia integrata, quella ambientale per intenderci, attestando un rispetto dell’articolo 22 delle norme tecniche di attuazione del piano di recupero di Caserta est che in realtà veniva chiaramente violato. Un passaggio fondamentale per ottenere quel permesso a costruire, che veniva attribuito a Sagliocchi il 22 ottobre del 2009. Ma non sono solo queste le violazioni. Ce ne sono altre che potrete leggere dal documento. Addirittura, Peppe Greco, che nella partita era entrato come progettista arruolato da Sagliocchi, si trova ad esercitare il potere di assessore comunale su questioni inerenti proprio a quei lavori di via San Carlo. Succedeva l’11 ottobre 2012, cioè un anno e quattro mesi dopo la vittoria di Pio del Gaudio e il conseguente ingresso di Greco all’interno dell’organo amministrativo.

Per quanto riguarda le altre imputazioni, per Franco Biondi oltre alla corruzione in concorso, aggravata dall’articolo 7, cioè dall’aver favorito il clan dei Casalesi, c’è anche quella di falso.

Poi ci sono anche gli altri protagonisti, i prestanome, il promotore finanziario Bilotta, i movimenti di danaro da una banca all’altra, altri familiari di Vincenzo Sagliocchi a loro volta indagati.

Torneremo su questi altri aspetti del decreto di chiusura delle indagini, sottolineando qualcosa che non ha trovato posto nelle decine e decine di articoli che negli anni abbiamo dedicato a questa ennesima, turpe vicenda della politica e della gestione amministrativa di Caserta capoluogo.

Concludiamo dicendo che dal momento della notifica del decreto, gli indagati hanno venti giorni a disposizione per presentare memorie difensive, per chiedere di essere interrogati.

Successivamente a questa fase, la Procura formulerà la sua richiesta. Il viatico di questo decreto indica che al 99% la Dda chiederà per tutti il rinvio a giudizio. In tempi di polemiche e dibattiti sulla prescrizione, va sottolineato che l’esistenza nel processo dell’aggravante dell’articolo 7, neutralizza i termini e dunque per il momento, si andrà a procedere senza correre il rischio che il tutto finisca in una bolla di sapone e con il non luogo a procedere “per intervenuta prescrizione”.

 

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