NUOVO SUPERMERCATO LIDL. Alta tensione tra gli Schiavone e i Mallardo per la tangente di Mimmo Concilio. Poi, il furbo Luigi Schiavone “si pappa” 10mila euro

17 Febbraio 2020 - 12:38

CASAL DI PRINCIPE/GIUGLIANO(g.g.) Nicola Panaro rientra significativamente in ballo nell’ordinanza da noi definita “La Contessa” e di cui ci stiamo occupando da mesi con l’ultimo episodio, relativo ad un primo approfondimento di ciò che Carmine Schiavone di Eliseo racconta al fratello Vincenzo, riferendogli cose raccontategli, a sua volta, proprio da Nicola Panaro (CLICCA QUI PER LEGGERE).

Sempre nell’ambito della conversazione intercettata tra i due fratelli Schiavone emerge con chiarezza tutta la vicenda che induce la dda di Napoli a maturare la convinzione che Salvatore Sestile, il proprietario del super ristorante La Contessa, è un diretto referente, forse addirittura appartenente al clan Mallardo. E siccome Salvatore Sestile è anche il suocero di Antonio Schiavone, fratello di Francesco Schiavone Sandokan, la questione, al di la del fatto che il giudice del tribunale di Napoli ha ritenuto evidentemente h non ci fossero le condizioni e quei gravi indizi di colpevolezza necessari per applicare ai danni dello stesso Sestile, una misura cautelare, riveste, a nostro avviso, una grande importanza.

La storia che Nicola Panaro racconta a Carmine Schiavone, è la seguente: l’imprenditore Domenico Concilio, a sua volta imparentato con la famiglia Schiavone, deve fare i lavori di costruzione del supermercato Lidl di Villaricca, comune in pratica attaccato a Giugliano. Gli viene chiesta una tangente di 80mila

euro e in questa richiesta una parte attiva, anzi, da protagonista, è svolta proprio da Salvatore Sestile.

Nicola Panaro “si mette in mezzo” per abbassare la richiesta e certo, non racconta Carmine Schiavone cose dolcissime su Salvatore Sestile, che avrebbe definito, a detta del citato Carmine Schiavone, “Il vecchio, che non vale niente“. Panaro racconta ancora che la concessione edilizia data a Concilio, non era frutto dell’intervento dei Sestile e dei Mallardo, ma scaturita da un interessamento, evidentemente prodotto presso gli uffici del comune di Villaricca, da lui stesso. Questa almeno è l’interpretazione che il giudice dà delle parole intercettate nella conversazione tra Carmine e Vincenzo Schiavone. In realtà, da quel discorso, così come vi potrete rendere conto direttamente dalla copia integrale di questo stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo in calce, non si può trarre la certezza matematica che a sbloccare la concessione sia stato Nicola Panaro e non Luigi Schiavone, cugino di Carmine Schiavone.

E a proposito di Luigi Schiavone, che Carmine considera un “truffatore che non si fa scrupolo di spillare soldi a familiari e a conoscenti”, sarebbe stato proprio lui, cioè Luigi Schiavone a determinare il raffreddamento dei rapporti tra Carmine Schiavone e Salvatore Sestile. Una volta che Nicola Panaro era riuscito, col suo intervento, ad ottenere un significativo sconto della tangente che l’imprenditore Concilio, a sua volta, in questo dedalo inestricabile, imparentato con gli Schiavone, avrebbe dovuto versare al clan Mallardo per la costruzione di un supermercato Lidl in quel di Villaricca, i 10mila euro già messi a disposizione dall’imprenditore, sarebbero finiti nelle mani di Luigi Schiavone, che invece di portarli a Salvatore Sestile che li avrebbe incassati quale referente del clan Mallardo, se li sarebbe trattenuti.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA