CRISI da CORONAVIRUS. “Quasi il 40% di bar e ristoranti casertani il 18 maggio non riaprirà”
14 Maggio 2020 - 14:37
CASERTA – Quasi il 40% delle attivita’ di ristorazione, come bar e ristoranti, non riapriranno lunedi’ 18 maggio nel Casertano, a causa delle severe prescrizioni previste per la riapertura, in particolare per la norma che prevede la responsabilita’ in capo al titolare dell’attivita’ in caso di contagio di qualche suo dipendente. Sono dati in fase di evoluzione, che stanno arrivando alla Confesercenti dagli associati sparsi sul territorio.
Ma la situazione e’ seria; il 4 maggio avevano riaperto parecchi bar – quasi due su tre – sfruttando la possibilita’ dell’asporto, ora molti di quei locali, alla luce delle indicazioni governative prese per ridurre il rischio di contagio, potrebbero chiudere, mentre quelli che avevano deciso di non riaprire resteranno chiusi, forse per sempre. Stanno peggio i ristoranti, la maggior parte dei quali non ha mai riaperto, ritenendo antieconomico sia il delivery che l’asporto. Parrucchieri e barbieri dovrebbero invece ripartire in massa, troppa la voglia di tornare a lavorare. Molto critico con le scelte del Governo, il presidente di Confesercenti Caserta Salvatore Petrella.
“L’incertezza, la confusione nelle norme, ed il peso dei costi per la riattivazione delle aziende – dice Petrella – stanno mettendo in ginocchio numerose imprese e porteranno alla chiusura di molte di esse, creando un danno concreto non solo all’imprenditore ed ai suoi lavoratori, ma anche alle casse dello stesso Stato, che si trovera? a fronteggiare una nuova emergenza economica tra pochissimi anni”.
Sul Decreto approvato ieri sera, Petrella si e’ detto “ancora una volta deluso dalle misure inserite nell’ultimo decreto; chiediamo a gran voce misure concrete senza ma e senza se, di rapida concessione e senza alcun paletto burocratico poiche? oltre alla totale assenza di fatturato relativa ai tre mesi di chiusura, bisogna tenere conto della prevedibile riduzione del fatturato dei prossimi mesi. Questo Decreto, nonostante l’importo di 55 miliardi, non consente pero’ alle imprese ed al mondo produttivo di potersi rialzare in modo rapido e concreto. Siamo stanchi di dire sempre le stesse cose, si faccia presto. Servono misure immediate per tutte le categorie di aziende, servono tavoli tecnici che coinvolgano operatori reali e non solo grandi nomi” conclude Petrella.