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Angelo Brancaccio svela le trame tra POLITICA, CAMORRA E GRANDI AFFARI: “Ecco chi eravamo i 6 SINDACI a completa disposizione di Lorenzo Diana per la gestione del consorzio rifiuti”

7 Novembre 2016 - 13:22

CASERTA – Non è che segnalino fondamentali novità le dichiarazioni rese, alcuni mesi fa, da Angelo Brancaccio in atteggiamento collaborativo, ai magistrati della Dda di Napoli ma, a nostro avviso, vanno ugualmente ricollocate al centro delle cronache da parte di chi, come noi, è in grado per conoscenza storica dei fatti, di ricontestualizzarle alla luce della nostra veste di testimoni del tempo.

E allora, il rosario sgranato da Angelo Brancaccio che elenca i sindaci del consorzio rifiuti Ce2, è interessante, non tanto perchè i rapporti di forza che vedevano i Ds molto rappresentati nel perimetro del consorzio, possa spostare in termini di analisi storica e ancor di più attivarne altri di una eventuale analisi giudiziaria, ma perchè in termini politici, diventa molto interessante comprendere quanto forte fosse al tempo Lorenzo Diana, il quale non era solo un capo corrente, non solo il leader dell’area più forte del partito, ma un vero e proprio mattatore attorno al quale  si concentrava una sorta di unanimismo soprattutto quando c’era da badare alla gestione, cioè agli appalti, agli incarichi e a tutto quello che produceva, in termini di potere clientelare, il controllo di un consorzio dei rifiuti importante come il Ce2, sicuramente il più ampio, dato che raccoglieva una fetta enorme della provincia, comprendente, da un lato, Santa Maria Capua Vetere il suo hinterland e arrivava fino ai confini con la provincia di Napoli con tutti e 19 comuni dell’agroaversano.

Brancaccio, dunque, fa un elenco di sindaci e afferma che essi erano pienamente a disposizione di Lorenzo Diana. “Pietropaolo Ciardiello di Parete, Enzo Iodice di Santa Maria Capua Vetere, io per Orta di Atella, Carlo Iodice per Portico di Caserta, Dell’Aversana Giuseppe per Sant’Arpino, forse Pirozzi per Lusciano e comunque tutti gli altri sindaci di provenienza Ds o della sinistra politica dell’epoca. Su costoro – dichiara Brancaccio alla Dda -, Lorenzo Diana riusciva a veicolare il suo intervento dando delle indicazioni precise sulle delibere da adottare e comunque su tutta la gestione del consorzio.

Per Diana il consorzio Ce2 era il fulcro del suo motore politico. Al punto che spiega ancora Brancaccio da “tentare di imporre la sua idea di gestione anche nei confronti dell’allora direttore generale del Ce2 Franco Passaro il quale, spesso anche con me, se ne lamentava.”

Gli interroganti hanno fatto anche vedere a Brancaccio il famoso manoscritto sequestrato nella casa di Lorenzo Diana, in modo da offrirlo ad una sua valutazione. “I nominativi indicati nel manoscritto sono il mio, Nicola Ferraro di cui ho già parlato, Villani che certamente era Adolfo Villani ex consigliere regionale Ds, Munnoche credo trattasi di Munno Luigi già sindaco di Macerata Campania, Cipullo è Cipullo Corrado, già segretario del Pd e successivamente presidente dell’ASI e SPIERTO credo sia invece qualche dirigente di partito.

Brancaccio collega questo elenco all’incontro avvenuto nel ristorante Charlie Angels di Lusciano che, per la politica di Lorenzo Diana rappresentò una sorta di pietra miliare, perchè lì, come abbiamo scritto la settimana scorsa in un altro articolo (CLICCA QUI PER LEGGERE) Diana, a detta di Brancaccio, con tono deciso anzi, scandisce l’ex sindaco di Orta, “con atteggiamento che in quella occasione mi sembrò veramente criminale” disse senza mezzi termini che al Ce2 comandava lui, che al Ce2 non avrebbe tollerato influenze da parte di Nicola Cosentino e di Nicola Ferraro.

G.G.

 

PUBBLICATO IL: 7 novembre 2016 ALLE ORE 13:22