APPALTI TRUCCATI & CORRUZIONE. Una per una le richieste di condanna per politici, tecnici e imprenditori casertani. E per l’ex sindaco Ferdinando Bosco…

19 Maggio 2023 - 17:48

AVERSA/CASAPESENNA – Volge alle battute finali il processo nato sull’inchiesta The Queen: l’attività investigativa, condotta dalle fiamme gialle, che, nel 2017 portò all’arresto cautelare di 69 indagati. Un’indagine a dir poco complessa che ha innescato diversi filoni giudiziari e quello che si sta celebrando dinanzi al Tribunale di S. Maria Capua Vetere ormai è alle battute finali.

Oggi hanno parlato alcuni dei legali facenti parte del collegio difensivo che, naturalmente, hanno chiesto l’assoluzione per i propri assistiti. Per quanto riguarda il legale difensore dell’ex sindaco di Casapulla, Ferdinando Bosco, e la sua richiesta, la notizia non è completa. Visto che l’ex primo cittadino è imputato, il suo avvocato poteva richiedere il non luogo a procedere solo nel caso di avvenuta prescrizione. La nostra è una deduzione, visto che dall’aula è arriva la notizia nuda e cruda del non luogo a procedere che, detta così, non significa nulla.

Non è impossibile che sia avvenuto, ma non ricordiamo bene se all’ex sindaco di Casapulla sia stata o meno contestata nel capo di imputazione giunta a dibattimento l’aggravante camorristica, quella del fu articolo 7, oggi 416 bis comma 1, cioè, per capirci, favori alla camorra. Se, infatti, quest’aggravante per Bosco non c’è, apaprtiene al cluster della verosimiglianza la circostanza che il suo avvocato abbai potuto richiedere il conteggio dei termini di prescrizione.

Situazione impossibile, invece, in caso contrario. Visto che l’aggravante camorristica neutralizza i termini della prescrizione.

Per Claudio Accarino, dirigente del comune di Alife, il suo legale ha richiesto l’assoluzione.

A conclusione delle discussioni degli avvocati, si vedrà se il pm della Dda di Napoli Maurizio Giordano chiederà, come è nelle sue facoltà, di sviluppare una replica. Subito dopo, il collegio di riunirà in camera di consiglio ed emetterà la sentenza.

LE RICHIESTE DI CONDANNA

Il pubblico ministero Maurizio Giordano ha già tenuto la sua requisitoria invocando 20 condanne. Sette anni sono stati richiesti per Guglielmo La Regina, fulcro dell’inchiesta e per Rino Dimola di Aversa. Sei anni, invece, per l’ex assessore regionale Pasquale Sommesse e per il suo segretario Antonio Sommese, mentre rischiano 5 anni Giuseppe Avecone di Alife, Raffaele Zoccolillo di Piedimonte Matese, Domenicantonio Ranauro, e Gabriele Venditti, 67enne; di quattro anni, invece, è la richiesta di condanna per il ristoratore di Casapesenna, Alessandro Zagaria e Vincenzo Sposito.

Per Carlo Antonio Picirillo di Portico di Caserta, Raffaele Testa di Pastorano, Andrea D’Aniello di Gricignano D’Aversa e Raffaele Piccolo di Casapesenna la richiesta è stata di tre anni mentre per l’ex sindaco di Aversa Enrico De Cristofaro, in qualità di presidente dell’Ordine degli Architetti, il pm ha richiesto una condanna a due anni.

I reati contestati a vario titolo restano quelli di corruzione e turbativa d’asta. Nel mirino degli inquirenti sono finiti 18 appalti concessi tra il 2013 e l’inizio del 2016 da vari comuni del Casertano, come Alife, Francolise, Riardo, tra cui lavori per ristrutturazioni di importanti immobili storici. Marcia indietro della Procura sull’aggravante mafiosa che inizialmente aveva contestato nei confronti di Zagaria.