In manette l’ex assistente di Nicola Caputo al Parlamento UE. Mazzette per favorire l’azienda dei telefoni Huawei. Politici campani coinvolti?

13 Marzo 2025 - 13:10

CASERTA – Uno dei principali sospettati nell’inchiesta per corruzione, denominata in codice “Generazione”, è il lobbista belga-italiano Valerio Ottati, 41enne, originario di Woluwe-Saint-Pierre, nella regione di Bruxelles-Capitale. L’indagine, condotta dalla procura federale belga, riguarda presunti episodi di corruzione, falsificazione di documenti, riciclaggio di denaro e organizzazione criminale.

Il padre di Ottati è stato dirigente per la Commissione europea nel settore agricoltura, passando poi ad essere assessore per Pittella, delegato all’Agricoltura.

Sono almeno 21 le persone indagate e c’è il fiato sospeso per diversi politici campani che sono passati intorno alla zona di interesse di Ottati e di altri lobbyisti finiti in manette in queste ore.

class="wp-block-heading">Il ruolo di Ottati

Prima di approdare a Huawei, Ottati ha lavorato per un decennio come assistente di due eurodeputati italiani. Dal 2014 al 2019 è stato assistente dell’eurodeputato del Partito Democratico Nicola Caputo, membro della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (AGRI) del Parlamento europeo. In questo ruolo, Ottati si è occupato principalmente di tematiche legate all’agricoltura, un settore che ha sostituito le relazioni con la Cina come focus principale del suo lavoro. Prima di Caputo, aveva collaborato dell’eurodeputato Enzo Rivellini, ex AN e ora in Lega, occupandosi anche delle relazioni tra l’Unione Europea e la Cina.

Ottati, entrato a far parte di Huawei nel 2019 come direttore degli affari pubblici europei, è accusato di aver praticato attività illecite sotto le mentite spoglie di lobbying commerciale. Secondo le ricostruzioni, tra il 2021 e oggi, avrebbe offerto regali, coperto spese di vitto e viaggio, e organizzato inviti a eventi esclusivi, come partite di calcio, per influenzare decisioni a favore dell’azienda cinese.

Le accuse

La procura federale belga ha spiegato che la corruzione sarebbe stata praticata “regolarmente e in modo molto discreto”, senza tuttavia menzionare direttamente Huawei tra gli indagati. Le accuse includono:

  • Corruzione: presunti regali e benefici illeciti per influenzare decisioni politiche o commerciali.
  • Falsificazione e uso di documenti falsi: per coprire le attività illecite.
  • Riciclaggio di denaro: movimentazione di fondi di dubbia provenienza.
  • Organizzazione criminale: coordinamento di un sistema finalizzato alla corruzione.

L’inchiesta è ancora nelle fasi iniziali e nei prossimi giorni i sospettati, tra cui Ottati, saranno interrogati dalle autorità competenti. Le indagini si concentrano sull’identificazione di ulteriori prove e sulla ricostruzione delle reti di influenza che avrebbero permesso le presunte attività illecite.

L’indagine “Generazione” arriva in un momento delicato per Huawei, che negli ultimi anni ha intensificato le sue attività di lobbying in Europa per contrastare le pressioni degli Stati Uniti, che chiedono ai Paesi europei di escludere le apparecchiature cinesi dalle reti 5G.