ASL CASERTA. Il Consiglio di Stato (che non sa) “sospende” la sospensiva del Capriglione. E Russo-Blasotti ci fanno scompisciare dalle risate chiamando Filipendo di Bortone e una coop. di Maurizio Zippo

6 Luglio 2022 - 14:39

Nel documento con cui l’azienda sanitaria locale di Caserta prende atto della decisione del Consiglio di Stato, il direttore generale e il suo prossimo sostituto danno ulteriori informazioni relativamente alle procedure messe in piedi per sostituire la cooperativa Nestore, colpita da interdittiva antimafia. Tutto fantastico, se non fosse che le due aziende contattate hanno la stessa storia. O quasi

CASERTA (g.g.) – Cautelare per cautelare, Pasquale Capriglione continua a tenere a galla la sua Nestore. La prima sezione del Tar della Campani aveva rigettato il suo ricorso

per ottenere una decisione monocratica e di esclusivo valore cautelare, in pratica una sospensiva dell’interdittiva antimafia, con conseguente riammissione della stessa Nestore nell’esercizio dei servizi socio sanitari nei presidi ospedalieri dell’Asl di Caserta e nella Residenza sanitaria per anziani di Caserta, peraltro ampiamente scaduta nei suoi termini contrattuali. Ora, però, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Nestore e di Capriglione, annullando il diniego del Tar e, dunque, mettendo a bagnomaria l’interdittiva antimafia in attesa del processo vero e proprio che si terrà, in prima battuta, sempre davanti ai giudici del Tar della Campania che a quel punto entreranno nel merito del provvedimento prefettizio.

Fin qui, la nuda cronaca.

Già quando abbiamo dato notizia dell’esito negativo rimediato dal Capriglione al Tar, abbiamo segnalato la mancata costituzione in giudizio da parte dell’Asl di Caserta che, ovviamente, dirà che siccome la propria decisione di risolvere ogni rapporto contrattuale con Nestore era frutto (e figuriamoci, per carità!) solo dell’interdittiva antimafia, la costituzione in giudizio dell’Avvocatura dello Stato, in nome e per conto della Prefettura di Caserta, era già sufficiente e in pratica assorbiva anche la posizione dell’Asl. In verità, noi la pensiamo un po’ diversamente, ma per non debordare nella lunghezza di questo articolo, ci fermiamo a questa trattazione.

Non sappiamo chi si è costituito e chi no dinanzi al Consiglio di Stato. Appena lo sapremo, ve lo scriveremo.

Siccome avevamo bisogno di rallegrarci un po’ rispetto a questi articoli ripugnanti che siamo costretti a scrivere, abbiamo trovato un po’ in giro e ci siamo imbattuti nella delibera 1041 firmata ieri, 5 luglio, dal direttore generale ancora in carica Ferdinando Russo, e controfirmata per il parere dai direttori sanitario e  amministrativo, Marco De Fazio e Amedeo Blasotti, quest’ultimo in procinto di avvicendare Russo nella poltrone di Dg il prossimo 7 agosto, con la quale l’Asl di Caserta prende atto del pronunciamento del Consiglio di Stato e dunque congela a sua volta con la sospensione l’ordinanza spazza-Nestore.

Ma la parte spassosa sta nella narrativa della citata delibera. Questi qua dell’Asl hanno, diligentemente, fatto scorrere la graduatoria venuta fuori da quelle gare d’appalto di cui abbiamo letto e abbiamo conseguentemente scritto peste e corna negli articoli collegati ai contenuti delle informative che la Squadra Mobile della Questura di Caserta ha inviato ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli

Il 10 giugno scorso – a due settimane dall’interdittiva antimafia spiccata dalla prefettura di Caserta – sono state interpellate per sostituire Capriglione nella Rsa di Caserta la Emmedue di Michele Schiavone da Sessa Aurunca, arrivata seconda dopo Nestore nella gara d’appalto. E dopo aver constatato che la stessa Emmedue era stata coinvolta in una precedente indagine della procura di Aversa-Napoli Nord e quindi esclusa dalla ASL da altre procedure di gara, Russo, Blasotti e De Fazio hanno bussato al portone della terza in graduatoria: Filipendo.

E allora, una cosa la dobbiamo dire: Filipendo la merita l’assegnazione perché come si ricava dall’intercettazione tra Pasquale Capriglione e una signora del suo entourage, quella gara, secondo proprio Capriglione e secondo gli accordi presi dai vari operatori del settore, se la sarebbe dovuta aggiudicare proprio Filipendo del signor Gennaro Bortone da San Cipriano d’Aversa, ma oggi residente a Lusciano, connesso strettamente in affari e in amicizia con il Capriglione. E dentro, tra le altre cose, alla storia iniziata nei primi anni di questo secolo, del grande gruppo di lavoro che ha monopolizzato tutto il settore degli appalti nei servizi sociali per i comuni casertani e non solo, ritrovatosi dentro al consorzio da cui tutto iniziò. Stiamo parlando del consorzio Agape di cui Pasquale Capriglione è stato il primo vicepresidente in piena concordia con Luigi Lagravanese, presunto braccio operativo del clan dei Casalesi, con Maurizio Zippo, con il Bertone di cui sopra e successivamente con Orlando Diana.

Per cui va ben compreso il motivo per cui Filipendo ha detto immediatamente sì davanti alla chiamata dell’ASL Caserta, considerato che Bortone conosce già tutto di quella Rsa, stanze, ripostigli bagni. E’ stato infatti avvistato decine di volte dagli inquirenti mentre si recava a far visita all’amico Capriglione, titolare dell’appalto per la struttura di Via De Falco da 3 milioni di euro e spiccioli.

Per quanto riguarda l’altra gara vinta al tempo da Nestore, quella relativa servizi socio sanitari nei presidi ospedalieri dell’Asl di Caserta, la società interpellata è stata la Cooperativa Serena, con sede in Toscana, in quel di Figline Valdarno, a due passi da Firenze, ma nata, cresciuta e pasciuta tra San Cipriano e Casal di Principe e con sede reale e operativa nella zona C1 Nord, precisamente in via Consiglio d’Europa in quel di Santa Maria Capua Vetere. Una strada dove, giusto per dire, l’imprenditore di Casal di principe, trapiantato a Santa Maria, Vincenzo Natale, ha trasformato, in barba a tutti i pronunciamenti dei tribunali amministrativi, ciò che aveva costruito in un’area Zona F3, in studi professionali, bar e addirittura appartamenti di residenza. Una strada dove, sempre per dire, Sergio e Michele Orsi insediarono la sede della loro ECO4, braccio operativo del Consorzio CE4 di cui controllavano, con una loro società il 49% delle quote, a fronte del 51% rimasto – si fa per dire – in mano pubblica, nella titolarità del consorzio.

Inutile dire che questa società cooperativa Serena è citata nelle informative della Squadra Mobile in quanto appartenente alla galassia delle coop. controllate da Maurizio Zippo, patron della Rsa di Caserta fino a quando non fu colpito da interdittiva antimafia e sostituito poi da Capriglione, che sempre quello è.

P.S. Non c’è niente da fare. Sia nel settore dei rifiuti, sia in quello dei servizi sociali, puoi scorrere tutte le graduatorie che vuoi, ma trovi sempre loro.

Il gruppo dei casalesi+Capriglione da un lato, con l’unica variabile del pluri-indagato Michele Schiavone (manco a dirlo, anche lui ha questo cognome, manco fosse requisito indispensabile) da Sessa Aurunca.

La soluzione? L’intervento del governo della Nazione che, scucendo soldi suoi e scortandole con battaglioni dell’esercito, stipuli dei contratti, dopo aver firmato un protocollo con Svizzera, Francia o della Germania, con soggetti che si occupano di servizi sociali e alla persona che provengano da quei luoghi.

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