COVID. Ferdinando Russo chiama “sciacalli” i sindaci che lo attaccano, ma l’Asl Caserta ammette di aver avuto problemi con i tamponi. Risponda alle nostre domande su test, laboratori privati e zona rossa

19 Novembre 2020 - 16:14

Una risposta piccata quella direttore generale dell’azienda sanitaria di Terra di Lavoro che però non serve a cancellare dubbi e perplessità su come i casi di contagio da coronavirus della provincia sono registrati. Il rischio è che abbiano causato conseguenze anche sul posizionamento della Campania prima in zona gialla e poi in zona rossa

CASERTA – “L’assistenza territoriale funziona nonostante le oltre 16mila persone da monitorare e assistere, e si basa sul lavoro congiunto tra medici di medicina generale e i Team-Covid. E i sindaci che lanciano continue accuse fanno solo sciacallaggio“. E’ quanto afferma il direttore generale dell’Asl di Caserta, Ferdinando Russo, gestore ultimo di un’azienda sanitaria al limite del crollo. Una risposta piccata, pare quasi sintomatica di una certa emotività che in situazioni del genere non dovrebbe trasparire nel suo lato più permaloso. Le parole di Russo sono state provocate dalle dichiarazioni fatte dal sindaco di Parete, Gino Pellegrino e dal nostro editoriale sulla vicenda

. In pratica, Pellegrino definiva pessima la situazione portata avanti dall’Asl Caserta e noi ci siamo sentiti di dargli ragione, numeri alla mano. E, quindi, Russo risponde. Ma se si deve reagire ad una questione posta in termini duri da un sindaco, così come ha fatto Pellegrino, ci sono modi e modi. Questo rito collettivo e questa necessità abituale di dover necessariamente rispondere, quando in realtà poi non si ha sostanzialmente nulla da dire, risucchia anche noi di CasertaCe, che decidiamo di dar conto ad una posizione che è pur sempre quella del direttore generale dell’Asl di Caserta Ferdinando Russo, arrivato in Terra di Lavoro “grazie” alle scelte a dir poco sconcertanti prese dalla regione Campania.

Interessante, soprattutto, quello che dice Vincenzo Grella, funzionario-medico dell’Asl, responsabile del Team-Covid del distretto di Grazzanise e dell’attività di effettuazione dei tamponi con modalità drive-in, soprattutto quando afferma che “è vero che nelle scorse settimane abbiamo accumulato grandi ritardi sull’effettuazione dei tamponi, ma quell’arretrato, stimato in migliaia di test, stiamo riuscendo ad azzerarlo grazie ad un protocollo organizzativo attuato dalla direzione generale, che prevede la presenza di varie strutture interconnesse che entrano in azione a seconda della gravita’ dei pazienti“. E inoltre, continua Grella, dal momento della notizia di contagio, riusciamo ad intervenire nelle 48 ore successive.

Abbiamo deciso di approfittare dell’occasione, pubblicando democraticamente quello che Russo afferma all’Ansa. Ma vogliamo capire anche se è in grado e se vuole veramente dimostrare di essere capace di dare risposte reali, senza uscirsene con delle parole ormai abusate e stantie, come sciacallaggio, disinformazione, e compagnia cantata. Le domande che vogliamo porre sono al Dg sono fondamentalmente queste che state per leggere.

Per prima cosa, forse la situazione è più importante, vorremmo capire con quanta frequenza vengono aggiornati i dati relativi ai tamponi eseguiti dalle cliniche private. Perché è impossibile che un giorno si possa passare da 1000 guariti a 600 e poi tornare di nuovo a 1000. Così come è impossibile che nello stesso lasso di tempo avvenga la stessa cosa per i casi di contagio da covid-19 registrati. È necessario sapere precisamente quando questi risultati vengono aggiornati e aggregati dalla piattaforma Sinfonia, utilizzata proprio per tener conto dei test effettuati dalle cliniche private, ai dati dell’ASL. Conoscere ciò eviterebbe un conteggio sballato e darebbe l’opportunità ai cittadini casertani di capirci qualcosa.

L’altro quesito riguarda le parole appena pronunciate dal funzionario Vincenzo Grella. L’uomo dell’ASL riferisce che ci sono stati precedentemente gravi ritardi nelle effettuazione dei tamponi. Ma esattamente, quando è successo tutto ciò? Esiste la possibilità che, essendoci stato un conteggio impossibile dei dati reali, visto ciò che afferma Grella, la situazione epidemiologica della provincia di Caserta sia stata resa nota in maniera errata, cioè non rispondente alla realtà? E inoltre, se adesso l’Asl Caserta dal momento della notizia del contagio al tampone fa passare al massimo 48 ore, prima quanto tempo bisognava aspettare per un test? La difficoltà nell’effettuare i tamponi potrebbe aver provocato una fotografia del contagio irreale per la provincia di Caserta, capace di influenzare anche la situazione regionale e quindi il posizionamento della Campania in zona gialla prima e ora in zona rossa, considerando che la Terra di Lavoro è una delle zone più colpite della regione?

Ecco, veda direttore Russo, sono questi i problemi che noi vogliamo capire e che voi, come ASL di riferimento per tutta la provincia di Caserta, dovreste risolvere.

PER CHI VOLESSE LEGGERE IL TESTO COMPLETO, QUI SOTTO LE PAROLE DEL DG RUSSO E DEL FUNZIONARIO GRELLA ALL’ANSA

“L’assistenza territoriale funziona nonostante le oltre 16mila persone da monitorare e assistere, e si basa sul lavoro congiunto tra medici di medicina generale e i Team-Covid. E i sindaci che lanciano continue accuse fanno solo sciacallaggio”. E’ quanto afferma il direttore generale dell’Asl di Caserta, Ferdinando Russo, preoccupato per la situazione del Casertano, con gli ospedali sempre sull’orlo del collasso e migliaia di pazienti da assistere a casa. Su 16395 persone attualmente positive al Covid, oltre 220 sono ricoverate negli ospedali gestiti dall’Asl, in particolare al Covid Hospital di Maddaloni e al Melorio di Santa Maria Capua Vetere, e all’azienda ospedaliera di Caserta. Ma la stragrande maggioranza , poco oltre le 16mila persone, sono a casa senza sintomi o con pochi sintomi, per cui vanno assistite. “Il sistema territoriale – dice Russo – sta tenendo, e’ ovvio che assistere tutte queste persone non e’ semplice, ma ci stiamo riuscendo, con un’organizzazione che prevede vari step”. Vincenzo Grella, funzionario-medico dell’Asl, responsabile del Team-Covid del distretto di Grazzanise e dell’attivita’ di effettuazione dei tamponi con modalita’ drive-in, afferma che i “ritmi di lavoro sono incessanti, prendiamo servizio alle 9 di mattina per finire di solito alle 22 o anche oltre. Assistere migliaia di persone e’ molto complicato, e’ vero che nelle scorse settimane abbiamo accumulato grandi ritardi sull’effettuazione dei tamponi, ma quell’arretrato, stimato in migliaia di test, stiamo riuscendo ad azzerarlo grazie ad un protocollo organizzativo attuato dalla direzione generale, che prevede la presenza di varie strutture interconnesse che entrano in azione a seconda della gravita’ dei pazienti. Ed oggi, non appena ci viene comunicata la necessita’ di effettuare un tampone a casa, riusciamo ad intervenire nelle 48 ore successive; si stanno poi rivelando fondamentali le postazioni drive-in, che abbiamo allestito in modo fisso ad Aversa, Mondragone, Teano, Santa Maria Capua Vetere; qui vi operano soprattutto infermieri. Basta pensare che ieri ad Aversa abbiamo praticato 980 tamponi al drive-in, due giorni fa oltre 1200; certo, spesso si creano file di auto, ma solo quei cittadini che vogliono avere informazioni. Alla postazione devono venire solo persone chiamate dall’Asl a fare il tampone”. Ma e’ il protocollo di intervento adottato dall’Asl che sembra funzionare. “Il primo input all’Asl – spiega Grella – arriva quasi sempre del medico di medicina generale, che allerta una struttura primo livello, il cosiddetto ‘team spoke’, composto da Usca (Unita’ Speciali di continuita’ assistenziale) che fanno prima visita a domicilio, interloquendo con i medici generici; qualora il paziente presenti sintomi piu’ rilevanti – prosegue Grella – interviene una struttura di secondo livello, l’Hub, in cui i vari team sono formati da specialisti come pneumologi, cardiologi, anestesisti; questi team si interfacciano con il 118, ma per evitare di ingolfare il lavoro del servizio di trasporto, l’Asl ci ha fornito due ambulanze dedicate, che prendono i malati e li portano in ospedale a fare analisi importanti, come le tac o l’angiotac; ieri ne abbiamo fatte quattro”. (ANSA).