ASL, TROPPE OMBRE. De Biasio imprenditore e allevatore un mese dopo aver lasciato la direzione sanitaria del Ce2

9 Maggio 2018 - 13:07

CASERTA – Ci risiamo con questa storia dei cosiddetti “falsi positivi”, cioè con la tesi espressa da qualche comune del Basso Volturno ma anche in qualche circostanza dal direttore generale dell’asl di Caserta Mario De Biasio, sul fatto che le analisi sui capi di bestiame, bufale ed altro, abbiano prodotto un numero di casi di positività molto superiore (questo sempre secondo i sindaci e secondo la lettera che quello di Grazzanise Gravante ha spedito al ministero lo scorso 3 aprile) agli elementi riscontrati in sede di macellazione, dove, scrive testualmente Gravante, è stata riscontrata solamente una “bassa percentuale di conferma all’esame ispettivo/anatomo patologico eseguito ai macelli di lesioni riferibili alla TBC“.

I sindaci cercano di difendere le produzioni, gli allevamenti che insistono nei propri comuni, però questo tipo posizione si scontra pesantemente e clamorosamente con tutti ciò che si è scoperto negli ultimi mesi sul mancato controllo, da parte del dipartimento veterinario dell’asl di Caserta, di un numero molto alto di stalle, al punto da dover costringere la Regione Campania e il dirigente Paolo Sarnelli (che pare non ne avesse una gran voglia), a supplire con una propria task force di 70 veterinari, con alcuni di loro minacciati, picchiati e scortati dai Nas.

Questo a dimostrazione che certi allevatori erano abituati ad altri tipi di controlli.

Per cui, quella che appare sulla carta una comprensibile presa di posizione di un sindaco preoccupato per l’economia della propria area, diventa irricevibile. E lo sarà fino a quando non si costituirà una legalità reale per quanto riguarda i controlli su brucellosi e TBC e fino a quando non si capirà come funzioni (si fa per dire) il dipartimento veterinario dell’asl di Caserta.

Attenzione: non è che su questa tesi dei test “falsi positivi” non ci sia stata dialettica con il ministero della salute fino ad oggi. Il governo ha, infatti, respinto la tesi. Diversamente l’ha sempre pensata il direttore generale dell’asl Mario De Biasio, il quale, in un convegno (leggiamo da internet), tenuto a Lago Laceno, ha allineato la sua posizione a quella degli allevatori e dei sindaci, ponendosi, in questo modo, in contrasto con la posizione del ministero.

Queste esternazioni di De Biasio non sono piaciute a Roma, al punto che il dg è stato duramente redarguito attraverso la Regione, chiedendo “che si evitino di diffondere e sostenere notizie diverse dall’evidenza scientifica“. Siccome i tempi, rispetto a quelli risalenti alla nomina di De Biasio, sono un pò cambiati e la Regione Campania non ha, a partire dal governatore De Luca, una grandissima fiducia nelle azioni di questo manager; siccome CasertaCe ha cominciato ad occuparsi seriamente della vicenda, il dg, uomo intelligente e scafato, comincia a lavorare per trasferire il problema dei mancati controlli sulla politica, per allentare la morsa sull’asl e sulla sua persona.

Eppure lui potrebbe dare un contributo importante, semmai accettando di continuare a battibeccare con il ministero. Perchè il nostro, cioè De Biasio, dell’attività degli allevatori, ne sa e ne sa tanto. Infatti, quando, nel giugno 2004, dovette abbandonare la carica di direttore sanitario dell’asl Ce2 dato che l’allora dg Rotelli andò via, un mese dopo, non un anno dopo, un mese dopo, dunque 30 o più giorni dopo aver lasciato la carica di primo controllore degli allevamenti che per la maggior parte insistevano proprio nel perimetro territoriale dell’asl Ce2, entrò nella società Deca, che gestiva allevamenti. Conosciamo la sede legale, ubicata presso l’abitazione di De Biasio a Caserta. Non conosciamo la sede operativa. Conterebbe saperlo ma non sarebbe comunque una notizia da scacco matto perchè De Biasio diventa imprenditore di allevamenti dopo pochi giorni aver lasciato la carica di direttore sanitario e aver cominciato in aree diverse, a partire dalla Napoli3.

Detto dunque che in questa operazione non ci fu nulla di illegale, possiamo almeno in qualche modo considerarla strana, inopportuna, discutibile. Siamo diventati proprio bravi con gli aggettivi continenti.