AVERSA. 6 campi di padel vicino alla monnezza dell’isola ecologica. Operazione economica in area adibita a servizi pubblici di quartiere. Spin doctor Nicola “il signorino” griffato Burberry

7 Giugno 2022 - 18:55

L’operazione è stata già avviata. Ovviamente il piano regolatore viene letteralmente preso per i fondelli e sostanzialmente violato, visto che il 4% delle ore presumibili di esercizio di quei campi sarebbe messo a disposizione dell’amministrazione per utilizzo pubblico, mentre il 96% costituirebbe il business

 

AVERSA (g.g.) – A guardare le cose della politica aversana in maniera superficiale, si pensa che l’amministrazione Golia 2.0 (pardon 0.0), voluta da Giovanni Zannini e la cui vita dipende solo ed esclusivamente dai voleri del politico di Mondragone, faccia solo peccato di inedia. Assodata l’incapacità, ci si associa anche una sorta di marchio del fannullone, da cui si distacca il solo super assessore ai Lavori Pubblici e all’rUbanistica Marco Villano, uomo di Stefano Graziano che lo ha anche imposto come vicesindaco ad Alfonso Golia.

L’apparente immobilismo dei suoi colleghi assessori si traduce in una sua iper visibilità relativa che poi, quando CasertaCe sta di buzzo buono, diventa seriamente un problema, così com’è successo di recente con quel blitz, neppure troppo mascherato e finalizzato all’obiettivo di smontare i vincoli relativi alle zone F1 e G, attraverso un giro larghissimo effettuato in una delibera bizantina uscita dalla testa del neo imputato per i reati di falso e abuso di ufficio, Raffaele Serpico, super dirigente dei settori di cui si occupa Marco Villano.

In effetti a guardar bene, Marco Villano catalizza attenzioni perché pensa in grande, perché si rapporta in maniera, a nostro avviso inortodossa, di una ristretta cerchia di costruttori edili, di palazzinari (chiamiamoli come si chiamano) al punto che poi rischia anche di subire un eccesso di analisi, un eccesso di interpretazione delle sue azioni, che va anche al di là delle sue intenzioni.

E allora, augurando il meglio a Marco Villano e anche alla sua consorte Dominique, neo assunta degli uffici del Tribunale o della Procura di Aversa, entriamo un attimo nella vita di assessori mimetizzati dietro ad una presunta inerzia che inerzia non è più quando si tratta di realizzare qualche operazione.

Curiosamente, la zona di via dei Cappuccini è quella che ospita, o meglio ospitava, ad Aversa l’isola ecologica. La curiosità è legata al fatto che anche a Caserta l’isola ecologica l’hanno messa in via dei Cappuccini. Ma al di là di questa spassosa coincidenza, va detto che l’isola ecologica è chiusa da tempo immemorabile e gli aversani vengono convocati ogni domenica dalle 10 alle 12 dietro allo stadio Bisceglia per consegnare gli ingombranti con uno strano rito collettivo.

Ultimamente abbuiamo saputo che la società titolare della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, la ben nota Tekra della famiglia nolana dei Balestrieri, ha cambiato idea rispetto a ciò che aveva detto in fase di stipula del contratto con il Comune di Aversa. Al tempo, i Balestrieri dissero che bene o male l’isola ecologica preesistente avrebbe potuto essere utilizzata con qualche piccolo intervento di riqualificazione e di riadattamento.

Oggi, il Comune di Aversa mette in rampa di lancio la costruzione di una nuova isola ecologica, vicina a quella chiusa. E onestamente non si capisce per quale motivo l’assessore all’ambiente Elena Caterino, sorella dell’ingegnere Agostino Caterino, professionista molto impegnato nell’Asi e dunque molto legato a Stefano Graziano, abbia spinto, avallando pienamente il desiderio di Tekra di mettere in funzione un altro cantiere, l’attivazione di una procedura di gara.

Finita qui? Assolutamente no. Ora arriva il meglio e purtroppo abbiamo l’impressione che torni ad esserci lo zampino dell’assessore Villano. Sempre lì, nella zona dei Cappuccini, dovrebbe nascere, infatti, un centro sportivo privato con 6 campi di padel, uno sport molto di moda, di origine anglosassone, un po’ tennis e un po’ cricket guardando alcuni movimenti e alcune posture dei giocatori.

Aversa e il suo circondario, mettendoci dentro anche i mega centri di Napoli nord, Giugliano in primis, si rappresenta come una delle zone più antropizzate d’Italia. Cosa che, ad uno sport di gran moda, garantisce ricavi, redditi e utili sicuri.

Che fa ora CasertaCe, alimenta l’odio sociale contro quei privati che attraverso un’idea e un proprio investimento, riescono a realizzare importanti risultati economici? Per carità, per niente al mondo.

Tra le altre cose, dopo averlo visto in foto, il signor Nicola Santoro, detto il signorino, ci è risultato pure simpatico, soprattutto dopo aver ammirato il suo look dandy (riteniamo marca Burberry) postato sul suo profilo. Nicola Santoro è una persona molto nota ad Aversa. Sulla carta, questa operazione dei 6 campi di padel ha la sua paternità, la sua titolarità, alla stessa maniera con cui il nostro esplica la titolarità di alcuni locali che insistono sul territorio della città normanna.

Questo centro sportivo dovrebbe essere costruito in una zona G, indiscutibilmente con destinazione pubblica. Quando parliamo di zone G o zone F, bisogna necessariamente scendere di livello e guardare dentro a strutture di pianificazione territoriale gerarchicamente sottese ad un Piano Regolatore Generale. Ad esempio, un piano particolareggiato e cose del genere.

Questo è scritto testualmente nel documento che attiva l’operazione imprenditoriale: “La società Normanna Padel srl per tramite dell’amministratore unico Santoro Nicola , ha presentato le autorizzazioni necessarie. La zona è quella G, destinata a servizi di quartiere, disciplinati dall’articolo 56 delle norme tecniche di attuazione“. Avete letto bene? Servizi di quartiere, zona G.

Domanda: quante ore settimanali, mediamente, può stare aperto ed operare un impianto sportivo modernissimo in cui si pratica uno degli sport più alla moda in un’area che nel giro di 5 o 6 chilometri raccoglie tra i 500 e i 600mila abitanti? Secondo noi, senza esagerare, togliendo qualche ora della mattina dei giorni feriali, riaggiungendole il sabato e la domenica con tanto di coda notturna, questi 6 campi opereranno per circa 13 ore al giorno.

Dunque per 91 ore settimanali. Sapete come il Comune di Aversa rispetta il vincolo di zona G di servizio pubblico di quartiere? Su 91 ore a settimana, 4 cioè il 4,3%, liberamente e gratuitamente messe a disposizione della città.

Insomma, la solita porcheria in salsa aversana e casertana. Poi dovete sempre dirci come fate a mettere insieme un’isola ecologica, evidentemente perorata dall’assessora Caterino, insieme alla Tekra, con un impianto sportivo dove si pratica uno sport anglosassone. Ma si sa che ad Aversa non si va tanto per il sottile quando si tratta di quattrini.

Dipendesse da loro, dai politici locali, il nuovo Puc sarebbe costituito dal 100% di zone FC, cioè fate quello che cazzo vi pare. Allora evviva Nicola Santoro che avrebbe entusiasmato gli estri del poeta Giovanni Parini che avrebbe potuto dare, così, un volto preciso al suo celeberrimo “Giovin signor”.