AVERSA/CASAL DI PRINCIPE (T.P.) – Era appena sceso dall’aereo, tornava da Pitesti (Romania) quando ieri sera, all’interno dell’aeroporto internazionale di Capodichino, Vincenzo Inquieto di Aversa ha trovato gli uomini della D.I.A. di Napoli che hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale della custodia in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli, Ufficio GIP, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
Inquieto è ritenuto responsabile di partecipazione all’associazione per delinquere di tipo mafioso al clan dei Casalesi frazione Zagaria. Il 7 dicembre 2011 era stato già arrestato, nel corso della cattura del capoclan Michele Zagaria, proprio per aver favorito la lunga latitanza del boss. Condannato per favoreggiamento aggravato ad anni 4 di reclusione, lo stesso veniva scarcerato in data 26.04.2015 per espiazione pena. Il suo ruolo è stato anche quello di aver continuato a coadiuvare nelle relazioni esterne il clan dei Casalesi: riceveva ed inviava pizzini per conto del boss ed interagiva con gli altri componenti della famiglia Zagaria . Ieri sera dopo l’arresto è stato condotto nel carcere di Secondigliano. Contestualmente, è stato disposto dall’Autorità Giudiziaria partenopea il sequestro di un immobile di proprietà dell’Inquieto e fittiziamente intestato ad una persona deceduta.
In particolare, le nuove attività investigativa consentivano di ricostruire come Inquieto, fino al 2011, attraverso due aziende, operanti entrambe nel settore edile, idraulico ed elettrico e della distribuzione del gas, venisse favorito nell’affidamento di commesse pubbliche e private, nell’intero agro aversano, per intercessione del suo capo, Michele Zagaria.
Il blitz di ieri segue quello del 12 aprile 2018 quando, in esecuzione ad un analogo provvedimento restrittivo, fu tratto in arresto, a Pitesti (Romania), su ordine della Procura di Napoli Nicola Inquieto, fratello di Vincenzo, poi condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli Nord ad anni 16 di reclusione lo scorso maggio, per la partecipazione al sodalizio casalese, fazione Zagaria.
In quel contesto, fu eseguito uno dei più importanti sequestri operati dalla magistratura italiana all’estero (oltre 400 appartamenti, tre società, tutti riconducibili a Michele Zagaria e gestiti, per suo conto, da Nicola Inquieto). Dopo l’arresto del fratello – tuttora ristretto in carcere in Italia poiché in regime di consegna temporanea da parte delle autorità romene – Vincenzo, che si era trasferito a Pitesti subito dopo la sua scarcerazione, era diventato il nuovo rappresentante della famiglia Inquieto in territorio romeno, dove dimorava ormai stabilmente, facendo raramente rientro in Italia. Le attività di localizzazione poste in essere dalla DIA su delega della DDA di Napoli, consentivano di mantenere un costante monitoraggio (con intercettazioni telefoniche ed ambientali – con la collaborazione della Polizia Penitenziaria per le attività di specifica competenza), di accertamenti patrimoniali e bancari sugli spostamenti dell’imprenditore fino all’arresto- sorpresa avvenuto ieri sera a Napoli.