CAMORRA & SERVIZI SOCIALI. Il re degli appalti Pasquale Capriglione indagato per tutto: corruzione, turbativa d’asta, 416 bis. Il suo asse di ferro con Giovanni Zannini

11 Dicembre 2021 - 12:56

L’unico vantaggio che abbiamo è che non dobbiamo effettuare ricerche o indagini, perché di questa persona e delle tante ombre che hanno sempre connotato il suo agire, noi di CasertaCe ci occupiamo da dieci anni e dunque ne conosciamo vita, morte e miracoli. Negli ultimi 5 anni abbiamo più volte affrontato la questione degli effetti devastanti per la trasparenza nelle gare d’appalto dei comuni e negli Ambiti intercomunali, del rapporto epidermico – quasi carnale – tra il Capriglione e il consigliere regionale di Mondragone. Ultimamente, a Carinola ha candidato addirittura sua figlia, affinché fosse evitata la sconfitta di Pasquale Di Biasio, che avrebbe aperto una crepa in quell’altro luogo di tutte le schifezze che chiamano Consorzio Idrico di Terra di Lavoro

CASERTA (gianluigi guarino) – Inutile dire che il decreto di perquisizione eseguito nella mattinata di ieri – venerdì – dagli uomini della polizia di stato, su delega dei magistrati inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, rappresenta per noi di CasertaCe qualcosa di profondamente diverso rispetto a ciò che rappresenta per tutti gli altri giornali.

Ciò, per un motivo molto semplice: la maggior parte, anzi, quasi tutti i venti indagati per reati gravissimi, tutti appesantiti dalla contestazione della sezione 416 bis del codice penale, che ha assorbito la prospettazione dell’articolo 7 dell’ormai storico e celeberrimo decreto del 7 agosto 1992 (comportamenti che hanno favorito la camorra), sono stati frequentemente, molto frequentemente “ospiti” di CasertaCe. Chi più, chi meno, tutti oggetto delle nostre attenzioni giornalistiche negli ultimi dieci anni. Tra i venti indagati, parte residente nel napoletano, altri, la maggioranza, residenti in provincia di Caserta, ci sono vecchie conoscenze, partendo – ad esempio – dall’arcinoto ex parlamentare di Alleanza Nazionale ai tempi di Gianfranco Fini, nonché ex sindaco di Afragola, arrivato un paio di anni fa ad un passo da una pesante condanna definitiva per fatti riguardanti il comune di Afragola, Vincenzo Enzo Nespoli.

Ma il record delle citazioni ce l’ha sicuramente mister Pasquale Capriglione. Ci sono decine e decine di articoli a lui dedicati. Un’attenzione doverosa, visto che e considerato che il suo Consorzio Nestore era già forte dieci anni fa ed è diventato fortissimo quando sempre la Dda ha tolto di scena dall’ampio contesto dell’appalto sui Servizi Sociali in provincia di Caserta il marcianisano Angelo Grillo, addirittura condannato all’ergastolo perché considerato il mandante di almeno un omicidio, quello del ras maddalonese Cortese, avvenuto a Montedecore per effetto del piombo proveniente dalle pistole dei sicari del clan Belforte.

Plasticamente, il comune di Caserta rappresenta il master dell’ascesa di Pasquale Capriglione. Dopo che Angelo Grillo finì nell’occhio del ciclone per la nota vicenda degli appalti delle pulizie nell’ASL Caserta, cominciò a fare marcia indietro anche negli appalti relativi ai servizi sociali. Correva l’anno 2014 e Capriglione faceva incetta, nel periodo dell’amministrazione di Pio Del Gaudio, di appalti lucrosissimi, aggiudicati uno appresso all’altro. Chi scrive denunciava già al tempo questa roba, il bimbo di via Petrarelle, cioè Del Gaudio, batteva i piedini, ma noi gli dicevamo come questo Capriglione una bella fine non avrebbe fatto, come le vicende di queste ore hanno puntualmente dimostrato.

Il Capriglione, dal 2015 in poi, ha stretto un rapporto pressoché epidermico con il consigliere regionale di Monragone Giovanni Zannini. Basta infatti vedere la filiera delle gare e degli affidamenti vinti e ne troverete a bizzeffe proprio a Mondragone, a Sparanise, comune in cui è indagato il sindaco sempre per questa inchiesta, l’iperzanniniano Salvatore Martiello, e altri ancora ed è il caso di Aversa, dove Capriglione già era presente, ma che dopo il sequestro politico operato sempre da Zannini con il ribaltone, che gli permette di avere tra le mani l’amministrazione comunale, ha visto ulteriormente consolidarsi le sue posizioni, ma, soprattutto, le sue prospettive.

A carico di Capriglione c’è, nel decreto della Dda, una vera e propria valanga di ipotesi di reato, contestati a un soggetto che definire chiacchieratissimo rappresenta il solito esercizio solitario di CasertaCe, dato che oggi diventa chiacchieratissimo per tutti, quando per noi lo è almeno da dieci anni, senza che nessuno (come li vogliamo chiamare, giornali?) abbia mai detto una sola parola anche quando il Capriglione, sempre nel tentativo risibile e vano di creare una sorta di contraltare al sottoscritto e a CasertaCe, ha tentato un ingresso a dir poco raffazzonato e abborracciato nel mondo della sedicente editoria locale.

Per quanto riguarda, invece, gli appalti vinti al comune di Teano, che pure rappresentano contenuto del lavoro della magistratura antimafia, non ci siamo mai pronunciati fino in fondo, visto che non siamo riusciti a stabilire, pur avendo contezza di fatti e individui coinvolti, quanto avesse contato il rapporto personale tra Capriglione e il sindaco Dino D’Andrea e quanto, invece, abbia inciso la decisione dello stesso D’Andrea di mollare la cugina Pina Picierno e il Partito Democratico, e candidare la propria sorella nella lista di De Luca, messa insieme proprio da Zannini nell’estate 2020 per le elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Su questo, però, diremo qualcosa di più significativo quando di certo andremo ad approfondire eventuali modifiche del peso specifico di Capriglione nei servizi sociali di Teano e dintorni, ponendo grande attenzione al rapporto tra affidamenti e date in cui questi sono stati introitati.

Per quanto riguarda casa sua, cioè Carinola, Capriglione è sceso direttamente in campo alle ultime elezioni comunali. Zannini gli ha chiesto, ed evidentemente era in condizione di farlo, un impegno diretto, al punto che Capriglione ha candidato sua figlia nella lista che ha appoggiato la figlia del presidente del Consorzio Idrico, Pasquale Di Biasio, altro colonnello sempre a disposizione di Zannini, mossosi in modo tale che in piena campagna elettorale, come questo giornale ha scritto dettagliatamente

, fossero pubblicati bandi per l’assunzione di personale all’interno dei soggetti giuridico-imprenditoriali che gestivano già i servizi sociali nel comune di Carinola.

Questo articolo non è corto, ma vi garantiamo che non arriva nemmeno al 5% di ciò che rappresenta oggi in provincia di Caserta il sistema Capriglione-Zannini. Ma avremo modo di tornare su questo argomento. Per il momento vi favoriamo lo screenshot delle ipotesi di reato che a Capriglione vengono contestate dalla Dda. In pratica si tratta di una lezione di diritto penale, con pluricontestazioni ai sensi dell’articolo 416 bis, agganciato ad un vero e proprio kit che va dalla corruzione, alla turbativa d’asta, dal trasferimento fraudolento di valori, fino ad arrivare addirittura (roba rara) alla malversazione a danno dello Stato, reato che abita in un articolo che ospita quello riservato ad esponenti della pubblica amministrazione, cioè quello di peculato.

Vediamo ora cosa succede alla Prefettura di Caserta ad un imprenditore che, dopo il patto di ferro stretto con Zannini, ha in mano la magna pars dei servizi sociali della provincia di Caserta. La procedura di verifica delle condizioni per la cancellazione dalla white list, con contestuale interdittiva antimafia è a dir poco doverosa.