CAMORRA&SERVIZI SOCIALI. La Dda coinvolge anche l’ex assessore di Caserta Emilio Caterino: “Protagonista della coop. Amame e punto di riferimento politico di Orlando Diana e Maurizio Zippo”

17 Marzo 2022 - 11:47

Abbiamo atteso qualche giorno prima di scrivere questo articolo in modo da poter controllare e verificare che l’Emilio Caterino di cui si scrive nella richiesta di perquisizioni formulata dai giudici dell’Antimafia fosse, come effettivamente è, il noto politico casertano di origini sanciprianesi

 

 

CASERTA – Abbiamo scisso in due parti la trattazione relativa al ruolo che, secondo i magistrati della Dda, il sanciprianese Maurizio Zippo ha svolto dentro alle vicende torbide riguardanti gli appalti banditi da Comuni, Ambiti Intercomunali e Asl nel settore dei Servizi Sociali, aggiudicati a soggetti fortemente sospettati di aver rapporti con il clan dei Casalesi.

L’abbiamo scissa in due parti perché era doveroso, da parte nostra, effettuare i controlli e le verifiche del caso, su un nome che, in verità, era emerso già quando la Dda ha affrontato le vicende relative all’altro sanciprianese Orlando Diana, di cui abbiamo scritto domenica sera (CLICCA E LEGGI).

Anche in quel caso, però, decidemmo di espungere un nome che avremmo potuto anche scrivere così, senza chiose e senza didascalie, ma che – essendo stato inserito in maniera un po’ inopinata e soprattutto senza una declinazione biografica, così come è successo per tante altre persone le quali, seppur non indagate, hanno incrociato l’interesse degli investigatori al punto che li hanno ben identificati ed esposto ogni loro dato anagrafico, ogni loro dato professionale, ogni dato riguardante l’impegno politico-istituzionale all’attenzione del giudice che ha autorizzato la Dda a svolgere le perquisizioni del 9-10 dicembre scorsi.
Oggi, avendo controllato tutto quello che c’era da controllare, possiamo dire che l’Emilio Caterino di cui la Dda scrive è il politico casertano, più volte consigliere comunale e anche assessore, carica che ha ricoperto ai tempi dell’amministrazione Del Gaudio quando, in quota An-Polverino assunse la delega alle attività produttive.
A Emilio Caterino, candidatosi anche alle ultime elezioni nella lista “Prima Caserta”, la Dda dedica due passaggi.
Il primo specifico, il secondo di contesto.
Partiamo dal primo.

Il giorno 8 luglio 2020, Emilio Caterino è presente al ristretto gruppo degli invitati al pranzo di compleanno di Orlando Diana, svoltosi nel ristorante “Le delizie del Mare” di Lusciano, evento conviviale monitorato dai poliziotti della Squadra Mobile di Caserta, a cui la Dda ha affidato l’operatività dell’indagine.
A quel tavolo, oltre ai citati Emilio Caterino e Orlando Diana, sono presenti anche Maurizio Zippo e Antonio Fabozzi, quest’ultimo titolare formale della cooperativa Amame, che gli inquirenti considerano, invece, saldamente sotto il controllo di Diana e Zippo.
Il dato specifico del compleanno si collega a quello di contesto.
Perché , quando nelle pagine successive, si torna a parlare di Emilio Caterino, ciò avviene proprio incrociando la parte della trattazione relativa alla figura di Maurizio Zippo, che evidenzia i rapporti di quest’ultimo con Amame.
Il nome della cooperativa citata l’abbiamo incontrato diverse volte.
Ultimamente, quando abbiamo sintetizzato la tabella contenente tutti i movimenti bancari, tutti i giri di bonifici e di fatture, tra soggetti di impresa riconducibili puntualmente al Diana e allo Zippo (CLICCA E LEGGI).
I magistrati ritengono Emilio Caterino un protagonista di Amame e delle sue attività.

Non solo, visto che oltre a questo ruolo più specifico gli inquirenti considerano parimenti “di interesse investigativo” una funzione più generale, più ampia, che Emilio Caterino avrebbe svolto a favore dei suoi amici Orlando Diana, Maurizio Zippo e Antonio Fabozzi: “catalizzatore degli oscuri interessi politici di Diana e Zippo”.
Al momento, almeno per quel che è risultato dai contenuti degli atti notificati nei giorni delle perquisizioni, Emilio Caterino non risulterebbe indagato.
Naturalmente stiamo parlando di un’indagine ancora aperta, viva e vegeta, in cui è del tutto evidente che gli investigatori e dunque anche la Dda hanno in mano molte, ma molte più carte, molti più fatti conosciuti rispetto a quelli emersi negli atti fino ad oggi erogati.