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CASERTA. “Che figura di m..da”: altro che professore Pica. Questo Bilancio sarebbe bocciato anche a uno studente di prima ragioneria

10 Novembre 2018 - 13:29

CASERTA (G.G.) – Come abbiamo promesso ieri sera, cominciamo a radiografare il bilancio stabilmente riequilibrato. Lo facciamo con la lente della relazione dei revisori dei conti, che di questo bilancio dicono tutto il male possibile, salvo poi dare parere positivo con riserva, perché, come si suol dire, “s’adda campà”.

Quelli di Striscia la Notizia avrebbero inserito nella trattazione odierna la mitica frase-tormentone del fuori onda, ormai storico, di Emilio Fede: “Che figura di merda!”

Sembra incredibile, ma purtroppo vero, che ancora una volta è stato permesso all’ufficio Finanze e Bilanci del Comune di tirar fuori un documento che avrebbe comportato la bocciatura immediata e inevitabile di uno studente della prima ragioneria. Da tempo diciamo che il Comune di Caserta, non avendo approvato il Bilancio Consolidato, unico tra le amministrazioni comunali più importanti della provincia, ha creato una condizione di illegalità evidente.

Il Bilancio Consolidato contiene, fra le uscite, le quote obbligatorie da versare agli enti strumentali di cui il Comune fa parte.

Abbiamo fatto cenno, ieri, al rilievo formulato dai revisori sull’assenza totale nel Bilancio degli esborsi che il Comune di Caserta deve effettuale per regolarizzare la sua posizione all’interno dell’Asi.

Asi, ma non solo. Infatti, non risultano atti di alienazione della quota azionaria del Comune nel Consorzio Innovazione e Sviluppo della Provincia di Caserta, quota che è pari al 15,91% (naturalmente non indicata in Bilancio). Questo è illegale senza se e senza ma, e nel momento in cui il sindaco Carlo Marino consente al plotone sgangherato del professore Pica e del mitico Girolamo Santonastaso di continuare a far strage di Diritto e di norme regolatrici della finanza locale, diventa primo complice, non solo politicamente parlando, di tutto ciò.

L’esercizio 2017 del Consorzio Innovazione e Sviluppo della Provincia di Caserta si è concluso in perdita e il Comune deve versare circa 8.400 euro come sua quota-parte per ripianarla, cifra che non risulta in bilancio.

Ritornando all’Asi invece il Comune ha una quota del 4%, che se consideriamo la perdita di circa un milione richiederebbe un appostamento in bilancio di 40mila euro.

Una sorta di catena del disonore: Comune di Caserta socio inaffidabile e falsario nei bilanci, visto che, unico caso in provincia di Caserta, non redige un Bilancio Consolidato e poi non dichiara questi costi all’interno del Riequilibrato così come fanno disarmantemente notare i Revisori nella loro relazione.