CASERTA CITTA’ ILLEGALE SENZA SE E SENZA MA. Il parcheggio dei Dresia, chiuso dal comune, è aperto. E la gara del project indignerebbe anche Pulcinella

24 Febbraio 2023 - 19:33

Ogni tanto siamo percorsi da un sussulto e ci ricordiamo che il nostro lavoro, duramente svolto, su norme, documenti, procedimenti amministrativi è del tutto inutile, visto e considerati che casi non clamorosi, ma follemente, sfrontatamente impudichi che si trascinano da anni e anni (come quello dell’area parcheggio della Pollio) non vengono riscattati neanche da una contravvenzione, da una multa. E questo è

CASERTA (g.g.) – Che dobbiamo fare, siamo proprio incorreggibili. Da almeno una dozzina d’anni questo giornale denuncia la folle decisione del comune di Caserta di permettere alla vivacissima famiglia Dresia di fare il bello e il cattivo tempo nel mega parcheggio all’interno dell’ex Caserma Pollio, a quattro passi dalla Reggia, una vera e propria miniera d’oro per lo sfruttamento della quale l’ente capoluogo negli anni ha stipulato delle convenzioni, che a nostro avviso sono state sempre di dubbia legittimità, ma soprattutto puntualmente perculate dai Dresia, che ogni giorno incassavano migliaia di euro, senza onorare gli impegni assunti con la città, non rimettendo alle casse del comune l’importo pattuito al momento della firma di queste (si fa per dire) convenzioni.

Alla fine, secondo la stima – anche questa discutibile per chi vi scrive – fatta dal comune, la società Sea Services

avrebbe accumulato 381 mila euro di debiti per i mancati trasferimenti delle cifre dovute.

A questa vicenda abbiamo veramente dedicato decine e decine di articoli e poco più di un anno fa, il 22 gennaio 2022, è stato finalmente chiuso, sigillato.

Da qualche mese, però, veniamo puntualmente allertati da molti nostri lettori che ci informano di una novità sostanziale: quel parcheggio è aperto alle auto e c’è qualcuno che preleva importi.

PARCHEGGIATORI ABUSIVI NELLA POLLIO

Sulla carta, sempre sulla carta, dovrebbe trattarsi di parcheggiatori abusivi, dato che la convenzione tra i Dresia e il comune è scaduta, oltre ad essere stata pesantemente cannoneggiata dalle inadempienze del fornitore del servizio.

Resta il mistero che cercheremo di dipanare. Ma al momento, nell’albo pretorio del capoluogo non abbiamo trovato nessun atto che segnali un affidamento provvisorio della gestione di questo spazio, eccettuato un breve periodo di utilizzo autorizzato nel corso delle feste natalizie e di fine anno da parte della TMP, titolare del servizio dei parcheggi a pagamento su strada nel capoluogo. Un utilizzo terminato lo scorso 9 gennaio, come informa una determina del (solito) dirigente Franco Biondi e datata 30 dicembre.

Per il resto, pur essendo degli incorreggibili, ci siamo pure rotti un po’ le scatole di scrivere articoli disarmantemente logici che evidenziano una serie di fatti che, quantomeno, meriterebbero di essere approfonditi dalle autorità preposte all’innesco dell’azione penale.

Abbiamo scritto “approfonditi”, per cui noi non abbiamo sicurezze che la pessima gestione dello spazio Pollio, il regalo incomprensibile (o fin troppo comprensibile) che le amministrazioni comunali hanno fatto alla famiglia Dresia abbiano determinato momenti formali o non formali che integrano sicuramente la violazione di una o più articoli del codice penale.

Però, sul fatto che ci sia tanta materia sospetta, beh, su questo gli sforzi, i sacrifici, la ponderosa attività di documentazione e di sviluppo pubblicistico di questa vicenda non accettiamo rilievi, soprattutto da chi, colpevolmente, perché sarebbe suo dovere farlo, non legge i nostri articoli o, se li legge, lo fa con grande superficialità.

UN PROJECT FINANCING DA RIDERE, TRA DEBITI E RICAVI

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Nell’autunno scorso noi abbiamo raccontato di una ridicola procedura di Project financing. Solo una cultura inveterata dell’impunità, una consapevolezza che i fatti dimostrano a questo punto largamente fondata di potersi permettere di fare dei beni della città una proprietà privata, ha potuto far sì che a presentare il progetto di finanza, il quale abbiamo illustrato punto per punto nei mesi scorsi, sia stata proprio la Sea Services.

Guardate, questo è un posto unico al mondo. In quale altro luogo può capitare che una società che ha certificato la sua inadempienza contrattuale, che ha privato la città di quasi 400 mila euro (e secondo noi molti di più), in quota parte provento della concessione dell’area parcheggio Pollio, possa essere da un lato oggetto di una procedura di recupero crediti che riteniamo – ma non si può mai sapere – sia stata attivata dal comune, e dall’altro lato titolare, protagonista redattrice della proposta di gestione in project financing (terrazza panoramica con ristorante, sala espositiva ecc…) di un’area sulla quale si prevedono introiti da 7 milioni di euro (con calcoli a dir poco al ribasso, come dimostrammo a suo tempo) e un investimento di propria tasca da 600 mila euro.

Ma, al confronto, Pulcinella è lo shakespeariano Re Lear.

Cioè, tu, Dresia, devi dare al comune quasi 400 mila euro di importi non versati per lo sfruttamento del parcheggio e ti impegni a spendere 600 mila euro nel project financing per lo stesso parcheggio.

Ecco perché vi diciamo che è un posto unico al mondo ed è ancor più grave delle modalità in cui questi fatti si vanno a configurare è che nessuna autorità intervenga e che nessuna forza politica di opposizione alzi doverose barricate su robe simili.

7 MILIONI DI EURO, COSE DI FAMIGLIA

Solo una cultura inveterata dell’impunità può consentire a Dresia, storico amico ed elettore del sindaco Carlo Marino e al solito (e sono due) Franco Biondi di concepire e porre in opera la determina-capolavoro di 21 pagine che mettiamo a disposizione ancora una volta per chi dovrebbe avvertire il dovere di studiarla con cui il dirigente prende atto della proposta di aggiudicazione, formulata da una commissione evidentemente scesa da Marte (ma sappiamo come funziona il sistema delle mutue disponibilità tra commissione che vanno e vengono lungo lo Stivale), non a Sea Services, ma ad un raggruppamento temporaneo di imprese (roba da pazzi) il cui motore, il cui soggetto principale, indicato come tale dalla stessa determina, è la Adeka Parking, cioè un’impresa costituita il 10 febbraio 2022, cioè un anno fa, ma – udite udite – nata dopo 14 mesi dalla presentazione del project financing di Sea Services.

E sapete perché? Perché evidentemente il problema di questa società, cioè della Sea, il suo debito da 381 mila euro può rappresentare anche una difficoltà di tipo giuridico.

E allora noi costituiamo una società diversa da quella ha presentato il project, ma diversa per modo di dire, visto che la legale rappresentante di questa impresa è Katia Cicatiello (CLICCA E LEGGI), ha 22 anni e di professione fa l’estetista, ma soprattutto è la figlia di Adelina Dresia, componente dell’omonima e storica famiglia, e moglie di Gaetano Scarpato, l’amministratore unico della Sea Services e che CasertaCE ha incrociato per la prima volta subito dopo le elezioni comunali 2016 quando, a 3/4 giorni di distanza dalla vittoria di Carlo Marino nel ballottaggio con Riccardo Ventre, qualche buontempone dei rioni gli bruciò completamente l’auto (CLICCA PER VEDERE L’ARTICOLO E LE FOTO).

Dunque, la figlioccia dell’amministratore di Sea Services è la legale rappresentante del project approvato per la gestione ventennale dell’ex caserma Pollio.

Uno ora può pensare che, alla chetichella, l’imbarazzante presenza di Sea Services sia stata cancellata. Eh no. Perchè tu non puoi cancellare l’impresa che ha presentato materialmente il project financing.

E allora dev’essere sempre la cultura dell’impunità a poter rendere tranquilla la redazione di una determina e la realizzazione di una gara aggiudicata ad un RTI capeggiata dalla figlia di Gaetano Scarpato e Adelina Dresia e partecipata proprio da Sea, cioè dal patrigno della signora Katia Cicatiello.

Poi, ci servono i muratori, e la RTi è completata dalla ditta edile Co.Ge.Me. e, onestamente, ci siamo pure stancati di spendere soldi in visure camerali, visto e considerato che davanti a cose come queste, nemmeno il generale Noriega (vi ricordate quello di Panama?) avrebbe avuto il coraggio di provarci.

Attendiamo l’aggiudicazione definitiva e qualcuno ci dica chi sta gestendo un parcheggio che dopo il 9 gennaio è rimasto aperto.

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