CASERTA. Come volevasi dimostrare: “ricottona” confezionata. La nomina della Martino che in 3 mesi ha cambiato cavallo, sancisce la pace tra gli uomini di Oliviero e Carlo Marino

8 Marzo 2021 - 20:11

Ecco perché eravamo stati prudenti nel primo articolo dedicato a questa nuova nomina. Le poltrone sono tutto e questa politica, dei problemi della gente, non gliene frega un tubo. Ma siccome i casertani sono dei pecoroni e sono anche peggiori dei politici che li rappresentano…. va da se

CASERTA (g.g.) – Come volevasi dimostrare. Quando, qualche ora fa, abbiamo dato la notizia della nomina ad assessore al bilancio del Comune di Caserta di Gerardina Martino, moglie dell’imprenditore di Santa Maria Capua Vetere Michele Zito e candidata del Pd alle ultime elezioni, avevamo, in nome di una saggezza e di una esperienza, maturata in anni e anni di sorprese avute di fronte al verso, al contenuto di una notizia data e interpretata nel senso apparentemente più evidente, avevamo raccomandato, prima di tutto a noi stessi, poi ai lettori di Casertace di non dare per acquisito quello che era in apparenza la nomina della Martino.

Non c’è dubbio ed è assolutamente incontestabile il fatto che la sua candidatura alle ultime elezioni regionali fu frutto di una scelta compiuta da Stefano Graziano, magari con il coinvolgimento di suo zio Nicola Marrazzo, storicamente radicato in quella Acerra, nel cui comune la Martino svolgeva la funzione di assessore al bilancio.

Siccome abbiamo imparato bene a conoscere la depravazione no-limit della politica locale, il malcostume della sua potentissima variante casertana, vi avevamo promesso un supplemento d’indagine.

Scusate, cari lettori, non c’eravamo accorti che la Martino, candidata da Graziano, è passata, “naturalmente”, con il suo rivale principale, cioè con Gennaro Oliviero, oggi di gran lunga l’uomo più potente del Pd casertano.

Con tutto il rispetto per la dottoressa Martino e considerando pure che a suo modo sia rimasta delusa dei voti raccolti alle regionali, di eventuali promesse non mantenute dal citato Graziano, cosa c’entrano queste strutture emozionali con una scelta di campo fatta dopo le elezioni regionali, manco a dirlo in coincidenza con la caduta nella polvere di Graziano e dell’ascesa massima di Gennaro Oliviero, eletto alla presidenza del consiglio regionale?

Anzi più che sulla carta, in una valutazione politica considerata come uno strumento di crescita sociale, civile ed economica e non come il fine di ambizioni personali.

Eppure è andata proprio così: la Martino è stata nominata assessore per sancire la pace tra la cosiddetta componente di Gennaro Oliviero, imperniata soprattutto sulle figure del suo capo di Gabinetto Antonio Ciontoli, dell’ex segretario provinciale dei Ds nonché candidato sindaco alle elezioni del 2002 Ubaldo Greco, su Enzo Battarra ecc e il sindaco Carlo Marino.

Si sa che in politica tutto è relativo. Il peggiore degli insulti, l’epiteto più truculento, la stroncatura apparentemente più definitiva si trasforma, in men che non si dica, in una corrispondenza di amorosi sensi di dantesca memoria. E così è accaduto. Ammesso e non concesso, aggiungiamo noi, che nel Pd fosse iniziato un processo di mediazione per ricompattare il partito attorno al sindaco, è mai possibile che queste partite si svolgano sempre allo stesso modo, cioè riassumendo il problema politico, programmatico, etico, della solita poltronazza attribuita al portabandiera di turno.

Per carità, ripetiamo, nulla di personale nei confronti della dottoressa Martino che valuteremo, come già abbiamo scritto nell’articolo appena citato di un paio di ore fa, in base al modo con cui opererà partendo magari da quel regolamento di contabilità varato in questi ultimi giorni e che sicuramente conterrà nobili contenuti e che ci piacerà mettere a confronto con tutte le scelleratezze che questa amministrazione comunale ha compiuto negli ultimi anni a discapito degli interessi dei cittadini.