CASERTA. È morto il giornalista Carlo Desgro. Le mie ragioni e le sue che hanno prevalso

3 Ottobre 2020 - 11:23

CASERTA – Carlo Desgro se n’è andato discretamente così come ha vissuto e come ha interpretato la sua lunga e prolifica attività di giornalista. Le ha attraversate un po’ tutte le stagioni del giornalismo casertano. Quella del pensiero unico del sussiego per i potenti della politica e di certa imprenditoria, e quella disordinata, malmessa di una scapigliatura che ha tradito gli obiettivi di liberazione dalle oligarchie mafiose e paramafiose che hanno governato la politica ma soprattutto i processi economici della provincia di Caserta, soggiogando agevolmente generazioni intere di giornalisti che a questa professione erano arrivati per molti motivi tranne l’unico che contava: assecondare un istinto, un esprit puramente democratico che solo il tratto identitario dell’indipendenza morale prim’ancora che materiale avrebbe potuto tenere al riparo da una sudditanza che è stata prima di tutto culturale, con la conseguenza di tararsi docilmente alla mentalità a un senso comune dominato dal conformismo, da un un malinteso senso di quieto vivere, ristorato dalla munificenza degli oligarchi.

Carlo Desgro ha scelto sempre la terza via. Quella che a me non bastava e che invece, con gli anni, ho compreso sia l’unico modo per ottenere qualcosa in termini di cambiamento di una società locale insensibile ad ogni ragione e ad ogni modalità di innesco di una una crescita reale, che non non può e non potrà passare che passare dal primato della meritocrazia e da una percezione finalmente avvertita dell’importanza delle leggi e delle regole. Spesso mi ero confrontato anche con lui su queste cose e anche scontrato con lui su queste cose. Il cammino dell’età porta ragione alle sue ragioni, e oggi nel giorno della sua morte prevalgono tutte.