CASERTA. LO SPECIALISTA colpisce ancora. Altra cascata di quattrini e un’orgia di affidamento. Ora sono tre le ditte per la monnezza umida

15 Ottobre 2020 - 17:08

Più seguiamo queste vicende con attenzione e con una devozione certosina allo studio dei documenti e più non ci rendiamo conto come sia possibile che nulla accada. Ovviamente questo incoraggia ad osare sempre di più, come succede ad ogni “intoccabile” che si rispetti

CASERTA (g.g.) – Se nessuno gli dice nulla, se non c’è un consigliere comunale all’altezza di presentare “una fetente” di interrogazione, è chiaro che lui va avanti senza problemi, avendo sperimentato che gli articoli di CasertaCe vengono letti moltissimo, ma non gli hanno mai procurato grandi fastidi, neppure nelle occasioni in cui Franco Biondi, dirigente a tutto del comune di Caserta, è stato indagato per circostanze molto gravi, connesse anche ad interessi camorristici, com’è avvenuto, per fare un esempio, nella vicenda del parcheggio di via San Carlo, sostanzialmente evaporata senza un perché.

Da parte nostra, continuiamo a pubblicare denunce, supplendo (purtroppo) a diversi vuoti che ormai sono evidenti nell’azione di controllo degli atti di governo dell’amministrazione comunale di Caserta. Per noi, Biondi può continuare tranquillamente a fare quello che gli pare, noi non arretreremo mai di un passo, perché riteniamo che quella del comune di Caserta sia ormai da decenni una mala-gestione, una mala-amministrazione, termini che adoperiamo come eufemismi. Non c’è un centimetro quadrato della gestione del pubblico danaro che non presenti ombre. Nella nostra rotazione, oggi torniamo sulle incredibili

vicende riguardanti il tourbillon di affidamenti ad imprese che erogano il servizio di smaltimento della frazione umida dei rifiuti.

Tutto cominciò quando, incredibilmente, nonostante si trovasse in una condizione di prefallimento e con una richiesta di concordato al tribunale, con conseguente nomina di consulente giudiziario, nella persona di Amedeo BassiGesia, nel visibilio dei suoi creditori, tra i quali anche molti poveri cristi che ci avevano lavorato per anni, dichiarò un giorno dell’estate 2019 di non poter più fornire il servizio nella piattaforma di Pastorano. Quindi Biondi, in 24 ore, in puro stile da Repubblica delle Banane, affidò il lucroso servizio alla Sorgeko, cioè alla stessa famiglia Sorbo. Un’azienda con sede operativa allo stesso indirizzo della Gesia, operante nello stesso impianto di Gesia. Tutto ciò fu considerato normalissimo dall’amministratore giudiziario, dal tribunale e da ogni altra autorità, anche perché nessuno dei dipendenti buggerati seppe muoversi di conseguenza, magari tenuto buono da qualche promessa di riassunzione. Chiaro che, non succedendo nulla, chi esercita la potestà di questi atti amministrativi, riceve una percezione di impunità che lo rassicura e che lo fa pensare veramente di potersi permettere di fare tutto e il contrario di tutto. Che Gesia e Sorgeko siano la stessa cosa, come noi abbiamo dimostrato pubblicato le visure camerali, riceve conferma ulteriore dal lavoro in coppia presentato in altri comuni della provincia di Caserta come, uno per tutti, Casagiove.

Era il 13 settembre 2019 quando Sorgeko ha dichiarato di non poter servire l’ente nel servizio di smaltimento rifiuti in maniera regolare e continua (proprio come Gesia) e, quindi, viene rintracciata una nuova piattaforma per il conferimento dei rifiuti, cioè Ambiente SpA, con sede legale a Torino, ma con base amministrativa ed operativa a San Vitaliano, in provincia di Napoli. Nonostante ciò, da esattamente un anno il comune di Caserta continua ad utilizzare il centro di Sorgeko, nonostante la dichiarazione proveniente dall’azienda legata alla famiglia Sorbo. Ogni tanto, giunge in soccorso anche Cu.Ma., terza ditta ad occuparsi dello smaltimento della frazione umida urbana di Caserta, manco che il capoluogo fosse una metropoli come Nuova Delhi, con tonnellate e tonnellate di monnezza sul ciglio della strada da dover stipare in tre, quattro cinquanta piattaforme.

E come si giustifica questa seconda ditta e questi 58 mila euro in più che i casertani cacciano mensilmente a queste ditte? 20.03.02. Calmi, non è il codice pin del conto corrente di CasertaCe, ma il codice Cer relativo ai rifiuti dei mercati, aggiunto nelle determina tra il 2019 e il 2020. Per chi non è fan della materia, il codice cer si basa catalogo europeo dei rifiuti è l’elenco dei codici di classificazione dei rifiuti secondo la direttiva europea 442 del 1975. Quindi, solo un mercato comunale in funzione, quello di via Ruta, costerebbe 58 mila euro di smaltimento dei rifiuti, cioè un quarto di tutto quello che si crea in città mensilmente? Onestamente, pare una follia amministrativa, non la prima e temiamo neanche l’ultima di questo misterioso intreccio biodegradabile.

Piccolo spoiler: Cu.Ma. tornerà a servire il comune capoluogo per il conferimento rifiuti anche in questo mese di ottobre. Saranno tre ditte come già avvenuto mesi fa o una tra Sorgeko e Ambiente riceverà il ben servito? Noi di CasertaCe ci siamo già fatti un’idea.

CUMA OTTOBRE CASERTA

SORGEKO SETTEMBRE CASERTA

AMBIENTE SPA SETTEMBRE CASERTA

SORGEKO AGOSTO CASERTA 2019