CASERTA. Marino e Biondi vogliono tagliare centinaia di alberi in zona sotto vincolo ambientale e fottendosene della Soprintendenza. All’indefesso lavoratore di Capodanno diciamo…

9 Gennaio 2019 - 13:38

CASERTA(g.g.) Il comune di Caserta ha deciso di tagliare più di 160 piante in tre aree della città. Tre aree non selezionate, a nostro avviso, in base a delle presunte necessità legate ad una pestilenza botanica improvvisa che renderebbe questi arbusti pericolosi, al punto da mettere in pericolo la pubblica incolumità, ma in funzione di quella che è la vera variabile indipendente che muove tutte le azioni della premiata ditta Franco Biondi-Carlo Marino, con il nome del primo che anteponiamo a quello del secondo, non casualmente, ma per scelta ponderata e motivata, sulla quale, eventualmente, se il sindaco di Caserta ci chiederà lumi (ma non lo farà) saremo lieti di declinare, in maniera circostanziata, questa nostra affermazione.

La variabile si chiama affidamenti diretti. Il povero Franco Biondi ha dichiarato, in questi giorni, che lui ha lavorato, per la città, fino alle 17 del 31 dicembre scorso. La città, di fronte a questo autentico sacrificio di abnegazione per il bene comune, gli chiede di astenersi. Di prendersi più giorni di ferie. E, soprattutto, di non lavorare fino alle 5 del pomeriggio del 31 dicembre, da solo o accompagnato da un paio di suoi fedelissimi, negli uffici comunali vuoti. Gli chiede di non lavorare il 15 agosto,

quando tutti sono al mare, e lui poverino, apparecchia gare e bandi per affidamenti diretti per lavori e incarichi professionali, così com’è successo l’ultima estate, quando, proprio a Ferragosto, l’architetto Giancarlo Covino, figliolo del suo antico e fedelissimo funzionario Carlo Covino, ha ricevuto un incarico diretto per svariate decine di migliaia di euro, per quella roba strana che devono fare in zona Parco Primavera.

Biondi si riposi soprattutto in questi giorni perchè purtroppo la tragedia, il coglionamento sistematico di ogni struttura di corretta amministrazione, così com’è stata definita in molti pareri dell’Anac, avviene proprio nei giorni di Ferragosto e il 31 dicembre pomeriggio, o durante altre feste comandate in cui l’archimagirus dell’ufficio tecnico tiene calda e aperta l’ormai nota cucina degli orrori.

Detto questo (ma figuriamoci, qui stiamo commentando parole impudenti, da autentica faccia di bronzo), ritorniamo ai tre interventi di distruzione arborea: se sono suddivisi in ragione di 27 mila euro a colpo, è evidente che l’operazione è stata costruita solo in funzione del suo aspetto economico, ovviamente premiale per le tre imprese scelte da Biondi, tra cui una di San Nicola La Strada. Dunque, ci sono andati gli alberi di mezzo e va bene, ma se questa funzionalità alle necessità economiche di determinate imprese si sarebbe potuta realizzare solo attraverso interventi di riscrittura di 50 numeri civici, questo tipo di azione, cioè i numeri civici e non gli alberi, sarebbe stata utilizzata dalla premiata ditta di cui sopra. E’ tutta una questione di dodicesimi. C’erano questi 80 mila e passa euro vincolati in bilancio a questo tipo di interventi? E allora, vai con gli alberi, chi se ne fotte se poi la città viene depauperata anche di quel poco di verde che c’è a disposizione.

Tutto questo sforzo di spacchettamento, è stata l’ultima impresa faticosa dell’archimagirus travestito da ingegnere. Può stare tranquillo, il nostro, perchè questo governo ha, non conoscendo il grado di perdizione di certi uffici tecnici, alzato, nella legge di bilancio votata a fine anno, la soglia per gli affidamenti diretti, dagli attuali 40 mila euro ai 150 mila. Per cui, la prossima volta, invece di fare tre determine, ne potrà fare una da 149 mila 990 euro, anche se, a pensarci bene, tre determine con questa cifra fanno 450 mila euro, e vuoi mettere tu…

Sull’identità delle ditte scelte ci ritorneremo, come ritorneremo su quel porto delle nebbie che, nonostante gli articoli di CasertaCe, è stato creato attorno alle cosiddette short list o long list delle ditte di fiducia, di cui nessuno sa nulla e che sono state definite senza alcuna trasparenza relativa alle procedure.

Ah, dimenticavamo, un piccolissimo particolare: siccome l’intervento sugli alberi riguarda anche aree importanti del centro quale Corso Trieste, via Battisti, via Roma, vorremmo ricordare sommessamente al lavoratore indefesso di San Silvestro, che la città di Caserta è sottoposta, per almeno un terzo del suo territorio (poi al limite spulciando nei nostri archivi potremmo essere più precisi) al vincolo ambientale.

Per cui, quei due dormienti della Soprintendenza, ci riferiamo a Salvatore Buonomo e all’ormai placata, dopo i fasti aversani, Giuseppina Torriero, dovrebbero porsi il problema di dire all’amministrazione, chiamandosi l’ente di governo che gestiscono Soprintendenza ai beni culturali, architettonici, ma anche ambientali, che senza un placet formale della stessa Soprintendenza, questi alberi, in zona sottoposta a vincolo ambientale, non si possono tagliare.

Leggendo le tre determine dello stakanovista di Capodanno, non abbiamo colto, infatti, alcun riferimento ad un confronto avvenuto e definito in atti formali, tra il comune e la Soprintendenza.

Manco nel vecchio west o nella giungla di Tarzan.