CASERTA, MONNEZZA & LADRONI. Leggete come questi due, cioè Savoia e Pasqualino Vitale chiamavano i componenti della commissione d’appalto: “Quelli sono i tre tenori de Il Volo”

10 Gennaio 2022 - 13:06

Come stavano allegri l’imprenditore al centro di decine e decine di trame e il faccendiere intramontabile. 5 giorni prima del sorteggio truccato da Marcello Iovino, già discutevano con i componenti della commissione di gara, che ufficialmente non lo erano ancora. La Dda: “Carlo Marino interlocutore politico”. E sulla casetta dell’acqua…

 

CASERTA(g.g.) La sintesi delle posizioni dei magistrati inquirenti della Dda sugli indagati per la vicenda dell’appalto truccato da 116 milioni di euro al comune di Caserta, coinvolge i soggetti per i quali è stata chiesta l’applicazione di una misura cautelare limitativa della libertà personale.

Dunque, Carlo Savoia, Marcello Iovino, Giuseppe D’Auria detto Pippo, questi ultimi due liberati dal tribunale del Riesame dal vincolo degli arresti domiciliari 48 ore fa, in quanto non esisterebbero più i motivi che ne giustificavano l’applicazione, fermo restando la esistenza e la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. E ancora, Anna Scognamiglio, Gennaro Cardone, Ernesto Scamardella, per il quale il pm ha chiesto l’applicazione del divieto di dimora nella provincia di Caserta e nel comune di Napoli e Pasquale Vitale, per il quale erano stati chiesti i domiciliari, istanza rigettata dal giudice per le indagini preliminari.

Per l’unico indagato a piede libero, manco a dirlo il sindaco di allora e di oggi Carlo

Marino, c’è solo una valutazione incidentale nel momento in cui la Dda lo definisce “interlocutore politico fiuduciario” di Savoia e del suo entourage”.

Dovendo, invece, chiedere al gip l’applicazione di una misura cautelare, la Dda ragiona più a lungo, declina contenuti più estesi per quanto riguarda gli appena menzionati indagati.

Per evitare di essere ripetitivi, visto e considerato che questa parte contiene il remake di cose che abbiamo già scritto nelle altre puntate di questo focus, abbiamo selezionato qualche elemento non esplorato, non illustrato o che abbiamo solo accennato. Intanto, facciamo un passo indietro di qualche pagina e recuperiamo un passaggio del tipo “ridere per non piangere“.

Riguarda una conversazione allegra tra Carlo Savoia e Pasqualino Vitale, i quali paragonano i tre componenti della commissione aggiudicatrice del super appalto, cioè quelli che poi qualche giorno dopo (l’intercettazione è del 6 settembre 2018) e cioè il giorno 11 settembre 2018, andranno a costituire con il trucco del sorteggio, diciamo così, pilotato da Marcello Iovino, D’Auria e con gli altri due dirigenti Franco Biondi e Giovanni Natale a girarsi quantomeno dall’altra parte, ai tre tenori. In verità non a quelli storici, cioè a Pavarotti, Domingo e Carreras, bensì a quelli del presente, cioè ai giovani cantanti del gruppo de “Il Volo“.

E d’altronde, qui tutto torna: Carlo Savoia e Pasqualino Vitale discutono sulla necessità di contattare i tre tecnici i cui nomi già a monte sono noti. Insomma, il 6 settembre Savoia e Vitale già danno per acquisito che Carlo Di Lucia (e sono tre i Carlo di questa turpe vicenda), Gerardo Di Meo e Massimo Pagnozzi saranno i membri della commissione con il primo dei tre presidente e gli altri due componenti. Ciò 5 giorni prima del sorteggio macchietta effettuato nell’uifficio di Marcello Iovino, il quale alle 14.25 realizza il sorteggio attingendo i numeri dalla piattaforma Blia.it salvo poi tenere aperto e dunque manipolare il documento che viene chiuso alle 14.44.

Uno scarto temporale che spiega chiaramente come sia stato realizzato l’imbroglio, visto che i tre numeri estratti, cioè il 10, il numero 11 e il 24 vanno ad inserirsi in caselle già decise e nelle quali saranno associati a freddo ai nomi di Di Lucia, Di Meo e Pagnozzi, appartenenti a quell’elenco dei 25 tecnici accreditati da quell’altro luogo delle perdizioni chiamato Asmel, che già dal giorno 11 luglio Giuseppe D’Auria detto Pippo, formale ed ufficiale testimone di quel sorteggio, tiene nel suo pc.

La Dda sottolinea che esisteva un rapporto diretto anche tra Carlo Savoia e lo stesso Marcello Iovino. Ne costituisce prova il fatto che Ernesto Scamardella informa, sotto intercettazione, Carlo Savoia dell’andamento di un’altra gara, più piccola, meno importante ma sicuramente esemplificativa dello stato dei rapporti tra tutti questi ladroni.

Scamardella dice a Savoia che Iovino “ha fatto fuori a due di loro…siamo rimasti io e Enco…)“. Fatto fuori alla maniera di Iovino, aggiungiamo noi. Così come questo soggetto di cui in maniera irriducibile abbiamo scritto per anni e anni in merito alle tante nefandezze compiute nel settore dei servizi sociali, ultima della serie, quella rimasta purtroppo impunita, come reato ordinario di competenza della procura di Santa Maria Capua Vetere, relativa alla famosa manipolazione delle buste contenenti le offerte, trovate dall’allora assessore ai servizi sociali che ne fece immediata segnalazione alla procura della repubblica, di due signore che nell’ufficio di Iovino facevano il bello e il cattivo tempo, autorizzate da lui, pur non avendone alcun titolo.

Insomma, tutti amiconi.

Questa parte finale relativa alla richiesta formulata dalla Dda al gip del tribunale di Napoli, relativamente alla gara d’appalto del comune di Caserta, vivrà una ultima puntata più breve ma ugualmente gustosissima, quando vi racconteremo come e dove Pippo D’Auria teneva nascosti i soldi delle mazzette e dove e come Carlo Savoia conservava segretamente significative somme in contanti usate, presumibilmente, per distribuire tangenti.

 

QUI SOTTO GLI STRALCI DELL’ORDINANZA